domenica 25 novembre 2007

A margine di .... non sapranno mai se era vero

D'improvviso mi ritrovo all'inizio del Corso, dalla parte della scalinata, proprio sotto il loggiato del Palazzo Comunale. Mi guardo attorno e non vedo nessuno. Strano, c'è sempre qualcuno in questo slargo, fermo a leggere le locandine esposte di fianco all'edicola o a scambiare due parole con i commercianti sulla soglia delle botteghe. Guardo meglio tutt'intorno, ma non c'è segno di vita. Neanche un cane, in senso letterale. Ma la gente, dov'è ? Inizio a dirigermi verso il Bar, volgendo la testa qua e là per capire cosa succede, perchè è proprio strana la situazione, non c'è che dire. Mi accorgo che l'atmosfera non è la solita e nemmeno la luce è normale, sembra un crepuscolo ma non è ancora mezzogiorno. Fa quasi freddo, come la mattina del 15 febbraio '61, poco prima dell'eclisse totale di sole. Rabbrividisco stringendomi nelle spalle e continuo a camminare lentamente. Osservando meglio, noto che le facciate degli edifici lungo il Corso, da ambo i lati, sono molto degradate come se mancasse da tempo immemorabile la necessaria manutenzione: intonaci scrostati, mattoni smossi, infissi cadenti. Non solo. I muri dei palazzi paiono anche intrisi d'umidità, come quando un violento acquazzone scaraventa di traverso secchiate d'acqua. Eppure, a guardare il cielo non si capisce se e quando sia piovuto. Oggi non so leggere questo cielo che non ha colore. Anche la via è disastrata: il selciato sconnesso, ingombro di polvere, rifiuti, cartacce. Tutto è immobile e silenzioso entro le mura. Non un alito di vento. Mi fermo un momento. Tendo l'orecchio, ma non colgo rumori venire dai campi circostanti, come invece capita d'estate, allorchè per il profondo silenzio ti svegli nel pieno della notte e puoi distinguere suoni lontani a te familiari. Chissà perchè, mi viene di pensare ad un set per film western da molti anni inutilizzato, solo che qui hanno costruito coi mattoni mica col legno. Ma dai, cosa c'entra questo, siamo in un paese medievale, caspita ! Cosa sta succedendo, allora ? Mi sembra siano passati mille anni dall'ultima volta che ci son stato, e già mi figuro le rovine dei quartieri nuovi del paese, che di sicuro potrei vedere se solo spingessi lo sguardo oltre le mura. Un giorno, con qualcuno, avevo sentenziato che la parte più vecchia del paese, quella medievale, bene o male rimarrebbe in piedi anche dopo mille anni, e quasi mi sento soddisfatto dell'esattezza della mia previsione. Non mi sbagliavo, dunque, visto che sto camminando in un centro storico tutto sommato ancora conservato dopo secoli di abbandono. Ma perchè è avvenuto tutto questo ? Immagino che l'abitato, per qualche misterioso motivo, sia stato lasciato da tutti i residenti. Vorrei conoscerne la causa: un'epidemia, una catastrofe naturale, una guerra forse ? Mentre continuo a camminare il respiro si fa veloce e corto, il cuore inizia a dolere, ma non posso fare altro se non proseguire fin quasi al termine del Corso e poi prendere la stradina laterale sulla destra, che porta alla casa dei nonni. Qualcosa mi spinge ad avvicinarmi al portone, come se entrare in quella casa sia il vero scopo del mio essere qui, ora, spinto da una sorta di richiamo o desiderio che non posso contrastare, ma che non mi fanno violenza. Ancora pochi passi e potrò suonare il campanello. Ormai sono proprio di fronte al portone verde scuro bisognoso di una buona riverniciata, ma ancora solido e resistente. E già sta scendendo in me una calma totale, il respiro torna nella norma ed il cuore mi s'allarga in petto. Di colpo il disagio è scomparso, adesso sto meravigliosamente bene. Ed ecco che dall'interno della casa giungono suoni e voci che mi paiono quelli allegri e caldi delle feste di Natale. Ma come ... chi può esserci dentro, non ho forse visto che il paese è deserto e senz'anima ? Certo la mia é un'impressione, in realtà sono io a volere che in casa ci sia qualcuno. Non può essere che così, del resto tutto è proprio strano, oggi ! Vedrai, fra un attimo spingerò il pulsante ma poi nessuno verrà alla porta per farmi entrare. Eppure, ora le voci sono più forti e quasi riesco a distinguerle. Meccanicamente pigio il pulsante ed ecco, le voci cessano, come se un direttore d'orchestra abbia ordinato loro di tacere. Il portone s'apre piano, con quel suo particolare cigolio a intermittenza (lo fa sempre nonostante le ripetute oliate del nonno) ed allora dalla soglia subito li vedo, mentre il vociare riprende vigore. Eccoli, finalmente: sono tutti lì, sulla scala che dall'ingresso conduce di sopra alle camere da letto. Sono la mia famiglia ! Stanno seduti in ordine sparso occupando quasi tutti i gradini. E guardano verso di me, con occhi luminosi e allegri. Appena entrato ho modo di apprezzare la luminosità ed il calore dell'ambiente, che di solito è piuttosto freddo. Si vede che hanno acceso il camino, come a Natale, e tenuto aperta la porta della cucina per diffonderne meglio il tepore. E' chiaro che mi aspettavano da un po', si vede benissimo. Infatti sorridono salutandomi, mi chiamano e mi si fanno incontro col più caloroso affetto. Sono tutti i miei parenti, proprio tutti, non manca nessuno. Sembrano persino più belli di com'erano quando li lasciai, e sono raggianti. Ma dov'erano andati ? Dov'ero andato io ? Non importa, non mi chiedo più nulla perchè ormai è chiaro che essi attendevano proprio me ed ora sono felici ch'io sia giunto. Anch'io sono felice d'essere tornato a casa e sento la mente sgombra e l'animo leggero. E capisco, infine, qual è il motivo del mio essere lì in questo strano giorno. E quietamente mi lascio abbracciare.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

MI HAI COMMOSSO E NON AGGIUNGO ALTRO! Bianca 2007

Anonimo ha detto...

Magistrale, tenero e forte, con la malinconia giusta dei sogni del pomeriggio e delle feste passate.
Nessuno se ne va, vero Lupo? E anche l'assenza lascia una scia dolce.

lupo42 ha detto...

Grazie a Bianca2007 ed a Willy, per aver compreso ciò che ho cercato di dire. In fin dei conti di un sogno si tratta, raccontando il quale ho cercato di esprimere almeno un po' le sensazioni e l'atmosfera da me provate. Vi garantisco che rare volte ho vissuto emozioni così intense come in questo sogno. Ed è strano che a distanza di tanti anni solo ora abbia sentito il bisogno di tentare di metterlo su una pagina. Purtroppo, le mie capacità non eccellono ! Ho comunque provato a farlo. Grazie. Lupo.

Anonimo ha detto...

Con le parole sei bravissimo.
Hai fatto una descrizione da 10 e lode, ma se posso permettermi vorrei consigliarti di acquistare una bella macchina fotografica digitale e così tutto quello che non riesci ad esprimere con le paole, lo farai attraverso i tuoi clik.
Sarà tutto più semplice ed efficace.
Inoltre il tuo blog acquisterà un maggiore impatto visivo che é molto importante quando si usa uno strumento multimediale come questo.
Una digitale non é difficile da usare,ti potrai sbizzarrire come vuoi e sono sicura che ti divertirai un mondo.

roma fabrizio ha detto...

sono d'accordo con marì. Credo che una persona che sa epsrimersi così bene con lo scrivere, anche se non è un fotografo sono sicuro che saprebbe fermare degli attimi straordinari e scattare belle immagini. E credo che l'ambiente ed i paesaggi dove tu vivi possono ben ispirarti. Aspetto con ansia di vedere qualche tuo esperimento.
Ciao
Roma Fabrizio

lupo42 ha detto...

A Marì e Roma-Fabrizio dico che sono contento per aver essi apprezzato il mio tentativo di scrittura. E li ringrazio per la spinta ad usare anche altri mezzi espressivi. In passato mi sono talvolta misurato col b/n, tentando di seguire l'esempio di alcuni maestri della fotografia, ma vi garantisco (l'ho constatato mio malgrado !) che tra scattare un'istantanea tecnicamente a posto, come si dice, perfetta e riuscire a dire qualcosa con una foto ci corre una bella differenza. Ciò non esime, certo, dall'usare questo mezzo che vediamo essere oltretutto molto facile e pratico oggi, come appunto sostenete voi, ed avete ragione. Ci proverò e così dovrebbe migliorare un pochino la parte "visiva" del blog. Ce n'è bisogno, lo so ! Grazie e ciao. Lupo.

Anonimo ha detto...

Bellissimo e struggente il sogno, bellissimo il racconto. La forza degli affetti familiari ci guida nel nostro cammino nel tempo immobile e solitario. E mi piace pensare che ci sia per ognuno di noi una porta che si apre nel suo mondo più intimo e vero.

Anonimo ha detto...

A bianca ed a Willy dici che si tratta semplicemente di un sogno...... sei o siamo sicuri ? Nel 1961 avevi 19 anni, adulto ? adolescente ? ragazzo ? non so' i parametri per certe definizioni sono cambiati ma ti voglio vedere come un ragazzo adulto , ragazzo perche' cerchi riferimenti , affetti veri , guide , adulto per la paura che certi affetti li puoi perdere con niente e il niente in questo caso e' la morte , l'assenza , il non c'e' piu' , essere soli...... , cercare la via giusta in un mondo , in special modo negli anni 60 , pieno di incertezze e di riferimenti ma con tanta tantissima fiducia di farcela e infatti nel sogno esci vincente ritrovi tutto quello che sembrava perso....sono sicuro che un 20 enne di oggi o forse anche tu stesso proiettato in questi anni il sogno all'inizio e la parte centrale sarebbe lo stesso ma la fine non sarebbe cosi' fiduciosa ma ...... piena di insicurezze perche' oggi ai ragazzi adulti mancano tutti o tanti riferimenti .....comunque complimenti per la dettagliata descrizione del sogno

Anonimo ha detto...

continua...... e la fiducia si trasforma inesorabilmente a una sfiducia .... speriamo , questa e' una speranza ( fuori dal sogno ) da genitore non sia una resa ......

lupo42 ha detto...

Debbo una precisazione a Scheggia, dato che quanto detto a Willy e Bianca2007 forse ha ingenerato una piccola incertezza. Prima, però, sento di doverlo ringraziare per l'attenzione che ha avuto la cortesia di dedicare alle mie parole. Dunque, è vero, nel racconto faccio un riferimento al 1961 proprio perchè quella "strana" atmosfera, quella luce crepuscolare in cui mi trovo immerso, mi fanno pensare all'eclisse di sole di tanti anni fa (evento del 1961). Tuttavia il sogno, se di sogno si tratta, è abbastanza recente e non c'entra nulla il 1961. Non è un sogno fatto da me ragazzo, ma da me ... già molto adulto, purtroppo, circa 15-16 anni fa, tanti comunque rispetto ad oggi, cioè al momento nel quale cerco di descriverlo. Pertanto il tutto non va visto nell'ottica delle attese e delle speranze tipiche del giovane, che si sta incamminando verso la propria vita. Nella mia descrizione, credo che il "ritorno a casa" significhi qualcosa di molto preciso e lasci intravvedere un futuro particolare, IL FUTURO, valido per ognuno di noi, giovane o vecchio qual io sono ormai. Grazie. Lupo.

Anonimo ha detto...

PER SCHEGGIA,
non so se ho capito bene il tuo commento e a cosa tu di preciso abbia voluto dire.Ma mi sento coinvolta in prima persona,visto che tu mi hai citato e,che ancora sono commossa per come LUPO ha dato sensosuppongo metaforicamente.Credo in ogni caso e al di là di paure che sempre ci sono compagne,SOGNARE ATTRAVERSO UNA POSSIBILITA' DI REALTA',ANCHE FOSSE UNA SOLA, RESTI L'ARMA VINCENTE DI OGNI GUERRIERO/A CHE AFFRONTA LA VITA COMBATTENDO PER OGNI SUO SOGNO E,NON SOTTRAENDOSI MAI A NESSUN TIPO DI LOTTA PER PROVARE A REALIZZARLI.Bianca 2007