domenica 27 dicembre 2009

Buone Feste





Tra le prime rappresentazioni della Natività può considerarsi la scena qui sopra, tratta dalle catacombe di Santa Priscilla, che rappresenta l'adorazione dei Magi.

Con questa immagine giunga a tutti il mio augurio di Buon Natale e Sereno 2010.


Lupo.

sabato 19 dicembre 2009

Chi si ricorda del Millennium Bug ?


In questi giorni leggo di inchieste, sondaggi ecc. su "cosa salvare" dei primi dieci anni del Nuovo Millennio: e si tratta di libri, film, spettacoli in TV, canzoni ... A me interessa piuttosto il momento del passaggio di millennio. E debbo dire che mi pare un po' strano che se ne parli poco, a dieci anni di distanza. Soprattutto se si ricorda il battage del '99. Mi riferisco in particolare alla vicenda della temuta catastrofe evocata dal tanto strombazzato problema dell'Anno 2000. Lo ricordate ? Sui giornali ad ogni piè sospinto c'erano articoli per descrivere il fenomeno del Millennium Bug. Da pensionato che ha lavorato una vita nel campo dell'informatica riconosco adesso che ci fu tanta esagerazione. Noi addetti ai lavori preferivamo parlare di "uaitukèi", poichè ci servivamo dell'acronimo "Y2K": faceva più tecnologicamente corretto.
In due parole: al cambio di data, cioè passando dal 31 dicembre 1999 al 1 gennaio 2000, i computers di tutto il mondo (programmi ed archivi) nei quali l'anno era indicato con solo 2 cifre sarebbero andati in tilt ... Infatti, senza gli interventi atti ad evitare che dopo l'anno 99 (cioè 1999) aggiungendo 1 in uno spazio di memoria di due caratteri venisse fuori l'anno 00 (cioè 1900 invece che 2000), sarebbe successo un bel casino, no ? E' chiaro che non fare nulla, lasciare le cose così come stavano, sarebbe equivalso a mettere in crisi il sistema bancario e finanziario, il traffico aereo, le centrali, gli impianti industriali, le telecomunicazioni ecc. Per scongiurare questa catastrofe bisognava sostituire per tempo gli hardware vecchi (con a bordo schede embedded con l'anno a due cifre) e soprattutto aggiornare un sacco di software applicativo per ottenere ciò che si chiamava in gergo "Y2K compliance", ossia la piena compatibilità con l'anno a quattro cifre. Questo in estrema sintesi il problema, che mise in allarme i governi di mezzo mondo, costringendo tutti ad investire un sacco di soldi per:

1) adeguare il parco macchine e rinnovare le apparecchiature più datate
2) mettere all'opera schiere di programmatori per rivedere milioni e milioni di linee di codice, cioè i programmi
3) aggiornare gli archivi (i database) dove l'anno era stato registrato con solo gli ultimi 2 caratteri e portarlo a 4 caratteri.

Mi esprimo così perchè fui coinvolto anch'io in questa storia, nello speciale contesto della struttura informatica di una grande azienda sanitaria, basata su un sistema centrale di vecchio stampo: so che l'espressione "mainframe" dirà poco, oggi che innumerevoli PC hanno invaso il nostro quotidiano, ma vi assicuro che l'informatica c'era - e come - anche prima dell'avvento degli elaboratori personali !
Tornando a noi, posso testimoniare che, seppure ingigantita come spesso capita nei media, era proprio una faccenda vera, non inventata. Oltretutto molto costosa ! A livello centrale il governo aveva insediato il "Comitato anno 2000" e localmente ogni amministrazione, ogni azienda costituirono delle vere e proprie unità di crisi. Nel mio caso, trattandosi del comparto sanità pubblica, c'era poco da scherzare: vennero apprestate tutte le misure atte a fronteggiare le emergenze più delicate, del tipo, che so, in una rianimazione all'improvviso non funzionano più i respiratori o manca il riscaldamento nei reparti di degenza o al pronto soccorso si presentano decine e decine di persone contemporaneamente. Insomma, sembra facile, dopo; ma bisogna prevedere quanto si può, prima, altrimenti è un guaio. Alla fine tutto si risolse per il meglio, non capitò nessun dramma: gli aerei non precipitarono (e nemmeno le Borse), i soldi non sparirono dalle banche, i degenti restarono al caldo, internet continuò a funzionare e così via. Insomma, la vita continuò come prima, nonostante lo spauracchio del Millennium Bug e la fascinazione funesta dei millenaristi. (Il Comitato anno 2000 chiuse l'unità di gestione il 5 gennaio 2000). Tuttavia c'era stata fra noi addetti all'information technology una certa ansia, perchè nessuno aveva la certezza assoluta di come sarebbe andata a finire alla mezzanotte del 31 dicembre. A questo proposito, investito com'ero della responsabilità di coordinare l'affaire 2000, ricordo che durante gli ultimi mesi del '99 la nostra équipe di sviluppatori software fu impegnata per completare gli aggiornamenti e testare le modifiche apportate. Io ero sicuro, comunque, che qualcosa sarebbe andato male, perchè in certi casi il primo assioma della legge di Murphy è sacrosanto: infatti puntualmente si verificò che un maledetto figlio di p..... s'era dimenticato di aggiornare un programma ! Beh, poco male, era tutto nelle previsioni e noi eravamo lì proprio per sistemare le cose, no ? Comunque sia, giunta la fatidica sera del 31 dicembre, mi assunsi l'onere di provvedere in prima persona allo spegnimento dell'elaboratore centrale prima di mezzanotte ed al riavvio del sistema (bootstrap) dopo essere entrati nel 2000 (operazione caldamente raccomandata dalla casa costruttrice). Naturalmente, essendo collegato in internet, sapevo da ore che nei paesi dove il passaggio era già avvenuto ogni evidenza diceva: no problem ! dunque ero tranquillo, anche se un po' emozionato. Per inciso dirò che non era quella la mia prima notte in compagnia di un elaboratore, ma fu certo una notte speciale. Ecco, mentre la gente normale in quelle ore stava in casa o al ristorante a festeggiare l'anno nuovo, io partecipavo in solitudine ad un evento che ... ma dai, in fin dei conti non successe nulla, fu tutto normalissimo ! D'altra parte, come avrei potuto "sacrificare" qualcuno dei collaboratori più giovani e rovinargli la notte di San Silvestro ? Preferivo fare io una piccola rinuncia, perchè tanto, ormai, non mi importava più molto delle feste: l'ultimo dell'anno, poi, l'ho sempre considerato una pizza ... Per dirla tutta, non avrei lasciato quell'evento ad altri per nessun motivo, ma non lo potevo ammettere, allora !
Devo correggere qualcosa, però: prima ho detto che fui solo durante quelle ore, ma in realtà circa 30-40 minuti dopo la mezzanotte, quando tutto era già compiuto, capitò inaspettato il mio capo con in mano una bottiglia di champagne e due calici per brindare. Simpatico, no ? Brindammo alla nostra salute, anzitutto, poi allo scampato pericolo (direbbe l'onorevole Cetto Laqualunque: 'nto culo al millennium bug !) ma rivolgemmo "inter pocula" un pensierino anche al nostro direttore generale, al quale con la scusa dell'anno 2000 avevamo strappato una discreta sommetta che c'era servita per sostituire il vecchio sottosistema di backup con uno nuovo di zecca, molto più efficiente e pratico e, naturalmente, del tutto compatibile con l'anno 2000 !

Lupo.

venerdì 18 dicembre 2009

Che la terra ti sia lieve


Il "lungo" Paolo Barlera era stato una grande promessa del nostro basket. Cresciuto nella Virtus Bologna, la sfortuna l'ha perseguitato. Prima una grave malattia, scoperta nel 2000, con cui ha lottato e convissuto continuando a giocare anche nella massima serie nelle pause del male, e poi una serie di infortuni. Fino all'epilogo dell'altro giorno, quando la leucemia alla fine l'ha stroncato. Che tristezza, un ragazzo di 27 anni, un gigante di più di 2 metri ! Ma perchè succedono queste cose ? Questa notizia m'ha ricacciato nell'atmosfera tragica che ho vissuto anni fa, quando lo stesso tremendo male si portò via, vigliaccamente, un altro ragazzo a me caro, quasi un figlio.

Chiedo scusa per questa triste pausa meditativa, che cade nel bel mezzo dell'insopportabile ed ipocrita (per me) clima natalizio.
Lupo.

sabato 5 dicembre 2009

Il caso non è chiuso, caro il mio Feltri

La tardiva smentita di Feltri sul caso Boffo, pubblicata ieri su Il Giornale in risposta alla domanda di una lettrice, anzichè mettere la parola "fine" alla vergognosa campagna scandalistica di qualche mese fa orchestrata contro il direttore de L'Avvenire, dimostra secondo me il pessimo livello cui è confinata ormai l'informazione in questo Paese.
Infatti i giornalisti non si preoccupano di fornire al meglio delle possibilità notizie corrette, non controllano le fonti, ma si buttano nella bagarre in cerca di sensazionalismo e così via. Oppure, come nel caso di Feltri, adoperano tutta le loro capacità professionali ed i notevoli mezzi a disposizione per condurre una battaglia ideologica al servizio del potere. E così si riducono ad essere, in una parola, degli strumenti senza dignità.
Non saprei come altro definire un giornalista che, per distogliere l'attenzione mediatica dai problemi del suo capo e padrone, prima spara a zero contro il direttore de L'Avvenire fino a distruggerlo moralmente e professionalmente ed ora, tranquillo, come se nulla fosse successo, ammette di essersi sbagliato e chiede scusa. Non solo, ma decide che "il caso è chiuso". Eh no, caro mio ! Feltri ha la spudoratezza di ammettere che "si trattò di una bagatella e non di uno scandalo". Ma mi domando: e se disgraziatamente il Boffo, distrutto dallo scandalo, avesse commesso una sciocchezza (come è capitato in certe situazioni) basterebbe scusarsi per chiudere la questione ? Non credo proprio. Ma mi incavolo soprattutto quando Feltri dice che non si sarebbe occupato di Boffo .... se non avesse ricevuto certe informazioni da una fonte attendibile ! Semplicemente ridicolo, quando è noto a tutti che la campagna mediatica sulla omosessualità di Boffo fu architettata a freddo per dimostrare che tutti hanno scheletri nei propri armadi, ed il messaggio era: tutti colpevoli, nessun colpevole.
Ammetto che Feltri, già da tempo, non rientra nelle mie simpatie. Ma questo suo ripensamento non mi convince per niente, anzi, mi fa ritenere che si comporta spesso (di sicuro nel caso in questione) da quello che è, ossia un abile figlio di puttana.
Lupo.

martedì 1 dicembre 2009

Et erunt penes amari

Dal sito Ephemeris questo divertente resoconto sulle imprese del nostro "minister primarius".

Pro certo habeo fore ut Silvius in ius trahatur

“Omnes homines ante legem pares sunt”. Haec verba scripta sunt in Constitutione (Italiae), quae sacra omnibus, (ministro primario) Silvio (Berlusconi) quoque, consideranda est. Ille Silvius, in Longobardia natus atque omnium fraudum peritus, sibi videtur a magistratibus vexatus esse. Ab hoc stipendium meruit Ghedini (cuius facies vespillonem memorat...) orator, qui, captionum peritissimus, leges de temporis iudicii abrogatione in ius immitteret, ad melius protegendum dominum arcorensem, qui praeterea mulieri Veronicae magnam pecuniam propter divortium numerare debebit.

Pauca de isto scurra mihi liceat narrare.

Silvius olim in navibus cantavit gallica lingua utens; postea multos nummos cumulavit aedificationibus, libris, antemnis (ei maximo auxilio fuit socius cui nomen fuit Craxi), cautionum societatibus et aliis rebus. Ad melius protegenda negotia sua “descendit in agrum” (ita dixit sicuti qui in agrum descendunt ad pila ludendum), novam factionem suo sumptu creavit (Vis Italia). Multis criminibus contra rem publicam commissis (tributa non contulit, iudices corrupit, oratori anglico nomine Mills sescenta milia americanorum nummorum dedit ut in iudicio de corruptione mendacium adfirmaret et cetera…).

Appropinquantibus iudiciis, timens ne ad vincula damnaretur, novus Catilina (de eodem Silvio loquimur) imperavit servis suis: “ me defendite a iudicibus, etsi multa alia crimina abroganda erunt. Hoc mea non interest, negotia mea tantum mihi cara sunt ”.

Scito autem novus Catilina optimum Napolitanum, Iudices de Constitutione defendenda, omnes cives probos atque popularem causam defendentes omni modo eius insolentiae obiecturos esse. Pro certo habeo has novas leges pro Silvio contra Legem supremam esse et, quam ob rem, abrogandas.

…Et erunt penes amari (vulgo his temporibus aliquis dicat)!


Dominicus Gallipoli, qui in urbe Matheola vitam agit, has nugas scripsit

- 30/11/2009 16h43

lunedì 30 novembre 2009

Prendere la strada dell'estero

C'è una lettera su Repubblica.it di oggi di un padre che si rivolge al figlio. Una lettera amara, che ammette senza tentennamenti il fallimento di questo Paese nei confronti dei suoi figli migliori. In due parole: questo padre invita il figlio che sta concludendo gli studi ad andarsene dall'Italia, a fuggire via e cercare da qualche altra parte il proprio futuro professionale.
Ho riflettuto sulla decisione di quest'uomo, il quale non è uno qualunque, tutt'altro. Il mio primo commento è stato: le multinazionali killer stanno lasciando a casa migliaia di nostri lavoratori qualificati del comparto IT (leggere qui), il governo continua a dire che la crisi è passata ... e questo signore spinge il figlio a partire, a lasciar perdere ogni speranza ! Come si può favorire la fuga dei cervelli invece di contrastarla ? Inoltre: ma perchè il cattivo esempio deve giungere proprio da un appartenente alla élite intellettuale ?
Ma poi ho capito che se un padre vuole essere onesto coi figli deve dire loro soltanto la verità, fino in fondo: meglio parlar chiaro, non tacere o nascondere nulla, sennò si farebbe come il medico pietoso ecc. Dunque sono d'accordo con Pier Luigi Celli che dice: figlio mio, lascia questo Paese ! Del resto io stesso sostengo da tempo che, se avessi trent'anni di meno, me ne andrei via. Dunque posso solo convenire con Celli. Mi resta un dubbio però. Questi nostri ragazzi bravi e studiosi, preparati in ottime scuole, cresciuti in buone famiglie e con gli stimoli culturali giusti e così via, insomma, questa meglio gioventù ha comunque avuto e continuerà ad avere delle possibilità e delle chances che non sono alla portata di tutti. Questo è fuori discussione, credo. Ma gli altri, i milioni di ragazzi meno fortunati, che hanno "goduto" pienamente dello sfascio della scuola superiore e dell'università, oltre che del decadimento politico-sociale e del degrado morale che sono sotto gli occhi di tutti ? Mi chiedo: tutti questi ragazzi, che non sapranno mai cos'è un master e non faranno mai i ricercatori e così via, ma che comunque rappresentano il futuro del nostro Paese, tutti loro insomma che possibilità avranno per essere migliori di noi ? Abbiamo permesso che fossero tirati su con una vita troppo facile, senza ideali, senza regole e freni, a telefonini discoteche pasticche grandifratelli veline e così via e ce li ritroviamo oggi davanti quasi spenti e indifferenti di fronte al loro incerto futuro. Che dipende senz'altro dalla crisi mondiale, ma anche dai nostri errori. Bisogna ammetterlo, "senza troppe ragioni per rincuorarsi", ritengo.
Lupo.

venerdì 13 novembre 2009

Le solite bugie. Ma di chi ?

Se la prendono con Repubblica & Co, rei di inventarsi verità di comodo contro Berlusconi, perchè accecati dall'odio. Leggo stamattina sul Giornale.it il seguente titolo:
"Via al taglio dell'Irpef: meno tasse per le famiglie".
Bene. Questo titolo è una bufala. Spaccia, infatti, per taglio ciò che è semplicemente il differimento del 20 % dell'anticipo IRPEF (79 % anzichè 99 %) di qualche mese, a giugno prossimo. Altro che taglio ! E poi, dove sarebbe la diminuzione delle tasse per le famiglie ? Mi pare che qui non si tratti più di bugie, ma di spuderatezza vera e propria. Vergogna !

Lupo

giovedì 12 novembre 2009

All Black's Haka

Nel pomeriggio di sabato la nazionale italiana di rugby si batterà al Meazza (80.000 biglietti venduti ... altro che il calcio !) con gli All Blacks, fuoriclasse straordinari che ogni appassionato di questo bellissimo sport ama incondizionatamente. Mi viene ancora la pelle d'oca se ripenso alla prima volta che ebbi la fortuna di vedere e sentire l'Haka, con lo stadio in religioso silenzio. Dicono che vi sono diverse versioni di questo particolare "rito" propedeutico alla partita: io preferisco questa (tra l'altro non so se a tutti è noto che il governo neozelandese ha sborsato un sacco di soldi per pagare i diritti ai Maori).


Buona visione e buon ascolto e... auguri agli Azzurri !
Lupo.

giovedì 5 novembre 2009

Politica e nuove tecnologie

Continua il distacco tra coloro che si interessano di tecnologie ed i politici. Infatti il Governo, rimangiandosi l'ennesima promessa, fa sparire gli 800 milioni previsti per la banda larga, affermando che con la crisi in atto è meglio destinare risorse agli ammortizzatori sociali, ai vaccini ecc. Dunque la banda larga può aspettare. Si vede che modernizzare le telecomunicazioni non è considerato strategico. Alle volte mi pare d'essere governato da ciechi incapaci: sì al ponte sullo stretto e intanto si rischia di buttare al vento l'occasione dell'Expo, sì alla sicurezza e poi si lesinano i quattrini alle forze di polizia gabbandoci con la grande cavolata delle ronde, sì all'abolizione dell'Irap mentre si sa benissimo che mancano i soldi per farlo, e così via.
Per quanto mi riguarda concordo sul fatto che oggi il problema più importante è quello della ripresa economica, ci mancherebbe ! Dunque lavoro, produttività, meno tasse, incentivi ai consumi, sostegno alle imprese ecc.: pertanto l'ADSL può aspettare, come qualsiasi cosa non essenziale. Ma non aveva detto Tremonti, se non erro, che per gli ammortizzatori c'erano risorse pressochè infinite ? Che bisogno c'era, se le cose stavano così, di penalizzare un'altra volta il futuro dell'economia digitale ? Aspetteremo quindi ancora un bel po' prima di vedere centrali telefoniche collegate in fibra, apparati rinnovati, ecc.: in altre parole il nostro Paese allineato a quelli più sviluppati e lungimiranti. Nei fatti, intanto, mentre noi continueremo ad arrancare, gli altri corrono avanti. D'altra parte, cosa ci si può attendere da governanti che, temo, nemmeno conoscono la differenza fra un doppino di rame e una fibra ottica ? E pensare che l'investimento in infrastrutture necessarie a superare il cosiddetto digital divide avrebbe assicurato una discreta crescita del PIL, stando alle stesse dichiarazioni di Romani, viceministro per lo sviluppo economico !
Ma allora è proprio vero che i nostri governanti sono bravissimi a fare gli annunci, mentre in realtà, se guardiamo alle cose che praticamente vengono realizzate sembra che ci sia solo il vuoto. E' proprio vero che sanno curare le solite faccenduole tipo provvedimenti salva-B. o lo scudo fiscale o il lodo Alfano, mentre tutto il resto viene rinviato a tempi migliori, si può procrastinare tranquillamente, tanto agli italiani bastano e avanzano il gossip, i grandi fratelli, le isole et similia, o no ?

Lupo

mercoledì 4 novembre 2009

Lévi-Strauss: la differenza e l'universalità


Ha dimostrato che noi umani siamo sì molto differenti, ma ci capiamo perchè le nostre strutture mentali funzionano allo stesso modo.
Ha dimostrato che l'altro non è inferiore perchè differente.
Ha dimostrato che le diversità culturali costituiscono la vera ricchezza dell'essere umano.
"La sua opera offre un antidoto al razzismo ed ai pregiudizi" leggo su LeMonde: alla faccia, aggiungerei molto terra terra, della superiorità derivante dal progresso materiale e dalla cosiddetta "civiltà".
Che altro dire ? Oggi, soprattutto, sarebbe opportuno riflettere su queste cose, visto che tanti (troppi !) sanno solo sventolare la bandiera della identità nazionale.

Lupo.

domenica 1 novembre 2009

Dies natalis

.........................
Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto
e l'estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molli ombre consoli.

Sol chi non lascia eredità d'affetti
poca gioia ha dell'urna;

.........................................


Il mio pensiero in questi giorni va al sasso che, finalmente, serba il tuo nome.

Lupo.

giovedì 8 ottobre 2009

venerdì 11 settembre 2009

Pensieri al fresco

Stamattina sul blog Inezie Essenziali la brava Marina esprime perplessità circa i funerali di Stato predisposti per Mike Bongiorno. In effetti tale decisione è abbastanza sorprendente, diciamo la verità, pur con tutto il rispetto e la considerazione per il buon Mike. Che certo rappresenta un pezzo di storia del nostro Paese. Chiaramente nessuno ce l'ha con lui, ci mancherebbe !

Io però resto sconcertato da altri fatti. Ne citerò solo due. Il primo è la festosa accoglienza riservata nel corso del Festival del cinema di Venezia ad alcuni personaggi che hanno riempito la cronaca sexual-politica ed il  gossip degli ultimi mesi. Mi riferisco alla cosiddetta escort D'Addario ed alla aspirante attrice Noemi Letizia, la quale ha fatto passerella neanche fosse premio Oscar. 

Il secondo è la sfuriata di Berlusconi alla Maddalena, in risposta alla domanda del giornalista di El Pais circa le note vicende extra-politiche del premier. Ebbene lo "statista" Berlusconi, sotto lo sguardo attonito di Zapatero, ha blaterato le solite accuse alla stampa comunista e bugiarda sul suo conto, fino alla divertente sparata finale che lui sarebbe il più grande primo ministro dall'unità d'Italia ! Da sbellicarsi dalle risate: quanto sarebbe stato bello vedere qualcuno fra i presenti alzarsi con un "vaffa ..." e abbandonare la sala. Ma nessuno s'è mosso, purtroppo, almeno così risulta.

Ecco. Non voglio fare il moralista, categoria che di questi tempi sembra godere di poca fortuna. Ma di fronte a questi episodi viene spontaneo chiedersi ancora una volta : dove siamo arrivati ? che paese è ormai il nostro ?

Lupo.



giovedì 3 settembre 2009

Grazie Luca Badoer (con l'accento sulla "e")


E' di oggi la notizia che la Ferrari ha deciso di affidare la macchina di Massa, fino al termine della stagione, al pilota Giancarlo Fisichella, dopo aver raggiunto un accordo con la sua scuderia.
E così resta a piedi Luca Badoer, dopo due gare sulla rossa (bisogna ammetterlo) davvero incolori, nonostante il sostegno di Schumacher.
Risultato scontato, sembra di poter dire, perchè in effetti da troppi anni Badoer stava lontano dalle corse, essendosi dedicato solo all'attività di collaudatore, peraltro preziosissima.
Mi dispiace un po', anzitutto per la serietà e l'impegno messi in campo dal buon Luca, ma specialmente per aver letto commenti del tipo "finalmente un italiano alla Ferrari ".
Mi chiedo: per certe persone uno di Montebelluna (TV) non è italiano ? Che idiozia. E poi, a dirla tutta, non sono sicuro che la scelta di Fisichella sia quella giusta. A me pare un pensionato, ormai.
Per quel poco che capisco, e se è vero che a Maranello servono punti per la classifica costruttori, io avrei preso un pilota giovane e grintoso come il polacco Kubica.
Mah! Staremo a vedere.
Lupo.

domenica 23 agosto 2009

Titolo facile: zero tituli !

Ho seguito in TV le gare dei mondiali di atletica di Berlino, che oggi si chiuderanno con "zero tituli" per l'Italia. Ho anche letto diversi articoli e commenti, e mi sono ulteriormente convinto sul perchè del fallimento della squadra italiana. So di non dire niente di nuovo o di speciale a proposito, e nemmeno voglio sminuire il sacrificio e la performance di alcuni dei nostri ragazzi, i quali forse di più non avrebbero potuto fare. Ma il dato di fatto è lì, sta scritto e c'è poco da fare, se non prendere atto che qualcosa non va. Da parecchio tempo, direi. Dunque un sacco di Paesi (32 mi sembra) hanno conseguito delle medaglie, ma noi no, non ci siamo. Credo sia la prima volta che questo succede, ma forse è un bene. Così non ci sono più alibi e, come qualcuno ha scritto, non c'è nemmeno la foglia di fico della medaglietta di bronzo che salva la spedizione. E' chiaro che l'atletica deve essere rifondata, nel senso che bisogna ricostruire (come si dice) il "movimento" dalle radici. In altre parole ripartire dalla scuola. Non capisco perchè il CONI non intervenga con forza sul Governo per riportare lo sport nella scuola, ottenendo i finanziamenti e le risorse tecniche necessari. Sono un inguaribile ottimista, lo so, e continuo a sognare. E nel mio sogno vedo anzitutto che le ore di educazione fisica, fin dalle medie inferiori, vengono aumentate e sono impartite da insegnanti specializzati, all'interno di strutture adeguate. E poi vedo persino che se un ragazzo eccelle nello sport viene valorizzato ed aiutato dal corpo insegnante, pur in presenza di carenze in alcune materie, sì da progredire comunque nella carriera scolastica. Un po' come succede negli States, no ? Ma la realtà è ben diversa e temo che il mio sogno sia di difficile realizzazione, visto che i ministri della pubblica istruzione fin qui hanno fatto poco o nulla per incentivare lo sport di base, ossia l'atletica, nelle scuole: addirittura qualcuno ha avuto l'originale pensata di abolire le ore di educazione fisica ...
Ritengo che sia questo il principale motivo dell'attuale crisi. Non l'unico, però. Vanno considerati anche altri aspetti, ad es. il fatto che in Italia tutto gira intorno al calcio (soldi compresi) e ci si ricorda di certe discipline sportive (i cosiddetti sport minori) soltanto in occasione delle Olimpiadi, quando sono utili a rimpolpare l'esiguo medagliere: finiti i Giochi, chissenefrega della marcia, del pugilato, della ginnastica, del tiro con l'arco, della lotta greco-romana ecc. Ora, sia chiaro, l'atletica non è uno sport minore, tutt'altro ! Anzi, dovrebbe essere la regina degli sport, ma purtroppo oramai da tanti anni la stiamo trattando come una cenerentola, a tutti i livelli, dai vertici federali in giù. Ci mancano i dirigenti capaci ed i bravi tecnici, che una volta il mondo ci invidiava (penso a Calvesi ed a Vittori). Non solo, non sappiamo servirci della preziosa collaborazione di alcuni grandi ex-atleti (v. Mennea, Tilli, Panetta ...) e falliamo miseramente nella gestione di quei pochissimi talenti di cui disponiamo (vedi il caso del lunghista Howe).
Tutto ciò mentre si offre alla nostra gioventù, anche per nostre colpe, uno squallido panorama di tronisti e veline, che mal si concilia con lo spirito di sacrificio e la passione necessari per dedicarsi all'atletica. D'altra parte, se è vero che a livello amatoriale c'è una crescita costante di gente che corre, gioca a calcetto, va in mountain-bike, frequenta piscine, pratica gli sport invernali ecc. e dunque è attenta al benessere psico-fisico ed alla propria salute, è altrettanto vero che non si vedono in giro degli atleti "amatori". Infatti l'atletica è uno sport di base, preliminare e preparatorio alla disciplina che eventualmente il ragazzo in seguito sceglierà di praticare, perchè più gradita o adatta alle sue caratteristiche. Solo alcuni, pochi inevitabilmente, decideranno di dedicarsi all'atletica agonistica. Ma il punto è proprio questo. Se la base dei praticanti in età scolastica è sempre più ristretta, sempre di meno saranno poi gli atleti agonisti su cui contare. E di talenti veri ne nascono pochi: come si sa, qui da noi non si respira l'aria della Jamaica.
Lupo.

giovedì 6 agosto 2009

Pensieri al caldo


Nei pressi della mia abitazione è attivo (eccome !) un ambulatorio veterinario in cui sono praticate anche prestazioni non propriamente sanitarie, come ad es. toelettature, bagni, trattamenti per il mantenimento del mantello ecc.ecc. Insomma, tutto quanto attiene alla salute ed al benessere di cani e gatti (soprattutto).
Ora, non è che io ce l'abbia con i nostri amici a quattro zampe o con i loro detentori. Ci mancherebbe. Tuttavia è da un po' che vorrei esprimere qualche considerazione sull'argomento "animali d'affezione".
Anzitutto, quando vedo interi scaffali nel supermercato dedicati all'alimentazione dei quadrupedi in argomento, con offerte quasi più numerose e variate rispetto ai prodotti per l'infanzia, beh, qualche leggero fastidio lo provo, specie pensando alla montagna di soldi che l'Occidente ricco spende per queste cose mentre, al contrario, lesina gli aiuti umanitari al terzo/quarto mondo. Se non ricordo male, una volta gli animali che si tenevano in casa venivano nutriti quasi esclusivamente .... con gli avanzi. Ma oggi non ci sono più avanzi. Oggi si butta via tutto.
Seconda considerazione. Mi capita talvolta di sentire signore più o meno in età rivolgersi al loro cane con espressioni tipo: "vieni dalla mamma !" e simili. Ho notato, poi, che s'è diffusa l'abitudine di "battezzare" cani e gatti con nomi da cristiano. Dunque la scena è perfetta, no ? La signora ordina al suo barboncino: "Filippo, vieni subito dalla mamma !". Resto allibito, proprio non riesco a tollerare che ci si rivolga ad un animale come se fosse un bambino. Secondo me si è stravolta la scala dei valori, gente così è fuori di testa.
Ma la cosa che mi dà veramente da pensare è la seguente. Spesso c'è coda davanti all'ambulatorio che, come dicevo prima, è molto frequentato. Dunque si utilizzano i numeretti per la fila, come al supermarket. E fin qui nulla di strano, certo. Ma è possibile che mai una volta abbia sentito, passando lì vicino, qualcuno lamentarsi perchè bisogna aspettare troppo e magari bisticciare con l'altro che non rispetta la priorità o cose del genere ? Niente di tutto ciò: pazienti e zitti, tutti attendono il proprio turno. Ah, dimenticavo: per queste prestazioni, che io sappia, non interviene la mutua, qua si paga profumatamente. Va bene che poi, con la dichiarazione dei redditi, certe spese si possono detrarre; ma intanto ... si paga. Allora mi figuro queste stesse persone (sono sicuro che succede così) in fila ad uno sportello, che so, della Azienda Sanitaria. E vedo che sbuffano e si lamentano perchè gli tocca sempre aspettare, gli tocca sprecare il proprio prezioso tempo e pagare anche il ticket, poi ... e insomma, ha ragione Brunetta a dire che gli impiegati pubblici sono fannulloni buoni a nulla, in fin dei conti siamo noi che gli paghiamo lo stipendio ... e via dicendo.
Mi figuro queste cose, e sorrido fra me e me. Come non sorridere, infatti, nel constatare che qui, in attesa davanti all'ambulatorio veterinario, nessuna lamentela, tutto va bene, e soprattutto non v'è traccia del problema della quarta settimana ?
Cordiali saluti e mi scuso se queste parole possono aver offeso la sensibilità animalista di taluno. Lupo.

mercoledì 22 luglio 2009

Non è giusto

Non è giusto ! Io sono tranquillamente in vacanza e, per quanto l'età consente, sto abbastanza bene. Mentre in questi stessi giorni una mia cara amica, ancora nel pieno della maturità e con un figlio neodiplomato, dunque un ragazzo, sta combattendo in un letto d'ospedale contro il male del secolo. La situazione diventa ogni giorno più difficile, al limite della disperazione. Io non so capacitarmi, non ce la faccio a capire ed accettare perchè certe cose succedano. C'è una famiglia distrutta, una bella famiglia che ho visto crearsi negli anni, solida, serena, con tanto futuro davanti. Ed ora tutto sta drammaticamente precipitando. No, non è giusto che il destino colpisca così duro e cieco. Non lo accetto. Nè mi consolano le solite vuote parole sui "disegni" della provvidenza o le dotte citazioni del genere "muore giovane chi è caro agli Dei".
Vorrei fare qualcosa per sostenere questi miei amici che stanno soffrendo, ma mi sento del tutto impotente e riesco solo ad urlare la mia rabbia contro tutto e tutti.
Lupo.

lunedì 6 luglio 2009

E' tempo di vacanze


Causa problemi sulla linea ADSL non avevo potuto postare il classico avviso di "blog temporaneamente sospeso per ferie".

Chiedo scusa per l'inconveniente e provvedo subito.

Buone vacanze a tutti.

Lupo.

lunedì 22 giugno 2009

Quella povera ragazza

Vedo gli occhi girati di lato, fissi, e dopo un po' d'improvviso il sangue sgorga dalla sua bocca e dal naso. La ragazza sta morendo lì sul marciapiede, mentre inutilmente qualcuno cerca di fare qualcosa. Poi vedo che gli occhi sono chiusi. E la ragazza muore, in pochi attimi.
Tutto è su questo video, drammaticamente in mostra per noi che siamo seduti davanti al monitor, in tutta comodità, come niente fosse.
Penso che nella mia vita ho già visto troppe scene come questa, e troppe volte sono rimasto inerte, ho accettato. Vorrei ribellarmi, ma cosa posso fare ? Cosa possiamo fare tutti noi, che crediamo di avere una coscienza e vogliamo un mondo in cui i diritti siano rispettati ?
In questo periodo, poi, mentre si succedono drammi del genere (vedi qs lettera di una giovane iraniana), noialtri italiani siamo in balia di omuncoli (d'ogni razza e colore, bisogna avere il coraggio di riconoscerlo) che ci stanno togliendo anche gli ultimi barlumi di dignità.
Oggi sto male.
Lupo.

domenica 14 giugno 2009

Un grandissimo Valentino Rossi


Qualche volta bisogna accantonare per un po' gli argomenti "seri" e dedicare qualche attenzione ad altre vicende, ad es. a quelle sportive, perchè no ?

Oggi in particolare sento il bisogno di soffermarmi sulla strepitosa vittoria di Valentino Rossi nel circuito del Montmelò: si tratta della MotoGP, la classe regina del campionato del mondo di motociclismo, ed il Gran Premio era quello di Catalunya.

Non nascondo di essere ancora un grande appassionato delle due ruote, nonostante l'età e, se posso, non perdo una gara in TV. Oggi ho assistito ad una competizione eccezionale, risoltasi proprio sul filo di lana, dopo che negli ultimi giri i due piloti Lorenzo e Rossi si sono dati battaglia sorpassandosi l'un l'altro diverse volte. Alla fine l'ha spuntata Valentino, che a trent'anni suonati non vuole cedere lo scettro di straordinario campione, anzi, vende cara la pelle come fosse un ragazzino che cerca di farsi spazio fra i grandi.
La gara sta volgendo al termine, i due filano come razzi uno attaccato all'altro. I momenti più esaltanti sono i seguenti. Il primo quando in fondo al rettilineo d'arrivo Lorenzo, in quel momento dietro, esce di scia e scavalca Rossi: sembra fatta, ma Valentino non s'arrende e con una staccata incredibile verso l'esterno riesce a riprendersi la testa restando in pista. Chi ricorda il sorpasso su Stoner dell'anno scorso a Laguna Seca probabilmente oggi ha visto qualcosa di ancora più emozionante ! Poi un Lorenzo eccezionalmente bravo si riprende la testa fino all'ultima incredibile curva, quella prima del rettilineo d'arrivo, dove Valentino compie il suo capolavoro: infatti lo spagnolo imposta la curva davanti e pensa di avercela fatta, ormai, ma l'italiano entra con decisione, tiene la corda e piomba sul traguardo in prima posizione. Un sorpasso oltre ogni logica, oltre ogni legge fisica, che solo uno come Rossi poteva tentare. Un sorpasso da urlo. Non mi vergogno di dire che ho urlato come un matto, ma quando ci vuole ... ragazzi, che spettacolo !

Chi ama la moto mi capisce. Bravissimi comunque tutti e due. Penso che adesso il vero avversario di Valentino sarà Jorge.

Lupo.

venerdì 12 giugno 2009

Magic Italy: che roba !


A gennaio dell'anno scorso avevo scritto un post sulla ingloriosa fine del portale del turismo Italia.it. In questi giorni torna utile "ripassare" quelle notizie e fare il punto alla luce del recente exploit della neo-ministra MV Brambilla la quale, durante una trasmissione di E.Fede, ha colto l'occasione per presentare il logo del nuovo portale che si andrà a realizzare.

Ora, diciamo subito un paio di cosette. Anzitutto il logo è ancora più brutto di quell'altro, e non era facile riuscire ... nell'impresa, come sostengono i grafici che si sono scatenati in Rete. In secondo luogo, cosa che m'ha divertito assai, la stessa MV Brambilla s'è premurata di raccontare che sarebbe stato il "caro leader" a lavorare al progetto grafico presentato in anteprima TV. Se volete ridere anche voi (o piangere, dipende) date un'occhiata a questo video su Youtube, dal quale si possono dedurre anche altre considerazioni sul valore delle persone al servizio di papi banana !

Al di là del prodotto grafico in oggetto, che pure ha la sua importanza se davvero si vuole rilanciare il portale del turismo dopo le brutte figure di Italia.it, la cui realizzazione avvenne sotto il ministro Stanca, non dimentichiamolo !, ciò che davvero importa adesso è che non si gettino al vento altre milionate di Euro. Personalmente ritengo che vi siano concrete possibilità che ciò succeda, visto il livello di competenza in materia di Information Technology della stragande maggioranza dei politici e dei burocrati che saranno coinvolti nella realizzazione del nuovo portale.

Speriamo bene ! Lupo.

venerdì 5 giugno 2009

Ricordo di Enrico Berlinguer


Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.

Scelgo questa frase di Berlinguer per ricordarne la statura politica, a 25 anni dalla morte avvenuta a Padova. Egli si trovava in città per un comizio (si era alle battute conclusive della campagna elettorale per le elezioni europee) la sera del 7 giugno 1984 in Piazza dei Frutti. Verso la fine del discorso si sentì male, ebbe un ictus, fu trasportato in ospedale ed operato, ma il suo cervello era ormai devastato. Sarebbe morto pochi giorni dopo.
Tutti conoscono la vicenda, sanno del Presidente Pertini subito accorso, della generale partecipazione della gente in tutta Italia, della folla a San Giovanni per il funerale. Non serve parlare di queste cose, nè tantomeno rivedere su Youtube le immagini strazianti riprese sul palco di Padova e riascoltare le sue ultime parole, quando stava già morendo. Mi sembrerebbe di cattivo gusto.
Però una cosa la voglio ricordare, per farne partecipe chi non c'era e non ha visto. Mi riferisco alle migliaia di persone che, per tutte le lunghe ore dell'agonia di Berlinguer, sostarono in silenzio nel vecchio cortile dell'Ospedale Giustinianeo ed ai lati delle strade limitrofe. Non ho mai più visto in vita mia una così straordinaria partecipazione di popolo, di dignitoso dolore, di testimonianza. Uomini, donne, giovani, vecchi, tutti lì senza pronunciare parole ma semplicemente a testimoniare: sono qui, voglio far capire che anch'io prendo parte al dolore collettivo per la perdita di un uomo di valore, onesto, serio, pulito, magari ho altre idee in politica, la penso diversamente dai comunisti, ma voglio dare un segno, dimostrare la mia riconoscenza ad una persona che se lo merita.
E poi, durante il corteo funebre da Padova all'aeroporto di Venezia, chi se la scorda la folla assiepata ai lati della strada per 30 km. a tributare un silenzioso e riverente omaggio ? Se ci ripenso, ecco, mi viene spontaneo un confronto con l'emozione suscitata dal trasferimento in treno verso Roma del Milite Ignoto.
Dalla morte di Berlinguer sono passati 25 anni, soltanto pochi anni in fondo. Ma siamo così diversi oggi e sono cambiate così tanto le cose che ci pare di vivere in un'altra epoca, in un altro mondo. E non mi pare che sia migliore !
Lupo.

giovedì 4 giugno 2009

Un prete che parla forte e chiaro


Don Franco Scarmoncin, parroco della chiesa di San Giacomo Apostolo a Mandriola di Albignasego vicino a Padova, si trova al centro di una polemica politica per un suo scritto pubblicato una decina di giorni fa sul bollettino parrocchiale. In esso il sacerdote s'è espresso senza peli sulla lingua nei confronti di Berlusconi e della maggioranza che lo supporta, senza tralasciare i media ed i professionisti dell'informazione. Non ha avuto riguardo per nessuno, usando espressioni anche abbastanza crude, come magari non ci si attenderebbe da un religioso.
Si possono trovare notizie e commenti sul supplemento del Corriere del Veneto e, per la par condicio, su IlGiornale.it.
Senza voler entrare nel merito e discutere su ciò che dovrebbe o meno dire un prete, tuttavia confesso di essermi alquanto divertito a leggere le affermazioni di Don Franco, così tranchant e ruspanti, alla Di Pietro si direbbe.
Adesso mi aspetto le reazioni dei politici locali e soprattutto del Vescovo, che peraltro è già stato etichettato in passato come "comunista". Chissà stavolta cosa verrà fuori ?
Altre notizie sulla vicenda si trovano su questo video.
Al momento mi risulta solo una nota della Diocesi nella quale si prendono le distanze dal contenuto del bollettino parrocchiale e si ribadisce la responsabilità personale di chi esprime certe valutazioni.

Buona giornata. Lupo.

domenica 31 maggio 2009

Giornata mondiale senza tabacco




Sono passati più di vent'anni da quando venni a sapere che nella mia città la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) proponeva un "corso" per smettere di fumare. Era il primo che organizzavano, poco più di un esperimento, si diceva. Desideroso di liberarmi da questa odiosa dipendenza, ed anche incuriosito, aderii all'iniziativa e presi parte al primo incontro con una quindicina di "colleghi" che avevano deciso di provare anch'essi a diventare degli ex. C'erano persone di entrambi i sessi, di varie età ed abbastanza eterogenee quanto a livello socio-culturale, ma accomunate dalla stessa identica determinazione a smettere: almeno quelli di noi (quasi tutti, a dir il vero) che superarono l'ostacolo del primo incontro. In effetti la conduttrice, nell'illustrare contenuti e modalità del corso, mise subito in chiaro che la volontà di smettere di fumare sarebbe stata la conditio sine qua non per garantirsi una possibilità di successo. Pertanto qualcuno che non era sufficientemente determinato pensò bene di ritirarsi su due piedi. Ma gli altri, tutti noi, andammo fino alla fine con costanza e fummo molto contenti. Durante gli incontri non eravamo bersagliati (terrorizzati ?) da immagini di polmoni devastati dal cancro e amenità simili, anzi, tutto era molto soft e si lasciava al partecipante la scelta del momento in cui sottoscrivere il solenne impegno ad abbandonare le sigarette. C'era un unico obbligo fin dall'inizio: fumare solo le nostre sigarette e tenere una specie di diario su cui annotare quando e perchè durante la giornata si fumava. Il diario non era altro che un foglio giornaliero arrotolato attorno al pacchetto, che occorreva dunque srotolare prima di fumare: siccome la faccenda non era sempre agevole, posso testimoniare che semplicemente con questo trucco il numero delle sigarette calava vistosamente. La metodologia seguita in questi corsi dalla LILT era basata sulla dinamica di gruppo e sul sostegno reciproco che i fumatori si prestavano l'un l'altro. Un po' come fanno gli alcoolisti anonimi, ci dissero, mentre la presenza del conduttore, via via che si succedevano le riunioni, sarebbe divenuta meno determinante, essendo il gruppo il vero protagonista. Non sto a raccontare troppi particolari, altrimenti rischio di annoiare. Dico solo questo. Finito l'incontro si andava tutti quanti in pizzeria a terminare la serata, e ad un occhio estraneo sarebbe parso abbastanza inquietante la presenza di alcuni che continuavano a fumare tranquillamente in mezzo a chi aveva già sottoscritto l'impegno a smettere e dunque, con stoicismo, lottava per resistere. Era comunque tutto molto bello e coinvolgente. Pensate che uno di noi, un avvocato, ogni volta tesseva l'elogio della sigaretta (quasi un'arringa difensiva) e smise di fumare solo all'ultimo: e il bello è che ci riuscì, davvero ! Per finire dirò che, per parecchio tempo dopo la conclusione del corso, continuammo a ritrovarci periodicamente col gruppo degli ex-fumatori. S'era instaurato un legame incredibile fra di noi.
In seguito, volendo ringraziare la LILT per l'opportunità fornitami, detti la mia disponibilità ad operare come conduttore di analoghi corsi che in seguito si tennero numerosi in città, visto il successo dell'iniziativa. Mi furono dati testi e materiale per poter acquisire una formazione di base, e così feci l'esperienza di conduttore: in effetti mi resi conto che mi serviva moltissimo l'essere stato coinvolto in prima persona agli incontri e l'aver vissuto il tutto dalla parte di chi si sforza di conquistare la libertà dal fumo. Ma credo che il valore aggiunto dipendesse in gran parte dal fatto che a svolgere questa funzione fosse un ex-fumatore, uno che era riuscito a gettare via le sigarette.
Ho voluto raccontare questa cosa per dare un piccolo contributo, oggi che si celebra la giornata mondiale senza tabacco, a chi magari sta pensando di liberarsi dal vizio del fumo e teme di non farcela. Mi permetto di suggerire due cose. Anzitutto è vero che da soli è più difficile vincere la dipendenza, mentre insieme ad altri, inseriti in un gruppo determinato e con le metodiche giuste, è possibile smettere di fumare. In secondo luogo non bisogna dimenticare mai che smettere è l'unica cosa da fare, se siamo forti fumatori e non ce la facciamo a controllarci. Proprio nell'ammettere che la sigaretta è più forte di noi sta la nostra forza, come credo succeda agli alcoolisti: io sono più debole di te, non ce la faccio a tenerti sotto controllo, l'unico modo che ho per sconfiggerti è evitarti del tutto. Sembra un paradosso, ma è così. Io ci sono riuscito.
Grazie per l'attenzione. Lupo.

mercoledì 6 maggio 2009

Siamo in tanti fuori dal coro

Sono ormai passati diversi giorni dal 25 Aprile. E' vero. Ma i valori fondativi del nostro Paese, pur essendo legati a tale ricorrenza, vanno oltre di essa e dovrebbero rivestire un ruolo ed un significato "perenni". Credo, dunque, che non sia troppo tardi per mettere in chiaro certe cose e prendere le distanze da pentimenti più o meno strategici. Allo scopo trovo molto appropriato il seguente commento, che riporto per intero condividendolo appieno, preso dal neonato sito SezioneLaSinistra
Buona giornata. Lupo.

FUORI DAL CORO

di Carlo Loccarini

Passo la giornata del 25 Aprile partecipando alla manifestazione di Porta San Paolo, che ricorda il primo atto della Resistenza romana, e rileggendo la raccolta delle lettere dei Partigiani condannati a morte. Lettere commoventi, anche strazianti, di donne ed uomini che stanno per affrontare i plotoni d’esecuzione fascisti e nazisti. Lo comunicano ai propri cari esprimendo sentimenti alti, con una fermezza, un rigore, una serenità che derivano dalla consapevolezza di aver compiuto l’unica scelta possibile “contro l’Italia falsificata dai fascisti” e per una “nuova Italia, più forte, degna e libera per le nuove generazioni” (Romolo).

Ti commuovi anche tu e leggi, ancora con grande emozione, i giornali del giorno dopo.

La novità più importante, quest’anno, è che, dopo 14 anni di dinieghi e rifiuti, Berlusconi ha partecipato alle celebrazioni con il fazzoletto da partigiano legato al collo e con belle parole (lo ha fatto nella città di Onna distrutta dal terremoto e dove, per rappresaglia per un cavallo che una ragazza non voleva farsi rubare dai nazisti, furono trucidate 17 persone!).

Io non riesco a partecipare al coro di chi esulta o di chi dice “meglio tardi che mai”, di chi, insomma, pone l’atto al di sopra delle reali motivazioni che lo hanno prodotto. La politica vive di scelte calcolate, opportunistiche e di questa politica il Nostro è il maggiore rappresentante. La conversione ha valore in sé? Io non riesco a non pensare ad una folgorazione sulla via del Quirinale.

Ragioniamo.

Fino a qualche giorno fa, il 25 Aprile era una festa comunista, e perciò da rifuggire, che Lui derideva dicendo che doveva lavorare, non aveva tempo da perdere. Ora non solo partecipa, ma riconosce pure il ruolo importante svolto dai comunisti nella Resistenza (sic!).

Dalla Resistenza è nata la nostra Carta Costituzionale. Ebbene, non si è ancora spenta l’eco della Sua famosa sentenza: la Costituzione è di stampo sovietico.

Se andiamo, poi, a spulciare tra le righe delle Sue odierne affermazioni, troviamo una perla significativa, anche senza scomodare Freud: “I repubblichini hanno combattuto per una causa persa”. Che sciocchi! Si combatte solo se si è sicuri di vincere, indipendentemente da quello per cui si combatte. (Lui è, anche, in grado di gridare “Viva la Resistenza” se Gli serve per vincere ancora, o no?).

Infine, vuol cambiare il nome di festa della Liberazione in festa della Libertà. Libertà è una parola che usa spesso (compare anche nel Suo nuovo partito) evidentemente solo per controbilanciare le tante censure comminate durante questo Suo regno.

E’ la lotta di Liberazione che ha riportato Libertà nella falsificata Italia dei fascisti, quindi limitarsi a dire “Libertà” significa cancellare la Resistenza e la lotta di Liberazione. Ben altro valore ha quella parola sulla bocca dei Partigiani condannati a morte.

Ha tolto l’equiparazione tra Partigiani e repubblichini? Nel contesto era inevitabile.

Sono proprio fuori dal coro!


giovedì 30 aprile 2009

Internet e democrazia

Tempo fa (a febbraio) avevo postato qualcosa circa la legalità su internet ed i tentativi da parte di alcuni parlamentari di demonizzare la Rete, introducendo forme di censura ministeriale.
Oggi c'è una buona notizia al riguardo. Infatti l'emendamento D'Alia, il famigerato emendamento del senatore UDC, è stato tolto di mezzo da quello presentato dall'on. Cassinelli, finora uno dei pochissimi parlamentari che abbia dimostrato di capire qualcosa del problema Rete.
Oggi in certo senso si può festeggiare, perchè c'è stata una vittoria ! Per approfondimenti si possono leggere l'articolo dell'avv. Scorza ed anche le notizie riportate nel blog AppuntiDigitali.
Conviene sempre, comunque, continuare a vigilare per difendere la libertà d'informazione.
Buona giornata. Lupo.

mercoledì 29 aprile 2009

A proposito di Veronica e la "candida puellula"

Non so quanto corretto e storicamente appropriato sia il riferirsi, in questi giorni, alla parola latina "candidatus" per vedere in essa il significato di puro, pulito, onesto. Non sono un latinista ma, se non ricordo male, nell'antica Roma la toga indossata da chi si presentava alle elezioni veniva sbiancata unicamente per una maggiore visibilità del soggetto interessato alla competizione elettorale. Senza scomodare troppo l'etica, ma solo per praticità: tipico habitus romano.
Comunque sia, stante l'accusa di ciarpame senza pudore indirizzata dalla Signora Berlusconi alla "candidatura" di donne dello spettacolo da parte del PDL, forse due parole su veline e velinismo in politica non sono del tutto fuori luogo.
Vorrei precisare subito che non mi interessano i fatti personali e le liti in famiglia di mister B., nè tantomeno il gossip, che sembra peraltro essere emblematico della situazione italiana.
A questo proposito confesso di aver letto oggi molti commenti alla recentissima esternazione della Signora, anche su quotidiani filo-governativi tipo Il Giornale e Libero. Ne ho ricavato delle considerazioni di cui non mette conto, qui, riferire. Infatti sono più o meno le stesse ricavate in occasione della precedente esternazione della Signora, quella dopo la frase di mister B. sulla Carfagna: "me la sposerei, se non fossi già sposato", vi ricordate ? D'altra parte, chi è contro Berlusconi gode nel vederlo attaccato un'altra volta dalla moglie; al contrario, in coloro che parteggiano per LUI, l'ammirazione non viene scalfita minimamente da fatti che sono considerati sciocchezze, ovvero pretestuosa propaganda della solita sinistra (al riguardo, stavolta l'articolo di Feltri m'è sembrato una debole e poco intelligente difesa d'ufficio, non all'altezza della persona, di solito capace e indipendente).
Tornando a noi, non voglio pensare che tutta la politica italiana sia ridotta ormai allo stile Bagaglino ed alle "gnocche" più o meno televisive. Dunque ritengo giusto evidenziare che la Signora Berlusconi ha voluto fare un discorso un po' più alto e impegnativo rispetto alla mera e riduttiva constatazione che l'anziano consorte non riesce a stare, nemmeno in politica, "sine candida puellula", come diceva Orazio. Il quale era un poeta, perbacco ... mica il presidente del consiglio !
L'espressione "voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici" suona come un macigno, ma io ci vedo non soltanto irritazione ed amarezza, come dire, personali ed intime. Ci vedo qualcosa di più. A me pare che, criticando il comportamento a dir poco spregiudicato della politica circa le candidature ed il ruolo delle donne all'interno del PDL, le sue parole cerchino di scuotere la gente (gli elettori del PDL ?) dal letargo intellettuale in cui li ha gettati "l'imperatore". Cioè, insomma, non si tratta soltanto di una bega fra marito e moglie, che potrebbe e dovrebbe essere risolta all'interno della famiglia, senza fare piazzate: che è la tesi sostenuta, poi, dai fans di mister B., ai quali non par vero di far passare la Signora per una casalinga frustrata e rompicoglioni. Nella sua presa di posizione, invece, mi sembra di cogliere qualcosa di più importante e significativo, qualcosa che denota un certo spessore umano e culturale. Che, pur con i distinguo del caso, mi fa tornare alla mente il personaggio sfortunato di Elide del film C'eravamo tanto amati, ricordate ? Elide, la quale per amore del cinico e arrivista marito Gianni si impegna allo stremo per essere alla sua altezza, cerca di crescere culturalmente, si sforza di leggere e di "raffinarsi", alla fine diventando una persona migliore. Migliore di suo marito, senza dubbio.
Lupo.

domenica 19 aprile 2009

On est une femme tout simplement

Vorrei con questa canzone offrire un omaggio ad ogni donna che entra negli ... anta, in particolare a mia figlia che proprio in questo mese compie gli anni. Auguri Alessandra !!!




Au soleil de mes 18 ans,
Je voguais sur des bateaux ivres
Et les Rimbaud de mes tourments
étaient des poésies à suivre
Je voyageais au gré du vent
Des bords de Loire aux Caraïbes
J'avais le coeur comme un volcan
Et j'aimais la fureur de vivre
Quelques années après pourtant

Ma vie ressemblait à un livre
Je tournais les pages d'un roman
Où tout me semblait trop facile
J'ai eu le succès et l'argent
Et j'ai connu le mal de vivre
J'ai dépensé beaucoup de temps
Avant de pouvoir vous le dire

Entre l'automne et le printemps
On est une femme à 40 ans
L'amour et l'amitié s'arrangent
Dans un bonheur qui se mélange
On est une femme à 40 ans

On est une femme tout simplement
On a la force et l'expérience
On sait tout pardonner d'avance
J'ouvre les yeux et maintenant
Le soleil a brûlé mes larmes
Je suis bien dans mes sentiments
Et la solitude a son charme
Je ne regrette rien vraiment
Autour de moi la mer est calme
Les Rimbaud de mes 18 ans
N'osent pas m'appeler Madame

Entre l'automne et le printemps
On est une femme à 40 ans
L'amour et l'amitié s'arrangent
Dans un bonheur qui se mélange

On est une femme à 40 ans
On est une femme tout simplement
On a la force et l'expérience
On sait tout pardonner d'avance

On est une femme à 40 ans
On est une femme tout simplement

mercoledì 15 aprile 2009

L' informazione: il coraggio e la libertà

Dal 6 di aprile ad oggi sono restato senza parole, svuotato e quasi tramortito dalla immane catastrofe successa in abruzzo. Ho seguito le notizie in radio e tv, ho letto i giornali, soprattutto ho cercato informazioni in rete, ma non ho avuto la forza di commentare, di dire qualcosa anch'io (come in tanti hanno fatto nei loro blog). Ad un certo punto mi sono chiesto se non fosse, la mia, una specie di vigliaccheria ... che ne so ?
Oggi mi va di dire qualcosa, non tanto sul sisma, quanto sull'informazione attorno all'evento che mai come in questi giorni è stata dilagante e pervasiva. A questo riguardo, senza farmi condizionare dalle recenti polemiche suscitate dalla trasmissione di Santoro ma rimanendo sulle generali, debbo confessare di avere la netta impressione che nel nostro paese, stante il regime che vi si è ormai instaurato, non esista più una vera libertà di informazione nè tantomeno di critica.
Infatti i media, tranne pochissime eccezioni, si sono omologati tutti sull'opportunità' di far passare il seguente messaggio: ottimismo, fiducia, quanto siamo bravi ed uniti nell'emergenza, il governo fa e farà tutto il possibile, va tutto bene, siamo capaci da soli a fronteggiare l'emergenza, la nostra protezione civile è la migliore del mondo, ecc. Ed il largo sorriso di mister B. che si spande all'intorno, messianico quanto e più di un pontefice. Ma siamo sicuri che le cose stiano veramente così, che la situazione sia questa, che non sia presente una certa disorganizzazione ? Si dice, ad es., che i soccorsi abbiano trascurato alcuni borghi lontani da l'Aquila, che tra il vestiario distribuito non manchi la robaccia, che i bravissimi vigili del fuoco siano poco coordinati in alcune incombenze (tipo le liste di accesso alle abitazioni per recuperare qualcosa), ed altro ancora. Qualcuno si è domandato che fine abbiano fatto i clandestini che, pare, dormivano negli scantinati del centro. Se questa cosa è vera, perchè nessuno ne ha parlato, magari per smentirla ?
Ma il punto, secondo me, è un altro: la stampa, le radio e le tv, le trasmissioni varie, insomma i mezzi di informazione, possono esporre i fatti in maniera obiettiva, mostrando anche le cose negative ? Oppure devono sempre e comunque fornire un'immagine positiva dell'italia, rassicurare la gente, nascondere le difficoltà ? Ormai, qui da noi, non appena uno s'azzarda ad esporre una critica, pur se documentata e basata su fatti incontrovertibili, viene tacciato d'essere "contro" per partito preso, bugiardo e comunista ! Persino i corrispondenti dei principali giornali stranieri sono stati "richiamati all'ordine": la Farnesina, infatti, li ha garbatamente invitati ad essere meno critici nei confronti del nostro paese (si veda a questo proposito l'articolo di ieri di B. Valli su Repubblica).
Sappiamo che questo atteggiamento risale a mesi fa, fin dal momento in cui mister B. ha deciso che bisognava tacere la gravità della crisi economica e spargere ottimismo a piene mani. Tuttavia, secondo il mio modesto parere, non è sufficiente il clima di acquiescenza e di servilismo che questo governo ha saputo diffondere (con la complicità di troppi concittadini, purtroppo) a spiegare il fatto che quasi tutti i professionisti dell'informazione si sono adattati a fare semplicemente i portavoce: bisogna proprio che si sia diffusa tra di loro una certa povertà culturale, civile, di coscienza, financo una mancanza di coraggio, se ci tocca di assistere (ripeto, tranne poche eccezioni) ad un tale appiattimento deprimente del giornalismo italiano. Forse il mio giudizio è troppo duro, e magari dipende dal fatto che sono incazzato per la mancanza di una vera opposizione a questo governo. O forse mi aspetto troppo dai giornalisti, proprio nel momento in cui la carta stampata è in crisi in molte parti.
Comunque sia, sono d'accordo con Clay Shirky del Guardian quando afferma "Society doesn't need newspapers. What we need is journalism." E non posso fare a meno di pensare al povero e coraggioso Giancarlo Siani, che giornalista voleva diventare per raccontare la verità, anche a costo della vita. Non pretendo il martirio, ma che almeno si raccontino i fatti come stanno, senza tacere le cose che potrebbero dispiacere ai potenti !
Lupo.

martedì 31 marzo 2009

Liberiamo i prigionieri birmani


Da www.avaaz.org
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Ciao, ti ricordi dei monaci che marciavano per la democrazia in Birmania un paio di anni fa che furono brutalmente attaccati dal regime militare? Molti di essi furono rinchiusi e da allora languiscono in brutali prigioni birmane. Ma adesso ex prigionieri ed attivisti coraggiosi stanno premendo per il rilascio di tutti i prigionieri politici, incluso il vincitore del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Ex presidenti stanno sostenendo la loro campagna e finalmente l'ONU inizia a tirare fuori qualcuno dal carcere. Ho appena firmato una petizione che chiede al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon di dare priorità al loro rilascio. Più siamo a firmare, più sarà chiaro che il rilascio di tutti i prigionieri è importante per i cittadini di tutto il mondo. Per firmare usa il link qui sotto. Puoi
dirlo ai tuoi amici ?

http://www.avaaz.org/it/free_burma_political_prisoners/98.php/?

Grazie infinite per il tuo aiuto!
Lupo.

sabato 28 marzo 2009

L'Ospite Inatteso


Così suona in italiano il film "The Visitor" del regista americano Tom McCarthy, che qui da noi è uscito alla fine dell'anno scorso. L'ho visto sere fa e m'è molto piaciuto. Si tratta di cinema minimale, sommesso, che racconta con leggerezza e sensibilità, senza retorica, la storia di un uomo grigio e solitario il quale si lascia vivere in una monotonia mortale, da quando cinque anni prima è scomparsa la moglie pianista. Walter Vale (interpretato da un grande Richard Jenkins, protagonista per la prima volta a 60 anni suonati !) è un professore di economia in una università del Connecticut, che non ama il suo lavoro, conosce poco i suoi studenti, da vent'anni tiene lo stesso corso: insomma, vive come imbalsamato nella banalità quotidiana. In sostanza appare come un uomo senza ambizioni, spento, nient'altro che spettatore della sua vita, quasi un perdente che nonostante l'età non più verde va ancora cercando la propria identità. C'è un particolare nel film che rende bene la personalità di quest'uomo. Il professore da tempo si sforza di imparare a suonare il pianoforte, ma i risultati sono deludenti, quindi fallisce anche in quello che sembra essere l'estremo tentativo per mantenere un rapporto con la moglie, oltre la morte.
Fino a questo punto, dunque, il regista costruisce una vicenda fatta di piccoli gesti, di niente (si potrebbe dire), praticamente senza azione. Ma di colpo succede qualcosa nel monotono fluire della vita di Walter, quando come da un turbine improvviso la sua non-vita, il suo non-agire vengono stravolti da un incontro davvero "inatteso". Tutto dipende dall'episodio fortuito e assolutamente inaspettato che tocca al professore quando si reca, suo malgrado, a New York per prendere parte ad un convegno dove tra l'altro si presenta un libro alla cui stesura egli ha collaborato. Entrato nell'appartamento che possiede in città, ma non abita da tempo, vi trova installata a sua insaputa una coppia di immigrati, un giovane siriano e la sua compagna senegalese, cui l'appartamento è stato affittato con l'inganno. Passato il primo momento di paura e di tensione, quasi di scontro, il professore decide di ospitare per un po' i ragazzi, finchè essi non troveranno una diversa soluzione abitativa.
Tra loro tre comincia a svilupparsi un rapporto quasi amichevole, che si consolida via via, specialmente fra Walter e Tarek, mentre la ragazza senegalese resta un po' diffidente e tesa. Il giovane Tarek per campare suona il tamburo africano, e la sua passione per la musica primordiale è tanto coinvolgente da spingere anche Walter a suonarlo: e qui il professore dimostra quel talento musicale vanamente ricercato nello studio del pianoforte. A me è parso che sia stata proprio la musica, al di là delle differenze fra i due (età, cultura, ecc.), a rafforzare il loro legame di amicizia. Il professore si risveglia piano piano alla vita, recuperando in certo senso la capacità di comunicare e provare emozioni, sì che non appare più come l'uomo spento, senza interessi, monotono e grigio delle scene iniziali del film. Questa nuova convivenza sembra fluire tranquilla, ed è bello osservare i due, Tarek e Walter, che in una sorta di scorribanda multietnica vanno a suonare insieme il djembé al Central Park !
Tutto bene, dunque, fino al momento in cui, per un banale equivoco, il giovane siriano viene fermato dalla polizia in metropolitana e da qui in poi si scatena tutta una serie di conseguenze drammatiche. Infatti si scopre che la posizione dei due ragazzi era irregolare, essendo essi clandestini. Tarek finisce internato in un centro di detenzione.
Qui comincia la parte del film che mi ha toccato più profondamente. Entra in scena l'azione. Walter si impegna con tutte le sue forze per far uscire il giovane siriano, assume un avvocato per contrastare la prevedibile espulsione, anche con l'aiuto di Mouna (la madre di Tarek, anch'essa vedova, giunta a New York poco dopo l'arresto del figlio). L'entrata in scena del quarto personaggio, secondo me, anzichè complicare la trama o far prendere al film la comoda strada della conclusione consolatoria (sembra nascere dell'affetto fra i due vedovi), dà modo al regista di rimarcare, in un alternarsi di commozione e sorrisi, la denuncia di cos'è diventata l'America dopo l'11 settembre, se è vero come è vero che la paura diffusa pare aver fatto rinnegare all'intero Paese i suoi stessi principi fondativi. E' una denuncia senza retorica, anche perchè bastano poche parole per far comprendere l'aria che tira negli States, dove dominano il sospetto e la diffidenza, uniti alla paura, essendo le ferite dell'attentato alle Torri Gemelle ancora aperte. Gli eventi precipitano e l'espulsione di Tarek si fa più vicina, nonostante gli sforzi di Walter per salvarlo. Il ragazzo urla la sua rabbia: "non sono un terrorista, io ! i terroristi non stanno rinchiusi qui dentro, hanno soldi, appoggi ... ". Tradotto: a pagare le conseguenze di una politica che pare aver stravolto i veri valori dell'America, e cioè una nuova opportunità fornita a tutti ed una democrazia nella quale gli immigrati da sempre rappresentano la linfa vitale, sono in genere i poveracci che tentano di vivere onestamente nella speranza di costruirsi un futuro decente. E' contro i deboli e gli indifesi che si scatena l'azione cieca ed inflessibile di scelte legislative e istituzionali dettate dalla paura. Non succede così anche qui da noi, in Italia ?
Ad un certo punto, con dolente frustrazione, la vedova Mouna afferma: "E' come in Siria", ricordando che là ha perduto il marito giornalista, oppositore del regime. Lei, che fino a pochi giorni prima era vissuta nella convinzione di aver ritrovato negli USA una nuova vita di pace, vede crollare tutte le sue speranze: l'ingiustizia continua, non v'è differenza.
Più sopra ho detto che il regista si esprime senza retorica e con toni di sommesso lirismo. Ma non si creda che la riflessione sul tema dell'integrazione e dell'America post-11 settembre sia meno forte e coinvolgente per questo, tutt'altro ! Non servono toni roboanti per denunciare, ma è sufficiente che la storia ci tocchi intimamente perchè resti scolpita dentro di noi.
L'ingiustizia, si diceva, continua se dominano la paura e l'odio per l'altro. Pare proprio che ci sia tanta strada da fare ancora, perchè si realizzi la piena integrazione. La conclusione del film non è per niente consolatoria, anzi evita accuratamente l'happy-end: infatti questo nuovo nucleo familiare è costretto a disgregarsi, e per un essere umano che si è ritrovato ed è tornato alla vita (il professore Walter Vale) ce ne sono altri che stanno perdendo tutto. Altro che "sogno americano" ! Il film termina mentre Walter scarica la sua rabbia impotente suonando il tamburo africano, come faceva Tarek, quasi a volerne prendere il testimone.
Per me tutto molto bello e toccante. Ve lo consiglio di cuore. Lupo.

martedì 24 marzo 2009

Finalmente ... c'est le printemps !





Y a la nature qu'est tout en sueur
Dans les hectares y a du bonheur
C'est l'printemps
Y a des lilas qu'ont même plus l'temps
De s'faire tout mauves ou bien tout blancs
C'est l'printemps
Y a du blé qui s'fait du mouron
Les oiseaux eux ils disent pas non
C'est l'printemps
y a nos chagrins qu'ont des couleurs
Y a même du printemps chez l'malheur
Y a la mer qui s'prend pour Monet
Ou pour Gauguin ou pour Manet
C'est l'printemps
Y a des nuages qui n'ont plus d'quoi
On dirait d'la barbe à papa
C'est l'printemps
Y a l'vent du nord qu'a pris l'accent
Avec Mistral il passe son temps
C'est l'printemps
Y a la pluie qu'est passée chez Dior
Pour s'payer l'modèle Soleil d'Or
Y a la route qui s'fait nationale
Et des fourmis qui s'font la malle
C'est l'printemps
Y a d'la luzerne au fond des lits
Et puis l'faucheur qui lui sourit
C'est l'printemps
Y a des souris qui s'font les dents
Sur les matous par conséquent
C'est l'printemps
Y a des voix d'or dans un seul cri
C'est la Sixtine qui sort la nuit
Y a la nature qui s'tape un bol
A la santé du rossignol
C'est l'printemps
Y a l'beaujolais qui la ramène
Et Mimi qui s'prend pour Carmen
C'est l'printemps
Y a l'île Saint-Louis qui rentre en Seine
Et puis Paris qui s'y promène
C'est l'printemps
Y a l'été qui s'pointe dans la rue
Et des ballots qui n'ont pas vu
Qu'c'était l'printemps

mercoledì 18 marzo 2009

Internet e libertà

Forse non ce ne sarebbe bisogno di parlare ancora di questo argomento, dato che ormai tutti noi siamo sufficientemente edotti circa le recenti proposte di regolamentazione (!) della Rete, nelle quali s'è manifestato il peggio dell'iniziativa politica degli italioti onorevoli. E' risaputo: quanto a ignoranza della materia ed inadeguatezza culturale i nostri eroi sono ai vertici mondiali. Ed anche per spudoratezza e servilismo nei confronti del capo non sono secondi a nessuno.
Giunti a questo punto, dunque, vedo che molti internauti e blogger preferirebbero il silenzio, magari per stanchezza o convinti che tacere sullo squallida stupidità delle presenti iniziative di legge sia forse la cosa migliore. Io però penso che una veloce sintesi di tutta la storia possa essere utile a quei due o tre che non ne conoscono i dettagli.
Dunque mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione il pezzo dell'avv. Guido Scorza su Punto Informatico, che mi sembra un utile riepilogo dello stato dell'arte, con alcuni appropriati e simpatici rimandi.
Buona lettura. Lupo.

domenica 15 marzo 2009

Nord e Sud: dove sta la differenza ?


Qualche tempo fa avevo letto con stupore sul Corriere questo articolo, dove si narrano le vicende che hanno portato alla costruzione dello scalo di Salerno ed al suo attuale fermo. Solo a distanza di pochi mesi dall'inaugurazione, il "Salerno-Costa d'Amalfi" oggi è diventato un aeroporto fantasma. Qualche jet privato e qualche charter: un'altra cattedrale nel deserto, dunque. Un esito che in Italia siamo abituati a vedere, purtroppo. Ma quali i motivi che hanno portato alla crisi odierna di questo scalo costato un sacco di soldi ? Gli scontri fra la compagnia low-cost spagnola ed il tour operator di Fiumicino, lo stupido campanilismo ed i condizionamenti della politica locale, i continui ritardi e la cattiva manutenzione dei velivoli, le promesse non mantenute, la mancata pubblicità per il nuovo scalo, ecc. Resta il fatto che, dopo una buona partenza, ora è praticamente tutto fermo. Ciononostante, si sta pensando di spendere altri milioni di euro per allungare la pista ! Incredibile, no ? Quando ho letto l'articolo di cui sopra ho pensato, onestamente, che il tutto si inquadrava benissimo nella solita tragicommedia del nostro Mezzogiorno, divoratore di risorse ed incapace di avvicinarsi agli standard politico-gestionali di un paese civile. Nihil novi, mi sono detto, sicuro che certe cose qui al Nord non potrebbero accadere. Niente di più sbagliato.

Infatti ieri mattina ho letto, sempre sul Corriere, che l'aeroporto di Montichiari (Brescia) ha chiuso l'esercizio 2008 con una perdita di 5 milioni di euro e che al momento ospita un volo al giorno ! Ma la sorpresa non finisce qui, tutt'altro. Il fatto veramente sorprendente è che gli enti pubblici bresciani sono pronti a sborsare 20 milioni di euro (e gli imprenditori altri 10) per acquisire il controllo dello scalo, e rilanciarlo alla grande. Il giornalista del Corriere si chiede: ma se nel nord già fa fatica Malpensa, se il problema è che ci sono troppi scali in pochi chilometri, che senso ha questo federalismo aeroportuale (o campanilismo) ? Ritengo che tutti quanti ci dobbiamo domandare che senso abbia questa rincorsa, basta avere un po' di sale in zucca: nella pianura padana, è indubitabile, ci sono già fin troppi scali e sarebbe meglio razionalizzare il traffico aeroportuale piuttosto che fare investimenti nell'illusione di "poter governare il territorio". Alla fine, mi sembra, anche al nord regnano incontrastati l'opportunismo politico e la megalomania.

C'é da riflettere, e tanto, anche su un'altra faccenduola emersa sempre in questi ultimi giorni. Mi riferisco alla truffa scoperta in una azienda sanitaria di ..... Napoli ? no, mi sbaglio, di Brindisi ? no, accidenti, di Treviso ! dove sono state scoperte diverse brave persone (immagino rigorosamente "padane") che per poche decine di euro sono state capaci di fregare il SSN: infatti questi egregi individui si sono spacciati per poveretti non in grado di pagare un ticket, mentre in realtà erano benestanti, professionisti, imprenditori, ecc. Che dire a questo punto ? Io vorrei vedere pubblicati i nomi di queste brave personcine, altro che privacy. Ma qui in Italia è molto più facile sbattere in prima pagina dei disgraziati qualsiasi, meglio se rom, giusto ?

Consoliamoci con la più simpatica notizia della settimana, portata agli onori della cronaca da "Le Iene": mi riferisco a quella quarantina di auto blu in servizio con lampeggiante e paletta (a spese dei contribuenti) in fila davanti al Coni per ritirare i biglietti omaggio, è naturale, per ministri e parlamentari. C'era la partita Roma-Arsenal, e che ddovevano fa', poverelli, 'sti onorevoli nostri ?

Che schifo ! Lupo.

lunedì 9 marzo 2009

Federica Pellegrini record mondiale


Proprio quando si celebra la Giornata della Donna, l'8 marzo, ai campionati assoluti primaverili di nuoto a Riccione la bravissima Federica Pellegrini, già primatista mondiale e campionessa olimpica, abbassa il "suo" record del mondo dei 200 sl a 1.54.47.
Due considerazioni. Anzitutto, l'eccezionale prestazione viene fornita dopo un momento di crisi (forse stress) manifestato poco tempo prima con la rinuncia a scendere in acqua per disputare i 400 sl: crisi evidentemente superata alla grande ! E poi, questo record è il primo mondiale nella storia dei tricolori, oltretutto realizzato nell'ultimo giorno di gara.
Ragazzi .... questa è una gran donna e, pur essendosi prestata ad alcuni servizi fotografici cui sembra impossibile resistere oggidì, non è una sciacquetta qualsiasi del genere veline, buone solo a spogliarsi in TV e sui calendari. Qui siamo in presenza di una sportiva d'altissimo livello, che da 4 anni fa onore all'Italia e (perchè no ?) al genere femminile. Con i fatti, voglio dire, non con l'esibizione di più o meno meritevoli grazie, come si diceva una volta, e/o con la mercificazione del proprio corpo.
Brava Federica ! Lupo.

martedì 3 marzo 2009

Napolitano e Medvedev a Bari


Conosciamo tutti la notizia della visita di Medvedev a Bari, dove il nostro Presidente Napolitano gli ha simbolicamente consegnato la proprietà della chiesa ortodossa di S.Nicola, nota come "la chiesa russa". Il santo di Bari gode di una diffusa devozione in Russia, al punto che lo stesso Medvedev e signora si sono recati a pregare nella cripta della cattedrale cattolica consacrata a S.Nicola. Ma, per tornare alla notizia, la chiesa ortodossa è un edificio costruito circa 1 secolo fa, che in base ad accordi precedentemente intercorsi doveva essere restituito ai legittimi proprietari. Se non ricordo male la faccenda era programmata per dicembre, ma poi ci fu l'improvvisa scomparsa del Patriarca russo a far rinviare il tutto. La cerimonia per la restituzione è stata dunque l'occasione per un incontro anche di natura politica: infatti, oltre a sottolineare il nuovo clima interreligioso che potrebbe rilanciare il dialogo fra i popoli ecc. ecc., il faccia a faccia fra i due Presidenti ha toccato l'argomento che oggi preoccupa maggiormente, e cioè la crisi economica mondiale e le modalità con cui affrontarla.
Non intendo commentare gli aspetti più interessanti dell'incontro, ma una cosa la voglio dire, però. Non ho potuto fare a meno di pensare a come la cronaca ci ponga spesso di fronte a fatti o circostanze che ci costringono a riflettere. Nell'incontro del 1 marzo, in effetti, di cose sorprendenti ce ne sono ! Anzitutto i protagonisti, da una parte il nostro Presidente, di certo uno degli uomini migliori della sinistra italiana ed europea, che nel suo percorso pubblico s'è dimostrato moderato e s'è impegnato per la transizione dei comunisti verso la socialdemocrazia, ma che è pur sempre stato uno dei leader del PCI; dall'altra il giovane Presidente della Russia, paese che fino a vent'anni fa rappresentava la lugubre applicazione del socialismo reale, ossia il comunismo al potere. Ebbene, i rappresentanti dell'Italia, Paese di vecchia e consolidata democrazia (nonostante il signor B.) e della Russia, di recente e "incerta" democrazia, s'incontrano per un fatto di natura molto poco "politica" o "laica" !
Dunque, se colpisce già constatare dove ci ha condotto la Storia della vecchia Europa degli ultimi decenni, ancora più sorprendente appare la circostanza per la quale avviene l'incontro fra i due capi di stato, e cioè la consegna di una chiesa. Se poi notiamo che sono circolate epressioni tipo "nuovo clima interreligioso" e "tendenziale comunione fra cattolici ed ortodossi", beh! ci potrebbe scappare un sorrisetto beffardo riandando con la memoria, non tanto ai nostri comunistelli di sagrestia, quanto alla tragica condizione dei credenti in quella che era fino a pochi anni fa l'Unione Sovietica.
Lupo.

giovedì 26 febbraio 2009

Di male in peggio: il comune di Palermo


Pensavo che il fondo l'avessimo toccato col disastro dell'amministrazione comunale di Catania, ma mi sbagliavo. Stamattina leggo su Corriere.it quest'articolo di G.A. Stella (che consiglio di leggere) sulla situazione del comune di Palermo, e resto senza parole.

Non so voi, ma a me verrebbe voglia di sbattere in faccia i dati riferiti dal giornalista agli elettori che hanno votato l'attuale governo, specialmente ai leghisti, per sentire da loro una giustificazione plausibile. So che non potrebbe essere fornita, perchè non esiste, ma ciò non mi consola proprio per niente.

Mi rendo conto che non è il miglior modo di iniziare la giornata, ma stamattina questo passa il convento ... per fortuna che a tirarci un po' su arriva Brunetta con la simpatica novità dello "sciopero virtuale". Non la conoscevo 'sta cosa, bisognerà approfondire.

Lupo.