mercoledì 5 marzo 2008

Darwinismo sociale e potere d'acquisto

Ne hanno parlato tanto in questi ultimi tempi del divario tra ricchi e poveri nel nostro Paese, che s'allarga di anno in anno accrescendo le diseguaglianze ed in questo senso fa dell'Italia un paese da record. Secondo quanto riportato in grafici e tabelle nelle elaborazioni effettuate dai vari istituti di ricerca tipo Istat, Bankitalia, Eurisko, Ufficio Studi Confcommercio ... qui da noi il 10 % delle famiglie possiede la metà della ricchezza complessiva. Non so se e quanto bisogna credere ai dati ufficiali, comunque sono informazioni sulle quali è opportuno riflettere. Emergono diversi fatti interessanti. Anzitutto, dal 2000 il reddito dei lavoratori a reddito fisso e dei pensionati è rimasto praticamente immobile, mentre quello degli autonomi (quello "ufficiale" s'intende) è salito del 14 %. E poi, nonostante la crisi ed il declino economico, il comparto del lusso va sempre alla grande con miglioramenti a due cifre. Dunque, da una parte famiglie che fanno fatica a tirare avanti, dall'altra gente che non sente minimamente aria di crisi, anzi sta sempre meglio, è sempre più ricca. Il classico caso di una società a due velocità. Fra le categorie in maggior spolvero, per così dire, troviamo i liberi professionisti, gli imprenditori, i commercianti (soprattutto i grossisti e la grande distribuzione) e poi gli artigiani ed infine i dirigenti. Nihil novi, verrebbe da dire. Di questi tempi, quelli che contano sul proprio modesto stipendio per contrastare l'inflazione e l'aumento dei costi possono solo contrarre le spese meno essenziali, cioè in certo qual modo devono imparare a vivere ... da poveri. Almeno così parrebbe. Certamente fra le categorie più ricche io metterei anche i politici, non solo i parlamentari però, perchè mi sembra che pure tanti altri cosiddetti "servitori" del bene pubblico se la passino bene quanto alla paghetta percepita: penso ai sindaci, ai consiglieri ed assessori degli enti locali, agli amministratori di società pubbliche e così via. E poi ci metterei le banche e le assicurazioni, i faccendieri e la genia degli speculatori vecchi e nuovi, senza dimenticare i "furbetti" vari. Al di là delle cifre preoccupa lo stato d'animo della gente, la sensazione di vivere un momento di crisi che toglie sicurezza a chi quotidianamente fa i conti con l'aumento degli alimentari e del carburante, tanto per citare due realtà tangibili. In tutto questo si inserisce la sfiducia diffusa tra i cittadini, non tanto nella classe politica (eppure sono molti gli onorevoli impresentabili) quanto nella politica tout-court, atteggiamento che non so come possa essere recuperato durante la corrente campagna elettorale (tanti diserteranno le urne). Ma forse la crisi più pericolosa è quella che sta coinvolgendo le nuove generazioni, in certo senso deprivate del futuro cui avrebbero diritto di aspirare. Non vorrei apparire disfattista, ci mancherebbe: infatti vedo in giro parecchi che sembrano essere ricchi e altri che "fingono" di essere poveri, e poi tanti che si lamentano perchè a noi Italiani questo piace ed in fondo siamo da sempre un po' cinici ed approfittatori. Tuttavia come si fa a restare indifferenti di fronte all'immagine di anziani pensionati, dignitosissime persone pur nella loro modesta condizione, che alla fine del mercato vanno alla ricerca delle rimanenze di frutta e verdura ? Mi intendo assai poco di economia ma, se continuano l'escalation dei prezzi ed il deterioramento del potere d'acquisto, non v'è forse il rischio che l'opinione pubblica sia disorientata e addirittura minacciata la pace sociale ? Come minimo, secondo me, qualcosa va corretto in questo cosiddetto "darwinismo", quando un numero sempre crescente di cittadini fa fatica a campare, senza bisogno di analizzare tabelle e grafici per rendersi conto delle difficili condizioni in cui si trova a vivere. Certo che in prospettiva non si intravvedono autentici e concreti segnali di cambiamento, se non le solite promesse ed i generici programmi quasi tutti uguali, che mi sembra dicano poco o niente ormai. Mah, staremo a vedere !
Ciao a tutti. Lupo.

8 commenti:

Unknown ha detto...

Caro Luciano,
la notizia che tu riporti é vera.
Il divario fra ricchi e poveri va diventando ogni giorno sempre più ampio, ma ciò non dipende solo ed escusivamente dal sistema.
Ti spiego cosa intendo dire.
Qui in Sicilia ci sono ettari ed ettari di terreni incolti, che potrebbero essere impiegati per la coltivazione di ortaggi o altro ed invece sono letteralmente abbandonati.
Nessuno vuol più fare il contadino, nemmeno come hobby.
I giovani per esempio preferiscono andare a faticare all'interno di palestre piuttosto che andare a sudare sui campi.
Gli uomini nel dopolavoro preferiscono spendere la loro energia facendo con gli amici una partita al calcetto o a tennis...
Questo é uno spreco di energia non imputabile al sistema.
E' troppo facile dare la colpa di tutto sempre e comunque all'organizzazione politica della nostra nazione, ma infondo noi cosa facciamo per cambiare le nostri sorti?
La verità é che siamo diventati un popolo di sfaticati e di pigri amanti delle comodità, della bella vita, del lusso, ecc..
Ma le due cose non si conciliano.
Perciò é inutile stare lì a lamentarci, nessuno ci darà tutto quello che desideriamo.
Siamo solo noi che ci dobbiamo rimboccare le maniche e darci da fare.

Un grande abbraccio, ciao.

lupo42 ha detto...

Grazie Marì per la tua attenzione, come sempre. Giusto quanto dici: vedo anch'io che a volte manca la voglia di impegnarsi, perchè di sicuro è preferibile giocare a calcetto con gli amici piuttosto che faticare su un campo, magari sotto il sole. Però mi risulta che una parte della gioventù, proprio nella tua Sicilia, costituisca delle cooperative (anche su terreni espropriati a boss mafiosi) riuscendo in questo modo a crearsi un'alternativa per il lavoro, quando non c'è. E aggiungo che, come ben sai, è piuttosto facile generalizzare, quando bisognerebbe vedere meglio caso per caso. Tuttavia, sempre parlando dei nostri giovani, non si può negare che oggi per essi le occasioni di migliorare siano minori rispetto al passato. Tant' è che si dice che questa qui è la prima generazione di figli i quali non riescono a stare meglio dei genitori, hanno meno speranze per il futuro di quelle che avevamo noi (parlo della mia classe, cioè degli attuali circa sessantenni). E questo di per sè mi pare un dato poco confortante, cosa ne dici ? Ma, infine, la penso come te riguardo alla malattia cronica di noi Italiani, sempre pronti a fare i furbi ed a lamentarci, ed impegnati a scansare le responsabilità (l'ho accennato nel post). Ciao Marì ed a presto. Lupo.
PS: bello il post di Roma-Fabrizio , devo ancora commentarlo ma lo farò al più presto.

Anonimo ha detto...

secondo Darwin,
l'"evoluzione" della specie (a proposito "spece" o specie"?),doveva corrispondere a sviluppo,svolgimento di nuove forme che, (gradualmente) si modellano su quelle vecchie fino a formarne di nuove.Sappiamo benissimo che, natura, vita e società muta senza posa e che, le modifiche avvengono sempre anche senza accorgercene e in modo impercettibile.Darwin però fu colui che cercò sempre un intesa con chi lo contestava e poemizzava con lui anche aspramente e non dando mai battaglia a chi non lo aveva capito pur restando SALDO nelle sue convinzioni.Nella attuale società,le "disparità" continuano ad allargarsi e,non vedo nessuno veramente "convinto" a contrapporsi affinchè questa "involuzione" NON avvenga,anche se,impercettibilmente tutto continuerà a cambiare...Come?!...Come dici tu,Lupo,vedremo!...Un abbraccio grande,Bianca 2007

roma fabrizio ha detto...

Si è vero che si è notevolmente allargato il divario tra ricchi e poveri. Non è vero però che tra i privilegiati ci sono i piccoli imprenditori. Per me i privilegiati veri sono i super pagati dallo stato come commessi della camera o altro, per non parlare poi dei politici e dei manager delle aziende sempre statali o partecipate. Ci sono quelle categorie che scrive Lupo. Ci sono poi quelli che hanno tanti appartamenti o che ne avevano diversi acquistati in lire e poi rivenduti in euro.
Mi interessa molto la riflessione di marì sui giovani e sulla terra da lavorare. Ringraziando Dio ho fatto anche questa esperienza.
Nella Regione Lazio ci sono molti terreni della Regione stessa abbandonati ed improduttivi che la Regione fa difficoltà anche a censire. Questi terreni potrebbero essere frazionati e dati in concessione a giovani, permettendo loro di lavorare la terra e metterci su una casa, magari di legno così da non imporre altro cemento e deturpare la natura. Ne esistono di belle da più di 100 mq che costano poco più di 30.000 euro. Insomma si potrebbe prendere esempio da quello che di buono si fece nel famoso "ventennio" dello scorso secolo quando si davano poderi e terre ai coloni. Sono sicuro che ci sarebbero molti giovani interessati. Ma quale giovane oggi si comprerebbe un terreno agricolo da almeno un ettaro (parlo della situazione minima a Roma) per poi costruirci sopra una casa in cemento spendendo (miracolo se riesce ad ottenere benestare ed autorizzazioni) tra terreno, licenze, casa, e creazione dell'azienda agricola 2/300.000 euro per poi zappare la terra da mattina a sera, avere un carico fiscale del 50% ecc. ecc.?
E' ovvio che un giovane ambisce a qualcosa di diverso.
Potrebbe "leccare il sedere" ad un politico, che poi magari lo sistema in qualche ministero, oppure tentare di fare carriera nel calcio o nella tv, oppure delinquere oppure rimanere a casa ad aspettare l'eredità dei genitori.
Il problema è che oggi le opportunità per i giovani non si sono dimezzate,ma ridotte al 10% rispetto al passato. Negli ultimi vent'anni la politica e i governi hanno prefrito investire sui "vecchi" (senza offesa, perchè per me vecchio è qualcosa di molto bello e importante). Per un giovane senza genitori ricchi, l'idea di crearsi un'impresa è semplicemente impossibile. Il posto fisso non esiste più così come la pensione. Non esitono più i concorsi pubblici e le assunzioni si fanno per nomina. E' così che hanno creato la "dipendenza" dal potere. Capito che furbi?
Lavorare la terra è straordinario. Ti fa sentire "vivo e potente" e ti fa gioire della vita e della natura, avvicinandoti a Dio e alla saggezza. Sono certo che molti giovani sarebbero disposti a farlo, ma non sono disposti ad andare a raccogliere pomodori a 12 euro al giorno e fanno bene.
E' anche vero che i genitori oggi sono più possessivi, soffocano di più i loro figli, tenedoseli a casa a vita con la scusa che è diffcile farsi una famiglia o trovare lavoro. Il prezzo delle case (a Roma e provincia) è impossibile e gli affitti allucinanti con contratti ad un anno e prezzi che può permettersi solo Briatore.
La terra va data ai giovani...tanto poi la danno ai costruttori, cambiando i piani regolatori, e facendo nuove case. sempre più case o centri commerciali. Cemento su cemento...ma per chi?
Se la mia Regione mi desse un bel pezzo di terra da coltivare e la possibilità di tirare su il mio bel prefabbricato di legno, agevolazioni fiscali VERE, lascerei le mie società e cambierei vita.
Per governare bene paesi e popoli sono necessarie molte virtù che oggi sembrano più appartenere agli animali che agli uomini.
Chiunque sarebbe fiero di seguire capi altruisti, coraggiosi, lungimiranti, determinati, caritatevoli, forti, sensibili, giusti, onesti e saggi.
Chiunque!

Anonimo ha detto...

La diagnosi non può essere contestata. La prognosi precede tempi lunghi. La cura.soprattutto per i giovani e non solo è offrire opportunità di crescita professionale ed economica rompendo caste e clientele. Di fatto qui competizione on c'è: c'è cooptazione, c'è vecchiume inamovibile. Più in generalesi tratta di rendere libera l'economia di questo paese.
Una parte di soluzione è di certo questa.
luigi gobettiano

Anonimo ha detto...

il divario , cosi' netto come dicono , tra ricchi e poveri e' sempre esistito e sempre esistera' anzi in passato , e per passato intendo dall'anno 0 al dopo guerra , il povero era povero sul serio ovvero non aveva nulla per vivere ora per povero s'intende la persona che deve rinunciare magari a mangiare il prosciutto o la pasta di marca ma questo non significa essere poveri significa saper rinunciare .
Poi e' logico che vedendo persone , il famoso 10% , che hanno in mano la ricchezza nel vero senso della parola ovvero che possono permettersi tutto anche di acquistare 50 appartamenti in un giorno , vedi Vieri il calciatore , vorrei fermarmi e portarvi ad una riflessione : ma siamo sicuri che vivere in questo consumismo sia positivo ? siamo sicuri che la parola crescita , quella che predica Montezemolo , sia giusta ? forse sarebbe meglio fermarsi e magari capire veramente chi siamo , se in una famiglia di 4 persone ci sono 3 macchine , 4 telefoni , si mangia senza cucinare , etc etc , come possono poi affermare che al 20 del mese hanno finito i soldi ....ecco da qui' inizierei ad un ridimensionamento di tutti e lasciare perdere quel 10 % tanto quello c'e' e ci sara' sempre e se vieri compra 50 appartamenti a prato ma lasciamolo fare , e' molto meglio essere in affitto o comprarsi casa lavorando veramente e seriamente e qui' mi allaccio al discorso di mari' , i giovani devono essere cosi' forti da non pensare al soldo facile ma al soldo sudato .
Comunque questo argomento e' complesso e difficile ed e' facile essere superficiali...... Per i pensionati e' un discorso a parte.....nel senso che va' analizzato con molta attenzione sia dalle istituzioni che dalla famiglia del pensionato .
Scheggia

DolceBuba ha detto...

Come dicevo già a Fabrizio, la mia busta paga di oggi ha lo stesso potere d'acquisto della mia prima busta paga da neo-diplomata, ben 18 anni fa. E' una vergogna, si fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Il tempo da dedicare a noi stessi è sempre più limitato, le giornate sempre più frenetiche. Ci rimangono solo delle briciole di tempo...

Anonimo ha detto...

ma che bello ..era solo l'8 marzo quando è stato messo l'ultimo commento...ora che dite_? secondo me il peggio ancora deve arrivare...fate scorta di pasta e pomodori che sarà dura!Io andrei a lavorare la terra nel frattempo che in fabbrica fa sempre più schifo