Sbirciando qua e là ho trovato stamattina una curiosa notizia sul blog di Pierre Assouline. Riferisce il giornalista di Le Monde che al Ministero della Cultura hanno deciso di affidare ad un sistema automatico la traduzione dal francese di tutti i siti del Ministero. Le lingue previste sono otto. Fin qui nulla di strano: infatti tutti abbiamo fatto esperienza (con Google o prodotti similari) di traduzioni eseguite dal computer, più o meno riuscite e quasi sempre "simpatiche". Ma la chicca sta nel fatto che si è scelto di non volere nè una rilettura nè una revisione. Motivo ? In questo modo si spende di meno. Apriti cielo: il Sindacato dei traduttori professionali e l'Associazione dei traduttori letterari hanno subito manifestato il loro disappunto, inviando una lettera di protesta in due versioni, una originale e una tradotta (!) dal computer. Ma soprattutto interessante, ed anche divertente, la marea di proteste manifestate tramite i numerosi commenti al blog, che nella quasi totalità esprimono preoccupazione per le sorti della lingua ed in generale della cultura francese, naturalmente prendendosela con l'affossamento della scuola pubblica ed alla fine anche .... con Sarkozy. La notizia che sto riferendo m'ha fatto venire in mente quanto successo, qualche anno fa, quando fu messo in linea affrettatamente e senza aver fatto prima le opportune verifiche un sito di non ricordo quale ministero, dove le varie informazioni, ma soprattutto i curricula di politici e funzionari, erano stati tradotti in inglese con sistemi automatici, appunto. Ricordo bene che il risultato fu esilarante, e tale rimase per un po', finchè qualcuno non s'accorse della gaffe (ma intanto la notizia era corsa sulla stampa, oltre che sulla Rete). Probabilmente i nostri cugini d'Oltralpe staranno più attenti, e magari useranno i servigi di qualche solerte impiegato multilingue del Ministero, prima di mettere le traduzioni on line: noblesse oblige !
Vorrei aggiungere solo una considerazione rispetto al problema del digitale imperante, che senza dubbio ci ha cambiato in meglio la vita negli ultimi decenni, ma che talvolta ci condiziona troppo. Ho avuto modo di conoscere qualcosa, anche se molto superficialmente, del mondo della cosiddetta AI (intelligenza artificiale) quand'ero in attività e per un certo periodo collaborai con équipes composte da medici e informatici in un paio di progetti, definiti un po' pomposamente "cartella clinica automatizzata" e simili. Dunque non mi è del tutto ignoto il significato di sistema esperto, di diagnosi automatizzata, ecc. e di quei software che anni fa sembravano promettere molto, forse troppo. Magari è per questo che ho qualche dubbio sulle concrete possibilità, almeno oggi, di disporre di eccellenti risultati nel campo dell'intelligenza artificiale. Poi, a dirla tutta, non mi entusiasma per niente che un robot diriga l'orchestra sinfonica di Detroit (!) e dunque mi sento ancora di stare dalla parte di coloro che tentano di “ne pas subir le numérique”, come dicono loro. Per concludere, sennò son troppo lungo, mi piace riportare la frase di un ricercatore americano, che diceva press'a poco: prima di lavorare sull' intelligenza artificiale, perchè non facciamo qualcosa per la stupidità naturale ?
Ciao a tutti. Lupo.
Verso gli ottanta/13
-
Ho deciso di pubblicare in forma eBook sia L'Ascoltatrice che Dep&Dap.
Civetteria senile. Il libro dedicato all'Imperatore Adriano invece se ne
resta in ar...
1 anno fa