Non ne ero a conoscenza. Stamattina sul Corriere on-line scopro che un altro ex-giocatore di calcio è ammalato di SLA (Sindrome laterale amiotrofica), come purtroppo è capitato a parecchi calciatori professionisti. Mi viene in mente subito la tragica fine del povero Signorini, che fu se non erro una bandiera del Genoa. Il poveretto che sta ora lottando per vivere si chiama Stefano Borgonovo, ex-attaccante di Fiorentina e Milan, ha poco più di quarant'anni, una moglie e quattro figli; smise di giocare nel '96 e iniziò una nuova carriera da allenatore, che ha dovuto interrompere a causa del sopraggiungere della malattia. L'articolo di cui sto parlando lo potete trovare
qui.
Perchè stamattina questa notizia m'ha colpito ? In fin dei conti non v'ha nulla di speciale, tranne il fatto che a lottare per vivere sia un uomo ancora nel pieno degli anni. E poi chi fra noi ha avuto esperienza di giovani vite stroncate dal cancro, tanto per dirne una, sa anche troppo bene che stare al mondo significa proprio questo, che il male ed il dolore fanno parte dell'essere umano, che il male non guarda in faccia nessuno: essere giovane, onesto, lavoratore, padre di famiglia, ecc. non conta proprio niente. E allora, perchè questa notizia dovrebbe essere diversa rispetto alle tante altre circa le disgrazie o le brutture del mondo, di cui sono piene le cronache ? Per quanto mi riguarda penso che dipenda dal fatto che alcuni giorni fa, prendendo spunto da un post sui problemi della situazione giovanile ed in particolare della tossicodipendenza, ho riflettuto molto sull'argomento tentando di spiegare i motivi che mi fanno propendere per una linea dura nei confronti delle droghe in genere. E mi sono dichiarato contro certi atteggiamenti troppo lassisti e permissivi che hanno caratterizzato, secondo me, una parte della sinistra progressista. Comunque sia, buonismo o linea dura, è innegabile che se uno mette a confronto certe vite buttate via da ragazzi cui non mancherebbe nulla per avere un'esistenza serena e normale, con la coraggiosa lotta che altri giovani conducono per vivere, nonostante tutto, nonostante malattie devastanti, senza cedere alla disperazione, allora ti viene da pensare: ma che senso ha questo rendersi schiavi, questa voglia di autodistruzione, questo cupio dissolvi che sembra catturare tanta parte della nostra gioventù ? Ed allora mi piacerebbe che fosse possibile dar corso alla seguente proposta: come esiste per i mussulmani devoti l'obbligo di recarsi in pellegrinaggio alla Mecca, almeno una volta nella vita, vorrei che allo stesso modo i nostri ragazzi (entro una certa età) dovessero trascorrere almeno una notte all'interno di un reparto ospedaliero, di quelli tosti, ad es. dove si curano i leucemici ... Perchè non provare ? Un'esperienza del genere potrebbe far capire molto meglio di tante parole il senso ed il valore della vita, ed il rispetto che bisogna avere per essa.
Lupo.
3 commenti:
Ciao Lupo, la notizia l'ho letta anch'io e mi ha colpita, così come mi avevano colpita le precedenti relative ad altri atleti. Su una cosa sembrano essere tutti d'accordo : la colpa da imputare a tutti quegli integratori che vengono fatti assumere agli atleti per farli "funzionare" oltre alle reali capacità naturali. Ci deve essere poi una "predisposizione" genetica, anche se io la chiamerei più "particolarità" genetica, che fa sì che nel corpo si scateni questo terribile morbo. Mi auguro che la ricerca scientifica trovi presto una cura perchè è una malattia orribile che ti inchioda l'anima in un involucro che non è più tuo...
Buba
Sì cara Buba, spero come te che la ricerca medico-scientifica trovi una qualche soluzione al problema della SLA. Pare che nei calciatori questa malattia si presenti con frequenza enormemente maggiore (10-15 volte di più) rispetto all'incidenza normale. E non credo ciò sia imputabile agli integratori: ci dev'essere ben altro dietro, un vero e proprio doping, come si è potuto riscontrare anche nel caso di altri "strani" decessi di giovani ex-calciatori.
Ciao. Lupo.
Treovo molto sensato e puntuae la tua proposta. Ad altro proposito commentando, avevo osservato che farebbe anche tanto bene che si vivesse un'esperienza in un paese africano giusto per avere contezza del valore della solidarietà, della tolleranza e dell'acoglienza. Ho il vago sospetto però che queste proposte, non provocatorie, non troveranno accoglimento. Purtroppo.
luigi gobettiano
Posta un commento