martedì 25 marzo 2008

Primo giorno di Dio

Come è ormai noto anche ai più distratti fra noi, il giornalista di origine egiziana Magdi Allam, vicedirettore ad personam del Corriere della Sera ed impegnato da tempo con articoli e libri in una critica piuttosto decisa nei confronti dell'Islam più integralista, è stato battezzato da Sua Santità Benedetto XVI in S. Pietro durante la Messa del Sabato Santo. Allam è giunto alla decisione di convertirsi e di farsi cristiano, abbandonando la religione musulmana dei suoi avi, nella quale evidentemente non si riconosceva più. Dati la visibilità mondiale della cerimonia ed il fatto che a somministrare i sacramenti sia stato lo stesso Pontefice, subito si sono scatenati i commenti in tutto il mondo, a partire dai principali quotidiani on-line. Non ho nessuna intenzione di aggiungermi alla lunga lista dei commentatori, limitandomi solo a sottolineare il coraggio dimostrato dal giornalista in questa sua decisione, non scevra di ulteriori rischi per la sua persona. Desidero invece parlare di un film-documentario che ho visto per caso il pomeriggio di Pasqua su Rai 3, dal titolo "Primo giorno di Dio". Forse quella di Domenica era la prima di tre puntate: non ho informazioni precise al riguardo. E' stata una bella sorpresa, che ho veramente gustato e che mi ha fatto riflettere sull'importanza della scuola, della sua identità e della sua ragion d'essere, specie in una società globalizzata come la nostra. Il regista Gualtiero Pierce ha detto di essersi ispirato al film "Essere e avere" di Nicolas Philibert, realizzato in una piccola scuola multiclasse della provincia rurale francese. La storia è molto semplice: il regista vuole mostrare ciò che pensano i bambini della religione e come viene loro insegnata. Dunque siamo a Roma, primo giorno di scuola, e le troupe riprendono in tre differenti classi (cattolica, israelita e musulmana) i bambini con i loro insegnanti di religione, che sono Francesca, Giuditta e Sami, nel primo approccio con alcune importanti e difficili tematiche religiose. E' molto interessante notare la dolcezza, anche e soprattutto dell'Imam Sami, con la quale gli insegnanti avvicinano i piccoli allievi, aiutandoli con esempi tratti dall'ambiente familiare, con la semplicità delle parole e sempre con molto affetto a comprendere concetti come accoglienza, bene, peccato, diavolo, creazione, rispetto, Dio, ecc. C'è un continuo rimbalzo fra le tre comunità, dunque le immagini mostrano alternativamente i bambini della classe islamica alle prese con i versetti del Corano da mandare a memoria e con il rito delle abluzioni prima dell'ingresso in Moschea, i piccoli ebrei che imparano le parole sacre del catechismo ed evocano il giorno della penitenza (lo Yom Kippur), quelli della classe cattolica che cercano di spiegare alla maestra chi secondo loro assomiglia di più a Dio o cantano danzando in cerchio un rito di ispirazione ebraica .... Il tutto con grande spontaneità, come se nessuno si accorgesse della presenza della cinepresa. Dal film viene una lezione di pace e armonia che andrebbe colta, soprattutto in questi anni in cui più facilmente prevalgono motivi di odio razziale e religioso, proprio fra coloro che sono seguaci delle tre grandi fedi monoteiste, che dunque hanno le stesse radici. Ecco, penso che ci vorrebbe un po' della spontaneità, dell'apertura di cuore, del candore e della sincerità che anima i piccoli di qualsiasi paese e credo religioso, fino a che non vengono corrotti dal male di vivere. Il film termina con la seguente scena: si vedono tre allievi, uno per ciascuna fede, che a lezione finita confluiscono in un parco pubblico e si lanciano gioiosamente a giocare insieme su una piccola giostra, senza problemi di integrazione o di differenze etnico-religiose. E' un bell'insegnamento, non c'è che dire, un omaggio al dialogo inter-religioso ed al multiculturalismo. Ma secondo me è anche una decisa sottolineatura della figura del maestro e dell'importanza dell'insegnamento in generale. E' dalla scuola infatti che può venire l'educazione alla pace, a quella che si chiama "democrazia sostanziale", tenendo conto che nel processo educativo si rivela decisivo il comportamento di colui che, per i piccoli allievi, incarna i "valori dell’umanesimo" da trasmettere. Certo, si potrebbe obiettare che il regista Gualtiero Pierce ci mostra tre scuole confessionali e che magari sarebbe meglio far vedere come funziona l'insegnamento laico delle religioni in una scuola pubblica ovvero l'insegnamento della convivenza civile fra diversi. E' vero forse, ma a mio parere è comunque educativo porre in luce la spontaneità di bambini di diversa cultura e diverso ambiente religioso, che non vivono ancora il clima della "vera" religione. Purtroppo, in futuro, molti di loro perderanno questa meravigliosa purezza di sentire, soprattutto per colpa nostra. Tutto ciò traspare dal bellissimo film-documentario sul quale ho ritenuto opportuno spendere qualche parola.
Cordiali saluti a tutti. Lupo.

6 commenti:

Anna ha detto...

Ho trovato la pubblicità mediatica conferita al battesimo di Allam quasi nauseante: uno spot pubblicitario per il papa e il vaticano.Ci avrei messo vicino un bel mmachissene.....
Per quanto riguarda il film che hai visto su Rai3,mi sarebbe piaciuto poterlo visionare. Concordo in pieno con te in merito al valore altamente educativo e formativo della scuola.Purtroppo vedo che l'impreparazione e, mi si passi il termine, la pochezza del corpo insegnante è davvero disarmante.

Anonimo ha detto...

Ho ascoltato su Radio24 un'intervista del regista ma il film me lo sono perso. Hai colto e rilevato l'aspetto fondante della questione: l'insegnamento. Che non è solo scolsatico ma anche familiare.E tutti e due questi piani didattici si devono confrontare con i messaggi che provengono dalla società e da media ributtanti che parlano solo di odio, danaro, violenza, sopraffazione ed intolleranza. Abbiamo costruito una società che dovrebbe far venire gli incubi eppure tutto passa in cavalleria.
Per mia fortna i miei figli sono grandi.Ma per chi ha figli piccoli oggidì è durissima.
luigi

lupo42 ha detto...

ANNA
infatti ho preferito tacere circa l'evento "mediatico" Allam, perchè non se ne poteva più !
LUIGI
seguo il tuo ragionamento e dunque mi ritengo fortunato anch'io, avendo una figlia quarantenne. Riscontro peraltro in lei (come in altri coetanei figli d'amici) un certo qual risentimento, quasi ci rimproverasse d'averla tirata su un po' troppo "brava e buona" per il mondo che si trova ad affrontare oggi. Alle volte non so se ho sbagliato a credere in certi principi, chissà ? Lupo.

Anonimo ha detto...

"ALLE VOLTE
non so se ho sbagliato a credere in certi principi".Mi soffermo su questa ultima tua considerazione.Sai quante volte me la sono fatta,RIfatta,pensata RIpensata,esaminata,RIesaminata,analizzata,RIanalizzata,pesata,RIpesata e,ancora PENSATO alle possibili conseguenze di ogni mio atteggiamento e di ogni mia parola che,solo per CONVINZIONE ho impartito ai miei figli (ora anche loro uomini,che a trenta con qualche aggiunta lo si è),certa che fosse "giusto",sicura che potesse renderli UOMINI autonomi,onesti,UMANI e pensanti.Ma anche se sotto molti aspetti stanno realizzando consapevolmente o no,ciò a cui loro ho impartito e trasmesso,per altri,ad esempio l'UMANITA' siamo ben lontani da ciò che sin dall'origine del mio essere "educatrice" pensavo potesse essere di sicuro risultato.Pur non drammatizzando nulla che,anche se sono vissuta nel dramma e per certi versi sono stata portata ad esaltarne le tensioni,non ho mai drammatizzato.Personalmente ho un'ampia riserva di forze morali autonome,indipendenti dall'ambiente esterno; ma possono essere i miei figli infinitamente amati,desiderati,a cui molto del MEGLIO che potevo era concentrato in ogni mio sforzo,essere considerati per me "ambiente esterno"? E non si tratta del fatto che io abbia bisogno di conforto,consolazioni,ecc; tutto ciò mi farebbe un effetto orripilante.E' proprio il contrario che io vorrei.Poter sempre dare a loro un pò della mia forza,per le lotte che devono affrontare per tante difficoltà e (forse) anche per i pesi sopportati per un'"unione" non perfetta,o perlomeno non sostenuta dalla PROFONDITA'di un AMORE ADULTO.Poi poi poi,ci si arriva alle condizioni di non sapere più nulla,di essere completamente isolate dalla loro vita,dal loro mondo e di non comprendere più,di non sentire più nulla.Estranei a un mondo creato attraverso un atto d'AMORE CONSAPEVOLE,che ha mostrato il rovescio crudele della medaglia!.Intrico di malintesi che ci vorrebbe un lunghissimo,circonstanziato memoriale per dipanarlo e,che io ora non me la sento ne voglio! Mi chiedo allora ciò che tu ti chiedi e...non trovando risposta,cerco di stare allegra! Un abbraccio Lupo e con affetto.Bianca 2007

Anonimo ha detto...

Non condivido la scelta fatta da Magdi Allam di farsi battezzare nel modo che ha scelto.
Personalmente avrei preferito una forma strettamente riservata. Però ognuno ha il sacrosanto legittimo diritto di scegliere la forma che ritiene più opportuna. La stampa ha riferito le ragioni
per cui il giornalista ha deciso di convertirsi al cristianesimo. Allam,sempre secondo quanto riportato dai giornali,ha detto di avere fatto tale scelta poiché non esiste un Islam moderato. Già
ritengo debole tale argomentazione poiché la conversione ad una religione merita valutazioni più
profonde e meno generiche. Inoltre non ritengo che Allam,uomo e giornalista di un elevato livello culturale,abbia la conoscenza e la preparazione necessaria per dare giudizi di carattere dogmatico
sul Corano. Parla di Islam ma si riferisce al Corano anche se, non sempre, lo dice esplicitamente. Le sue opere,il suo impegno personale e professionale in questa nuova crociata,poiché di questo si tratta,sono tutte rivolte in questa direzione. Ritengo Allam persona sincera ed onesta, ispirata da nobili sentimenti e principi,ma trovo deboli e generiche le sue tesi e la sua(violenza)verbale la trovo controproducente per la causa per cui si batte. L’Islam,come tutte le religioni e le ideologie,non si presenta in un tutto universale ma ha al suo interno differenziazioni anche notevoli (sunniti,sciiti,wahabiti) che ,a loro volta,presentano ulteriori divisioni. Dare un giudizio di merito
complessivo, avendo come riferimento e tesi la parte più estremista e radicale,mi sembra inaccettabile da un punto di vista storico e politico e quindi ,intellettualmente,poco credibile.

Mauro-Mo

lupo42 ha detto...

BIANCA
sento che anche tu non sempre ce la fai a trovare delle risposte, ma in ogni caso cerchi di stare allegra: come ti permette la coscienza "pulita", no ?
MAURO
condivido il richiamo che fai affinchè ci si avvicini al composito e multiforme mondo islamico con cautela e grande attenzione. Purtroppo molto spesso i media vanno giù di brutto, con la logica del tutto bianco o tutto nero: sappiamo che non è così. Circa Magdi Allam, lo stesso Messori ha criticato l'asprezza da neofita con la quale ha esordito dopo la conversione, sottolineando come dal giornalista ex-musulmano ci si aspetterebbe un po' più di diplomatica levità, per non urtare certi nervi scoperti.
Ciao e grazie. Lupo.