martedì 16 dicembre 2008

1938, le leggi antiebraiche e la Chiesa Cattolica


Nel settantesimo anniversario, condannando l'infamia delle leggi razziali volute dal fascismo, il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha avuto parole chiare e secche circa "la propensione al conformismo" degli italiani, dimostrata non soltanto nella vergognosa occasione delle leggi antiebraiche, ma in precedenza anche con l'atteggiamento tenuto in genere dalla nostra popolazione circa la politica coloniale.

Fini ha detto: "... l'ideologia fascista da sola non spiega l'infamia, c'è da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata, nel suo insieme, alla legislazione antiebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della Chiesa cattolica".

Sono perfettamente d'accordo con lui. Naturalmente si sono subito avute un sacco di proteste dai "cattoliconi" (così li chiamo io) subito pronti a lamentarsi, che non è vero, che i preti hanno salvato parecchi ebrei, che la Chiesa ha fatto la sua parte, ecc. Le solite cose.
Resta il fatto, però, che la posizione ufficiale del Vaticano contro il massacro degli ebrei non ci fu, questo è incontestabile.
Penso che i prossimi giorni la polemica pro-contro Fini salirà di tono. In ogni caso (per quello che può contare la mia opinione) non mi è dispiaciuta la dura, ed onesta, presa di posizione del Presidente della Camera.
Lupo.

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