martedì 20 novembre 2007

Quella fine d'anno 1957

Se uno dice "mezzo secolo fa" o "son passati cinquant'anni" pare di leggere un libro di storia, mica di parlare della propria vita ! Eppure è questo l'ordine di grandezza. Allora, se si deve fare mente locale per riandare con la memoria a frammenti del lontano passato e raccontare qualcosa di sè senza intristirsi troppo per la vecchiezza, è meglio rifugiarsi nel "mi ricordo, quand'ero ragazzo ...". Dunque, stava per finire il 1957, avevo 15 anni ed eravamo tornati al paese per le vacanze di Natale, il primo sospirato rientro dopo il trasferimento al nord. Ricordo d'aver contato i giorni che mancavano alla fine delle lezioni con un'ansia crescente, uno struggimento ed un desiderio di rivedere gli amici che dopo non avrei più provato così intensamente. Intanto le feste andavano alla grande. Noi ragazzi si bighellonava insieme tutto il giorno, passando da una casa all'altra: era tutto un darsi appuntamento, trovarsi, progettare successivi incontri con i compagni, organizzare festicciole da ballo con la fonovaligia e ancora qualche 78 giri (i primi "festini" con le ragazze, quasi sempre sotto gli occhi vigili di mamme, zie o sorelle maggiori). Uno di quei pomeriggi senza troppi impegni, col mio grande amico Gilbo si decide di andare nella città più vicina e moderna, oggi diremmo all'avanguardia della tecnologia, dato che c'era un negozio di dischi dotato di cabina e cuffie per l'ascolto preventivo e la valutazione dei nuovi 45 giri. Oddio, piccola parentesi, quella città era nota anche per un'altra caratteristica, importante per i maschi del circondario, quindi anche per noi più piccoli che l'avremmo conosciuta ed apprezzata una volta maggiorenni, ma per fortuna o purtroppo, dipende, l'on. Merlin avrebbe di lì a poco deciso diversamente ! Tornando a noi, ma il disco da acquistare, si dirà ? Ebbene, era la canzone Diana di Paul Anka, che stava spopolando anche in Italia: se qualcuno ricorda l'inizio "I'm so young and you are so old", sembrava quasi la storia un po' morbosa di un adolescente innamorato di una più grande ... Beh, a me è capitato. Comunque sia, era un brano dal ritmo veloce e coinvolgente, tutta un'altra cosa rispetto alle insulse canzoni melodiche che ci propinava la radio all'epoca. Era proprio una rivoluzione, che seguiva a quella ancora più indiavolata di qualche tempo prima iniziata da Bill Haley col suo Rock Around The Clock. Paul Anka, però, mi piaceva più di altri perchè era anche pieno di dolcezza e sentimento, un po' come Elvis in alcune sue canzoni melodiche. Ho dimenticato di dire che il mezzo di trasporto che Gilbo ed io usammo per recarci in città fu la Lambretta, il mitico scooter che dava a noi ragazzi (ma prima anche ai nostri genitori) il modo di andare spesso in giro e sentirci grandi, oggi si direbbe emancipati. Era proprio una forte sensazione di libertà, anche se dovevamo faticare per conquistare il mezzo meccanico, vista la concorrenza in famiglia.
Ecco, se dovessi condensare in un episodio il ricordo di quella fine 1957, mi viene spontaneo il parlare proprio di quella corsa in Lambretta a Jesi col mio amico Gilbo e dell'acquisto di quel mitico 45 giri di Paul Anka. Sì, è vero, in quello scorcio d'anno c'era stato il lancio del primo satellite, lo Sputnik, che fu un avvenimento molto commentato, e successero altri fatti importanti, tra i quali è d'obbligo citare la pubblicazione presso Feltrinelli de Il Dottor Zivago, ma io dentro di me ho sempre portato il suono di quella canzone così giovane e viva e quelle parole ... "I'm so young and you are so old".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Tieniti solo la prima parte Lupo: i'm so young. Il resto lo fanno gli altri.Bello il ricordo, sai che pensavo che Daiana, come la chiamavamo, fosse più recente? Però comprimere la prospettiva è una bella risorsa.

roma fabrizio ha detto...

Ogni persona ha qualcosa da raccontare, anche storie semplici come questa sono piene di significati ed insegnamenti. Scoprire la storia, anche quella più recente, della gente comune è una bella occasione per capire come eravamo e come siamo oggi. Un tempo, proprio negli anni '50, si raccontava la vita delle famiglie in molti di quei film che oggi rivediamo con nostalgia, ma mi sorprendo quando scopro che molti giovani 15/16/18/20 anni non sanno quasi nulla di quel favoloso passato. Addirittura molti non conoscono attori come Mastroianni, la lambretta, i dischi e i balli dell'epoca. Mi domando di cosa si parla in famiglia. Se i nonni raccontano ancora le loro storie di guerra e miseria o se i genitori raccontano il boom, o gli anni più vicini del '68 o del terrore. Oppure si parla solo di Isole dei famosi, cronaca nera, calcio e soldi che non ci stanno mai?

Roma Fabrizio

Anonimo ha detto...

BELLA
e viva questa STORIA di vita vissuta.Gioia che resta nella semplicità del cuore che intatta la contiene! Bianca 2007

Anonimo ha detto...

Certo pensare "io 50 anni fa"...fa un certo effetto. Significa che siamo arrivati all'età dei bilanci, del riepilogo e sicuramente andare indietro con la memoria diventa un richiamo irrestitibile, attraente come la giovinezza. I ricordi e gli aneddoti di vita danno un valore al nostro vissuto, testimoniamo le nostri basi per spiegare e spiegarci chi siamo; raccontano le tappe del nostro divenire adulti. Certo esiste sempre una componente nostalgica, un senso di irrimediabilmente perduto, di emozioni irripetibili; ma altrettanto importante è fermare quei momenti, e condividerli. Essi faranno per sempre parte di noi e di quello che siamo ORA.