mercoledì 15 aprile 2009

L' informazione: il coraggio e la libertà

Dal 6 di aprile ad oggi sono restato senza parole, svuotato e quasi tramortito dalla immane catastrofe successa in abruzzo. Ho seguito le notizie in radio e tv, ho letto i giornali, soprattutto ho cercato informazioni in rete, ma non ho avuto la forza di commentare, di dire qualcosa anch'io (come in tanti hanno fatto nei loro blog). Ad un certo punto mi sono chiesto se non fosse, la mia, una specie di vigliaccheria ... che ne so ?
Oggi mi va di dire qualcosa, non tanto sul sisma, quanto sull'informazione attorno all'evento che mai come in questi giorni è stata dilagante e pervasiva. A questo riguardo, senza farmi condizionare dalle recenti polemiche suscitate dalla trasmissione di Santoro ma rimanendo sulle generali, debbo confessare di avere la netta impressione che nel nostro paese, stante il regime che vi si è ormai instaurato, non esista più una vera libertà di informazione nè tantomeno di critica.
Infatti i media, tranne pochissime eccezioni, si sono omologati tutti sull'opportunità' di far passare il seguente messaggio: ottimismo, fiducia, quanto siamo bravi ed uniti nell'emergenza, il governo fa e farà tutto il possibile, va tutto bene, siamo capaci da soli a fronteggiare l'emergenza, la nostra protezione civile è la migliore del mondo, ecc. Ed il largo sorriso di mister B. che si spande all'intorno, messianico quanto e più di un pontefice. Ma siamo sicuri che le cose stiano veramente così, che la situazione sia questa, che non sia presente una certa disorganizzazione ? Si dice, ad es., che i soccorsi abbiano trascurato alcuni borghi lontani da l'Aquila, che tra il vestiario distribuito non manchi la robaccia, che i bravissimi vigili del fuoco siano poco coordinati in alcune incombenze (tipo le liste di accesso alle abitazioni per recuperare qualcosa), ed altro ancora. Qualcuno si è domandato che fine abbiano fatto i clandestini che, pare, dormivano negli scantinati del centro. Se questa cosa è vera, perchè nessuno ne ha parlato, magari per smentirla ?
Ma il punto, secondo me, è un altro: la stampa, le radio e le tv, le trasmissioni varie, insomma i mezzi di informazione, possono esporre i fatti in maniera obiettiva, mostrando anche le cose negative ? Oppure devono sempre e comunque fornire un'immagine positiva dell'italia, rassicurare la gente, nascondere le difficoltà ? Ormai, qui da noi, non appena uno s'azzarda ad esporre una critica, pur se documentata e basata su fatti incontrovertibili, viene tacciato d'essere "contro" per partito preso, bugiardo e comunista ! Persino i corrispondenti dei principali giornali stranieri sono stati "richiamati all'ordine": la Farnesina, infatti, li ha garbatamente invitati ad essere meno critici nei confronti del nostro paese (si veda a questo proposito l'articolo di ieri di B. Valli su Repubblica).
Sappiamo che questo atteggiamento risale a mesi fa, fin dal momento in cui mister B. ha deciso che bisognava tacere la gravità della crisi economica e spargere ottimismo a piene mani. Tuttavia, secondo il mio modesto parere, non è sufficiente il clima di acquiescenza e di servilismo che questo governo ha saputo diffondere (con la complicità di troppi concittadini, purtroppo) a spiegare il fatto che quasi tutti i professionisti dell'informazione si sono adattati a fare semplicemente i portavoce: bisogna proprio che si sia diffusa tra di loro una certa povertà culturale, civile, di coscienza, financo una mancanza di coraggio, se ci tocca di assistere (ripeto, tranne poche eccezioni) ad un tale appiattimento deprimente del giornalismo italiano. Forse il mio giudizio è troppo duro, e magari dipende dal fatto che sono incazzato per la mancanza di una vera opposizione a questo governo. O forse mi aspetto troppo dai giornalisti, proprio nel momento in cui la carta stampata è in crisi in molte parti.
Comunque sia, sono d'accordo con Clay Shirky del Guardian quando afferma "Society doesn't need newspapers. What we need is journalism." E non posso fare a meno di pensare al povero e coraggioso Giancarlo Siani, che giornalista voleva diventare per raccontare la verità, anche a costo della vita. Non pretendo il martirio, ma che almeno si raccontino i fatti come stanno, senza tacere le cose che potrebbero dispiacere ai potenti !
Lupo.

2 commenti:

Bianca 2007 ha detto...

CARO LUPO,
neppure le medicine amare che fanno bene quando si è ammalati si vogliono più.Si preferisce sentire l'"alta" percentuale di zucchero...Ma è tutto così offensivo questo edulcherarci le intelligenze di quei media e d'intellettualoidi dall'imponderabile viscida morale! Ma come ci manca il P.P.P."Capi,padri,signori:)I più adorabili di tutti sono quelli che non sanno di avere diritti.II) Sono adorabili anche quelli che pur sapendo di avere dei diritti,non li pretendono.III)Sono abbastanza simpatici,poi,quelli che lottano per i diritti degli altri.L'Angelo dell'Angelo e il Diavolo del Diavolo ci hanno detto che..."Oh quante belle figlie Madama Dorè..." "Lucciola lucciola vieni a me,ti darò del pan del re..." Vogliamo sorridere come i ragazzini di Balsorano...Voi pensate ai nostri (doveri) chè ai nostri (diritti),se vorremo,ci penseremo noi...
Ciao,Bianca 2007

gobettiano ha detto...

Non sbagli Lupo. Ma i medesimi giornalisti della carta stampata, quelli dei messi in crisi dal cannibalismo pubblicitario della TV privata che sta distruggendo pian pian anche la RAI, oramai sono ingabbiati. Essendo i giornali destinatari di fondi pubblici e di pubblicità, sono nelle mani di peronsilvio. Ma questo che è incivile ed antidemocratico, non si può dire. E forse è vero che a questo punto, come qualche idiota afferma, agli italiani non interessa.
luigi