Ultimamente c'è parecchio movimento attorno ad internet: vengono infatti presentate e discusse diverse proposte tese a regolamentare l'accesso alla Rete, tanto che gli utilizzatori si stanno sempre più preoccupando, poichè sembra ormai chiaro l'obiettivo di limitare la libertà di espressione on-line. Vediamo come. Anzitutto c'è una diffusa ignoranza in materia, la confusione abbonda mentre cresce il rischio che si concretizzi, prima o poi, qualche provvedimento assurdo e penalizzante. D'altra parte qui in Italia c'è già una tale congerie di leggi e regolamenti al punto che non siamo solo la patria degli azzeccagarbugli, ma della illegalità tout court !
Per venire allo specifico, succede che alcune proposte siano avanzate da personalità politiche di poco o nullo spessore nella materia, magari solo per eseguire ordini di scuderia. Mi chiedo, tanto per fare un esempio, che ci azzeccano l'on. Carlucci o l'on. Barbareschi. La prima, se ricordate, ha già dato prova ampiamente delle sue capacità (!) nell'occasione della nomina del prof. Maiani a capo del CNR, e adesso si sta dando da fare perchè vuole togliere di mezzo
l'anonimato in rete (per approfondimenti consiglio la lettura di
quest'articolo di Elvira Berlingieri). C'è poi il secondo onorevole, il commediante, che col suo disegno di legge di contrasto alla "pirateria informatica" in realtà ambisce a
regolamentare il web, come del resto ha già preannunciato di voler fare il gran capo berlusca nel prossimo G8; mi pare, però, che Barbareschi faccia un po' di confusione, ad es. tirando in ballo l'open source che non c'entra niente.
Ho trascurato di dire in premessa che sono piuttosto ignorante su queste faccende. Tuttavia qualcosa so. Per dirne una, so che si sta discutendo molto del problema dei
reati d'opinione, anche alla luce del famoso 50-bis del DDL del senatore D'Alia, per fortuna corretto dall'intervento "salvablog" dell'on. Roberto Cassinelli (non tutti sono pessimi:
leggere qui per approfondire). Al riguardo preciso subito che per me certe regole è meglio ci siano e vanno rispettate, tenuto conto che la responsabilità è personale: non mi piace l'anarchia assoluta, ma mi pare assurdo equiparare un blog ad una testata giornalistica o costringere i provider ad un ruolo che non gli compete. Mi risulta anche che in sede di Comunità Europea è in discussione da tempo il cosiddetto "
Pacchetto Telecom"; e qui bisogna stare attenti perchè alcune direttive ivi contenute, se approvate così come sono state impostate, rappresenterebbero addirittura una minaccia per alcuni diritti fondamentali di noialtri cittadini europei (al riguardo si possono trovare informazioni
qui e
qui, oltre che sul sito di
Altroconsumo).
Ma, per restare in Italia, e nell'attesa di ottenere altre informazioni in merito, a preoccuparmi sono i segg. aspetti del problema:
1) in primis, come detto sopra, che generalmente di queste cose si interessano persone incompetenti, che manco la conoscono la realtà dell'ICT, di internet e del web (ma se vogliamo questa dell'incompetenza è la caratteristica peculiare della nostra classe politica !)
2) e poi che tutto questo affannarsi per regolamentare la Rete, mettendo lacci e lacciuoli, si traduca alla fine non soltanto in un peggioramento del digital divide, ma proprio in una perdita di libertà nella informazione on-line la quale, nella realtà nostrana in cui la carta stampata e le TV sono messe come sono messe, rimane l'unico baluardo democratico.
Se poniamo attenzione ad altri provvedimenti governativi in corso d'opera, tipo quelli per la privacy e le intercettazioni, non si può non rilevare che il tutto puzza un po' di censura, no ?
Buona navigazione. Lupo.