martedì 13 novembre 2007

Rapina in casa, medico muore soffocato

Mi ero ripromesso di non seguire, almeno per un po', le notizie di cronaca nera, proprio per non figurare come i soliti anziani che parlano fra di loro quasi soltanto di disgrazie e di malattie. A questo proposito, piccola digressione, conoscevo due donne (madre assai anziana e figlia nubile a ruota) le quali, quando era giunto il momento, si dicevano: "impissa el televisore, che sentimo le disgrassie" ! Dunque, non vorrei parlare di "disgrassie", ma come si fa ? Non passa giorno senza che la cronaca di radio-TV e quotidiani ci porti in casa le peggiori notizie, come se non bastassero le difficoltà del vivere, lo squallore della politica, lo stato di insicurezza delle città, ecc. Siamo bombardati e c'è poco da stare allegri, basta scorrere l'elenco. Allora eccoci qua, pronti: il delitto della ragazza inglese a Perugia, l'uccisione del giovane nell'area di servizio ad opera di un poliziotto con conseguente guerriglia urbana a Roma, la morte per soffocamento di un medico dopo una rapina nel suo appartamento a Milano. Insomma, una serie di fatti che non solo fanno riflettere genericamente sullo stato miserevole della nostra società, ma si caricano di un significato ancora più pesante, secondo me, perchè sono emblematici di alcuni specifici disagi sociali. Mi sembra opportuno soffermarmi sui primi due casi, in quanto il terzo, quello del medico ucciso durante la rapina può rientrare nel normale (!) andazzo della cosiddetta "microcriminalità". Dunque, venendo al delitto di Perugia, questo fatto denota ancora una volta come una parte dei nostri ragazzi vive senza responsabilità, con troppa leggerezza, voglio dire cioè non con quella naturale levità o quella spensieratezza che caratterizzano la giovane età, ma con l' eccessiva facilità derivante dal fatto di essere stati cresciuti avendo sempre e comunque tutto, mezzi e denaro in abbondanza, ogni cosa facile da ottenere e possedere, con in testa solo il divertimento e lo sballo. Sì, eccessiva facilità anche nello studio, si pensi al livello della scuola superiore e delle Università. Non sto dicendo che il "lassismo" praticato negli ultimi decenni nelle famiglie e nelle scuole sia l'unico colpevole, ma di certo ha contribuito a creare delle personalità deboli, delle teste vuote di ideali e distorte da una malata voglia di strafare e strafarsi. Non voglio dilungarmi, e mi chiedo: la scuola, ma soprattutto i genitori e le famiglie, si sentono o no responsabili di fatti come quello della guerriglia urbana a Roma e dell'assalto alle caserme ? Sì, d'accordo, ci sarà anche il disagio sociale delle periferie, la precarietà del lavoro, la crisi delle ideologie, ecc. ma se tanti giovani rivelano questa sub-cultura da sub-umani, che c...o gli hanno insegnato a scuola o in famiglia, che progetti di vita sono stati loro trasmessi ? Infine, venendo alle responsabilità delle istituzioni, mi sembra sia già stato sottolineato da molti commentatori il comportamento aberrante ed irresponsabile (dire poco professionale è riduttivo) dell'agente della Polizia Stradale che ha ucciso il giovane nell'area di servizio, unitamente a quello dei media, che hanno definito il poveretto fin dall'inizio "tifoso laziale" e si sono buttati sulla notizia come cani sull'osso, dando forse il via ai "casini" che son successi dopo. Ci sarebbe molto da dire anche sulla "deontologia" del Calcio italiano e sulla canea delle trasmissioni pseudo-sportive, ma per il momento basta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ho letto molto di quanto hai scritto nel blog, tutto no, per evitare l'overdose. Condivido che c'è una associazione tra irresponsabilità educativa diffusa e sensazionalismo quotidiano da notizia. Della serie ammazzasette e chi la racconta più grossa e truculenta vince. Sono costretto a sperare che comunque emerga il positivo nel vivere, nella vita comune, perchè l'alternativa è quella della paura costante.