Infatti i giornalisti non si preoccupano di fornire al meglio delle possibilità notizie corrette, non controllano le fonti, ma si buttano nella bagarre in cerca di sensazionalismo e così via. Oppure, come nel caso di Feltri, adoperano tutta le loro capacità professionali ed i notevoli mezzi a disposizione per condurre una battaglia ideologica al servizio del potere. E così si riducono ad essere, in una parola, degli strumenti senza dignità.
Non saprei come altro definire un giornalista che, per distogliere l'attenzione mediatica dai problemi del suo capo e padrone, prima spara a zero contro il direttore de L'Avvenire fino a distruggerlo moralmente e professionalmente ed ora, tranquillo, come se nulla fosse successo, ammette di essersi sbagliato e chiede scusa. Non solo, ma decide che "il caso è chiuso". Eh no, caro mio ! Feltri ha la spudoratezza di ammettere che "si trattò di una bagatella e non di uno scandalo". Ma mi domando: e se disgraziatamente il Boffo, distrutto dallo scandalo, avesse commesso una sciocchezza (come è capitato in certe situazioni) basterebbe scusarsi per chiudere la questione ? Non credo proprio. Ma mi incavolo soprattutto quando Feltri dice che non si sarebbe occupato di Boffo .... se non avesse ricevuto certe informazioni da una fonte attendibile ! Semplicemente ridicolo, quando è noto a tutti che la campagna mediatica sulla omosessualità di Boffo fu architettata a freddo per dimostrare che tutti hanno scheletri nei propri armadi, ed il messaggio era: tutti colpevoli, nessun colpevole.
Ammetto che Feltri, già da tempo, non rientra nelle mie simpatie. Ma questo suo ripensamento non mi convince per niente, anzi, mi fa ritenere che si comporta spesso (di sicuro nel caso in questione) da quello che è, ossia un abile figlio di puttana.
Lupo.
2 commenti:
ciao Luciano, vedo che ogni tanto mi passi a trovare.... spero che il passaggio da me ti sia gradito e che con le mie sdolcinature ti vada su di qualche punto la glicemia ! buon we !!!!
Tendo a credere che l'errore di feltri sia stato volontario. Per la causa, questo e molto altro.
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