lunedì 17 dicembre 2007

Il capitalismo "buono"

Sfogliando l'inserto economico del mio quotidiano preferito mi sono soffermato a leggere un breve articolo sulla Zambon Pharmaceuticals, il gruppo farmaceutico di Vicenza che ha il suo quartier generale a Milano, più di 2000 dipendenti in 16 Paesi ed un fatturato in crescita. Si tratta di un'azienda "familiare", che non aspira a quotarsi in Borsa nè vuole competere coi giganti del settore, tuttavia un "gioiellino, sia per i dati economici che esprime, sia per la cultura d'impresa che interpreta".
Ebbene, sono rimasto colpito da una frase scritta nel 1953 dal fondatore Gaetano Zambon, che recita: "Una società autenticamente libera (quella capitalista) può essere moralmente accettabile soltanto a patto che la ricchezza privata diventi fraternità attraverso le opere buone, e benessere collettivo attraverso la creazione di mezzi di produzione, di fatti, di lavoro e possibilità di vita per altri uomini. Ogni onesto imprenditore si comporta così".
Credo che queste parole non abbisognino di commenti, ma solo di essere messe in pratica da chi si comporta invece come se fosse il padrone della vita e della morte dei prestatori d'opera.
Quindi non dico niente. Soltanto che il pensiero corre per forza alla "cultura d'impresa" espressa da multinazionali tipo la ThyssenKrupp !
Lupo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

SONO
sempre stata convinta che NULLA si debba congelare,ma solo investire,per il bene nostro e di TUTTI! Buona giornata,Lupo,Bianca 2007

Anonimo ha detto...

Sono daccordo le parole del sig. Zambon non hanno bisogno di commenti ma bisogna trasmetterle a tutti gli imprenditori o pseudo imprenditori i quali sono , non tutti per fortuna , arrivati a non investire piu' gli utili in migliorie ma soltanto per arricchire sempre di piu' il patrimonio personale ecco perche' poi....si arriva anche alla more per fatiscenze varie , comunque volevo solo aggiungere un altro concetto espresso da un'altra componente della famiglia Zampon uscito su repubblica giorni fa'....
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Dobbiamo avere interfacce intelligenti in azienda capaci di individuare e dialogare con competenze raffinate e ultra specialistiche esterne. Dobbiamo essere capaci di mettere assieme, per progetti e per filiere, le intelligenze di cui disponiamo nella divisione chimica e in quella prettamente farmaceutica. Del resto, siamo stati sempre una impresa fondata sulla produzione di conoscenza, avendo in chi lavora con noi il principale fattore di successo».
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Credo che se questo concetto venisse applicato , con le dovute proporzioni , in tutte le imprese o aziende , la motivazione delle persone e soprattutto la sicurezza sul lavoro sarebbero sicuramente al primo posto in assoluto.....
oggi altri 3 morti 2 di 50 anni e uno di 25.....che schifo il "capitalismo cattivo"

lupo42 ha detto...

Ciao Scheggia,
certamente, sono convinto anch'io che la cosa più importante in azienda debba essere l'impiego dell'intelligenza, ad ogni livello. Purtroppo molto spesso, è proprio vero, l'imprenditore scarsamente "illuminato" si dedica al profitto immediato dell'oggi, senza pensare al futuro ed investire adeguatamente ad es. in Ricerca e Sviluppo. Atteggiamento che definire "nocivo" per la crescita delle imprese è poco, specie quelle ad alto contenuto proprio di intelligenza, come nel caso di un'azienda farmaceutica.
Ciao. Lupo.

roma fabrizio ha detto...

Questi sono gli imprenditori ai quali mi sono sempre ispirato...e ne sono fiero.
Fare impresa è un modo di vivere e di stare tra la gente, è molto diverso da fare i soldi.

Roma Fabrizio