sabato 29 marzo 2008

“Thyssen, uno scandalo della democrazia”

Prendo spunto dall' intervista a Ezio Mauro a proposito della serata organizzata al teatro Ambra Jovinelli per ricordare le vittime della tragedia della ThyssenKrupp ed evitare che scenda "il silenzio su questa storia".
A questo scopo, se a qualcuno fosse sfuggito, suggerisco l'ascolto della chiamata al 118 trasmessa qualche giorno fa in TV: è un audio terribile, una testimonianza straziante di quelle ore del 6 dicembre 2007 dalla quale emergono la concitata disperazione dei soccorritori ed il "burocratese" degli operatori addetti alle emergenze. Per l'ascolto potete cliccare qui (debbo alla sensibilità attenta dell'amico blogger Willy l'invito a segnalare il link).
C’è poco da dire, se non riaffermare il nostro impegno per fare qualcosa, qualsiasi cosa possiamo fare, per impedire che l’Italia sia ridotta a questo, per rifiutare che il lavoro sia ridotto a questo. Nelle restanti giornate di campagna elettorale, in cui si nota più il miserevole agitarsi dei soliti squallidi omuncoli in cerca di poltrone che la ventata di rinnovamento tante volte promessa, che almeno sappiamo gridare forte e chiaro questa consapevolezza.
Lupo.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

E COME DIMENTICARE?!
Da laica e mai condizionata da nessuna tessera di Partito ma con RADICI profondissime che hanno nutrito tutta la mia vita nonchè il mio percorso politico,attribuisco VALORE assoluto per quella Democrazia che sforzi immani nonchè "sangue" è costato il suo sancirla attraverso la "Carta dei Diritti".Verità fondamentale dalla quale far partire la DIGNITA' dell'uomo ad essere considerato prima di tutto PERSONA,poi tutelato e difeso da barbarie,sfruttamento,impreparazione organizzativa che ha portato a così atroci risultati. Ma in questo valore di Democrazia,semplice in sè che tutto dovrebbe essere verità naturale dell'uomo,la difficoltà sta nell'eserne nutriti,nell'essere talmente assorbiti,che l'applicazione diventa istintiva.Credo che, la prima difficoltà sia nelle parole.La verità abita nel fondo del cuore di ogni uomo,ma così profondamente nascosta che è difficile tradurla anche nel linguaggio.Comunque sia,sono convinta che,solo la politica sia il luogo naurale per l'esercizio concreto del pensiero.L'IMPEGNO costante poi, a tenerlo presente e ad operare i tal senso.Memori della Storia.Memori delle nostre RADICI sane di appartenenza!Bianca 2007

DolceBuba ha detto...

E' vero caro Lupo, certe notizie purtroppo finiscono nel dimenticatoio troppo velocemente.... Non penso che i nostri cari politici riescano a fare qualcosa di buona in proposito. Le leggi sulla sicurezza del lavoro vengono prese troppo facilmente sottogamba, poi quando succedono queste tragedie si "gioca" a scaricarsi le colpe gli uni con gli altri. La telefonata è molto shoccante, ma pemettimi... ho trovato "shoccante" anche l'operatrice del 118....

lupo42 ha detto...

BIANCA
fa sempre piacere trovare persone che sono sulla tua stessa lunghezza d'onda, no ? Dunque mi piace che ancora una volta confermi la tua incrollabile fiducia nella democrazia e l'impegno a farla crescere, contro ogni forma di sfruttamento e/o d'ingiustizia. Nella consapevolezza delle "sane radici" cui sentiamo di appartenere.
BUBA
come non restare colpiti dal comportamento, dal linguaggio stesso dell'operatrice del 118 ? Non sapendo come descriverlo ho usato il termine "burocratese", che mi sembra rendere abbastanza l'idea.
Ciao e buona domenica. Lupo.

roma fabrizio ha detto...

Triste, drammatica, pietosa.
Ti ricordi quando dicevamo che si continuerà a morire di lavoro?
Io penso che questa sia la peggiore campagna elettorale mai compiuta e credo che niente possa, nell'immediato futuro, migliorare le cose.
Spero solo che i giovani escono allo scoperto alzando la voce con coraggio, intelligenza e determinazione.
Che altro potrei dire.......
Ciao Lupo,
Roma fabrizio

Anonimo ha detto...

Condivido l’amarezza e l’indignazione per le morti sul lavoro. Purtroppo la cronaca prevarica quelle che sono le vere cause che provocano tali tragedie. Si discute molto del fatto ma poco del perché e delle sue conseguenze. Ottima,puntuale e lodevole quindi l’iniziativa di Ezio Mauro. Abbiamo avuto occasione di parlare,su questo blog,di valore e sul significato che diamo a certe parole. Anche il concetto di lavoro ha avuto una lenta e progressiva dequalificazione del suo originale significato e del suo valore etico-sociale. La parola lavoro viene quasi ignorata dai mezzi di comunicazione di massa quasi fosse una anomalia,un elemento estraneo alla dinamica della nostra società. Si discute,e molto,del costo del lavoro ma si tende ad ignorare la figura del lavoratore ritenuta marginale, come un inutile e ingombrante fardello,elemento secondario e di poca rilevanza nello scenario dell’economia globale. Per i media il lavoratore è interessante solo quando fa notizia e la morte è sempre stata un ottimo elemento di cronaca . Un po’ di attenzione,cerimonia pubblica con tanto di televisione, solito sermone di circostanza e la coscienza collettiva è a posto: fino al prossimo morto. Unica eccezione il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano che,spesso,ricorda a tutti noi l’esistenza e la gravità di questo problema. Questo tentativo di togliere al lavoro il suo tradizionale valore era già stato individuato,alcuni decenni fa,da Lukacs che usò il termine reificazione per indicare il fenomeno per il quale,in una economia capitalistica, il lavoro umano diventa l’attributo(qualità)di una cosa spoglia e priva di ogni significato e valore etico e morale. Anche morire sul lavoro non è altro che un elemento,anche se increscioso e turbativo, facente parte integrante del normale processo produttivo. Ciò che conta è produrre al più basso costo possibile. Tutto il resto è marginale:vite umane comprese.

Mauro-mo

lupo42 ha detto...

Non voglio cedere al pessimismo, ma certo le parole di Roma-Fabrizio e di Mauro-Mo mi spingono decisamente verso quella china. D'altra parte, quando ci si rende conto che il lavoratore è sempre più considerato un costo e quasi mai una risorsa, come si fa a non guardare al futuro con occhi tristi e cuore pesante ? Spero nei giovani, questo sì, che diano uno scossone alla nostra società declinante. E penso che non è mai stata vera l'idea di Lukacs della "reificazione". Ma soprattutto voglio che nessuno creda alla morte sul lavoro come ad un "danno collaterale" del processo produttivo.
Grazie e ciao. Lupo.

Anonimo ha detto...

Meritoria l'iniziativa di Mauro.Triste è che la tragedia sia già sfuggita dalla memoria di troppi. E' veramente un brutto segno.
luigi

Anonimo ha detto...

Straziante, drammatica, dolorosa...
Le parole della campagna elettorale hanno poco a che fare con realtà come questa; realtà fatta di persone oneste che lavorano duramente e con dignità, giorno dopo giorno, ma anche spirito di squadra, lealtà, senso del dovere. Valori perduti o sconosciuti per coloro che dovrebbero ergersi sopra di noi e governarci e renderci la vita migliore. No, non è così, il mondo della "base" è molto al di sopra, per valori, per coerenza, per integrità, per tutto.
Per quanto riguarda il "burocratese" della centralinista: noi che sappiamo cos'era quell'inferno lo percepiamo tale, e il contrasto con il suo lessico è piuttosto stridente; però penso che anche lei abbia cercato di fare correttamente il suo lavoro, cercando di capire come meglio si poteva intervenire.
Zeta.