domenica 25 maggio 2008

Anna Maria Franzoni santa subito ?


Pur mettendoci tutta la buona volontà di cui dispongo non riesco a capire le motivazioni che hanno spinto Rifondazione Comunista a chiedere la grazia per la Franzoni, condannata a 16 anni di carcere con l'accusa di aver ucciso nel 2002 il figlioletto di tre anni, sentenza resa definitiva dalla Cassazione pochi giorni fa. Il "delitto di Cogne" è stato uno degli eventi più noti degli ultimi anni, spettacolarizzato al massimo dalla TV (Bruno Vespa con la sua trasmissione ci ha vissuto alla grande) e da tutta la carta stampata, senza dimenticare i forum ed i blog. L'Italia s'è spaccata fra colpevolisti e innocentisti, mentre i sopralluoghi ed i dibattimenti in aula hanno visto tra i protagonisti i più illustri penalisti del nostro Paese. Alcuni sostengono che la strategia difensiva volta a strumentalizzare l'uso dei media sia stata voluta dalla stessa famiglia della Franzoni, proprio per coinvolgere l'opinione pubblica e creare difficoltà agli inquirenti. Comunque sia la condanna c'è stata, è definitiva e per quanto si possa comprendere la drammatica condizione di una madre costretta a lasciare due figli piccoli per entrare in carcere e scontare la pena comminata, tuttavia mi sembra prematuro sollecitare sconti di pena o simili. Già si deve riconoscere che la Franzoni non è mai stata trattata come una povera disgraziata qualsiasi: al contrario, ha goduto di mezzi economici e possibilità familiari inusuali, ha anche accusato ingiustamente un vicino di casa, s'è rifiutata di sottoporsi ad accertamenti psichiatrici, ha "sfruttato" una visibilità straordinaria. Per me la Franzoni è una povera donna con qualche problema di testa, che ha vissuto un dramma terribile, che ha sofferto tanto come madre (e tanto dovrà soffrire) e di sicuro non gioisco per il fatto che sia in galera, come penso non facciano nemmeno i più colpevolisti. Ma fra questa umana comprensione, di cui ha parlato pure il giudice, e la richiesta di grazia avanzata da taluni subito dopo l'ingresso in carcere della poverina, beh! ce ne corre. Mi sbaglierò, ma la faccenda della grazia sembra ancora una volta volere sfruttare la tragedia di Cogne, e s'apparenta tanto all'andazzo che va di moda oggi, appunto quello del "santo subito", quasi un tentativo di risarcire il male di vivere e chetare la coscienza collettiva.

Lupo.

4 commenti:

marina ha detto...

che dire? sono semplicemente estereffatta. Anche io ho umana compassione per la Franzoni, ma molta di più per il piccolo Samuele. E poi trovo assurdo chiedere la grazia per qualcuno il giorno dopo che inizia a scontare la propria pena. boh
marina, perplessa

marcopilotto ha detto...

Il direttore di Liberazione lo ha chiesto, per la precisione. Trovata pubblicitaria di un giornale che rappresenta un partito allo sbando. Consiglia Di Pietro di occuparsi di problemi piú urgenti e piú seguiti dagli italiani degli emendamenti salva rete 4 del governo. Ecco a cosa si riferiva evidentemente.
Credo che di lei si sia giá parlato abbastanza.
Marco Pilotto

Anonimo ha detto...

Il caso ed ilsuo svolgimento denotano oltre al resto,l'assoluta inadeguatezza delcodice penale e della procedura. E sono la prova del fatto che disponendo di mezzi, la galera si allontana o si riduce indipendentemente dalla colpevolezza. Si tratta solo di utilizzare le infinite falle e smagliature e scappatoie possibili solo per un costosissimo avvocato.Meglio ancora se ammanicato con i padroni delle TV. Ma oltrea questo, riconosciuta colpevole dagli unici depitati alruolo di giudici, trovo fastidioso questi empiti pelosi rivolti a chi ha fatto della prpria tragedia uno show strumentale a scopi processuali. Tra l'altro la famiglia e l'avvocatastro taormina sono accusati penalmente a proposito di prove manomesse e/o false. Rifondazione poi! Non so cosa dire.Anzi lo saprei bene,ma stendo un velo.
luigi

Anonimo ha detto...

LUPO,
non posso che essere d'accordo sulle riflessioni che fai.Le accentuerei solo su "è una povera disgraziata".Disgraziata appunto per forti problemi psichici che,se non presi nella giusta considerazione,possono portare a recidive e ad accrescere altre problematiche.I familiari (primis il marito) che volutamente non si assumono la responsabilità di affrontare obiettivamente la questione,si rendono complici di di "mancato soccorso" e,anche questo peserà! La mia umana PIETA' resta.Non la confondo con tutto quell'occultare a giustificazione di amore...Amare è anche PRESA DI COSCIENZA,non lasciarsi prendere nella tela dei subdoli quanto sottili ricatti sentimentali.Ma dolcezza ferma dentro la determinazione per un'autentico BENE in addivenire che,non copre,ma aiutando svela altre RI-nascite e potenzialità che,senza il doveroso necessario aiuto,non uscirebbero mai alla luce. Ciao,Bianca 2007