domenica 27 dicembre 2009
Buone Feste
sabato 19 dicembre 2009
Chi si ricorda del Millennium Bug ?
In due parole: al cambio di data, cioè passando dal 31 dicembre 1999 al 1 gennaio 2000, i computers di tutto il mondo (programmi ed archivi) nei quali l'anno era indicato con solo 2 cifre sarebbero andati in tilt ... Infatti, senza gli interventi atti ad evitare che dopo l'anno 99 (cioè 1999) aggiungendo 1 in uno spazio di memoria di due caratteri venisse fuori l'anno 00 (cioè 1900 invece che 2000), sarebbe successo un bel casino, no ? E' chiaro che non fare nulla, lasciare le cose così come stavano, sarebbe equivalso a mettere in crisi il sistema bancario e finanziario, il traffico aereo, le centrali, gli impianti industriali, le telecomunicazioni ecc. Per scongiurare questa catastrofe bisognava sostituire per tempo gli hardware vecchi (con a bordo schede embedded con l'anno a due cifre) e soprattutto aggiornare un sacco di software applicativo per ottenere ciò che si chiamava in gergo "Y2K compliance", ossia la piena compatibilità con l'anno a quattro cifre. Questo in estrema sintesi il problema, che mise in allarme i governi di mezzo mondo, costringendo tutti ad investire un sacco di soldi per:
1) adeguare il parco macchine e rinnovare le apparecchiature più datate
2) mettere all'opera schiere di programmatori per rivedere milioni e milioni di linee di codice, cioè i programmi
3) aggiornare gli archivi (i database) dove l'anno era stato registrato con solo gli ultimi 2 caratteri e portarlo a 4 caratteri.
Mi esprimo così perchè fui coinvolto anch'io in questa storia, nello speciale contesto della struttura informatica di una grande azienda sanitaria, basata su un sistema centrale di vecchio stampo: so che l'espressione "mainframe" dirà poco, oggi che innumerevoli PC hanno invaso il nostro quotidiano, ma vi assicuro che l'informatica c'era - e come - anche prima dell'avvento degli elaboratori personali !
Tornando a noi, posso testimoniare che, seppure ingigantita come spesso capita nei media, era proprio una faccenda vera, non inventata. Oltretutto molto costosa ! A livello centrale il governo aveva insediato il "Comitato anno 2000" e localmente ogni amministrazione, ogni azienda costituirono delle vere e proprie unità di crisi. Nel mio caso, trattandosi del comparto sanità pubblica, c'era poco da scherzare: vennero apprestate tutte le misure atte a fronteggiare le emergenze più delicate, del tipo, che so, in una rianimazione all'improvviso non funzionano più i respiratori o manca il riscaldamento nei reparti di degenza o al pronto soccorso si presentano decine e decine di persone contemporaneamente. Insomma, sembra facile, dopo; ma bisogna prevedere quanto si può, prima, altrimenti è un guaio. Alla fine tutto si risolse per il meglio, non capitò nessun dramma: gli aerei non precipitarono (e nemmeno le Borse), i soldi non sparirono dalle banche, i degenti restarono al caldo, internet continuò a funzionare e così via. Insomma, la vita continuò come prima, nonostante lo spauracchio del Millennium Bug e la fascinazione funesta dei millenaristi. (Il Comitato anno 2000 chiuse l'unità di gestione il 5 gennaio 2000). Tuttavia c'era stata fra noi addetti all'information technology una certa ansia, perchè nessuno aveva la certezza assoluta di come sarebbe andata a finire alla mezzanotte del 31 dicembre. A questo proposito, investito com'ero della responsabilità di coordinare l'affaire 2000, ricordo che durante gli ultimi mesi del '99 la nostra équipe di sviluppatori software fu impegnata per completare gli aggiornamenti e testare le modifiche apportate. Io ero sicuro, comunque, che qualcosa sarebbe andato male, perchè in certi casi il primo assioma della legge di Murphy è sacrosanto: infatti puntualmente si verificò che un maledetto figlio di p..... s'era dimenticato di aggiornare un programma ! Beh, poco male, era tutto nelle previsioni e noi eravamo lì proprio per sistemare le cose, no ? Comunque sia, giunta la fatidica sera del 31 dicembre, mi assunsi l'onere di provvedere in prima persona allo spegnimento dell'elaboratore centrale prima di mezzanotte ed al riavvio del sistema (bootstrap) dopo essere entrati nel 2000 (operazione caldamente raccomandata dalla casa costruttrice). Naturalmente, essendo collegato in internet, sapevo da ore che nei paesi dove il passaggio era già avvenuto ogni evidenza diceva: no problem ! dunque ero tranquillo, anche se un po' emozionato. Per inciso dirò che non era quella la mia prima notte in compagnia di un elaboratore, ma fu certo una notte speciale. Ecco, mentre la gente normale in quelle ore stava in casa o al ristorante a festeggiare l'anno nuovo, io partecipavo in solitudine ad un evento che ... ma dai, in fin dei conti non successe nulla, fu tutto normalissimo ! D'altra parte, come avrei potuto "sacrificare" qualcuno dei collaboratori più giovani e rovinargli la notte di San Silvestro ? Preferivo fare io una piccola rinuncia, perchè tanto, ormai, non mi importava più molto delle feste: l'ultimo dell'anno, poi, l'ho sempre considerato una pizza ... Per dirla tutta, non avrei lasciato quell'evento ad altri per nessun motivo, ma non lo potevo ammettere, allora !
Devo correggere qualcosa, però: prima ho detto che fui solo durante quelle ore, ma in realtà circa 30-40 minuti dopo la mezzanotte, quando tutto era già compiuto, capitò inaspettato il mio capo con in mano una bottiglia di champagne e due calici per brindare. Simpatico, no ? Brindammo alla nostra salute, anzitutto, poi allo scampato pericolo (direbbe l'onorevole Cetto Laqualunque: 'nto culo al millennium bug !) ma rivolgemmo "inter pocula" un pensierino anche al nostro direttore generale, al quale con la scusa dell'anno 2000 avevamo strappato una discreta sommetta che c'era servita per sostituire il vecchio sottosistema di backup con uno nuovo di zecca, molto più efficiente e pratico e, naturalmente, del tutto compatibile con l'anno 2000 !
Lupo.
venerdì 18 dicembre 2009
Che la terra ti sia lieve
Il "lungo" Paolo Barlera era stato una grande promessa del nostro basket. Cresciuto nella Virtus Bologna, la sfortuna l'ha perseguitato. Prima una grave malattia, scoperta nel 2000, con cui ha lottato e convissuto continuando a giocare anche nella massima serie nelle pause del male, e poi una serie di infortuni. Fino all'epilogo dell'altro giorno, quando la leucemia alla fine l'ha stroncato. Che tristezza, un ragazzo di 27 anni, un gigante di più di 2 metri ! Ma perchè succedono queste cose ? Questa notizia m'ha ricacciato nell'atmosfera tragica che ho vissuto anni fa, quando lo stesso tremendo male si portò via, vigliaccamente, un altro ragazzo a me caro, quasi un figlio.
sabato 5 dicembre 2009
Il caso non è chiuso, caro il mio Feltri
martedì 1 dicembre 2009
Et erunt penes amari
Pro certo habeo fore ut Silvius in ius trahatur
“Omnes homines ante legem pares sunt”. Haec verba scripta sunt in Constitutione (Italiae), quae sacra omnibus, (ministro primario) Silvio (Berlusconi) quoque, consideranda est. Ille Silvius, in Longobardia natus atque omnium fraudum peritus, sibi videtur a magistratibus vexatus esse. Ab hoc stipendium meruit Ghedini (cuius facies vespillonem memorat...) orator, qui, captionum peritissimus, leges de temporis iudicii abrogatione in ius immitteret, ad melius protegendum dominum arcorensem, qui praeterea mulieri Veronicae magnam pecuniam propter divortium numerare debebit.
Pauca de isto scurra mihi liceat narrare.
Silvius olim in navibus cantavit gallica lingua utens; postea multos nummos cumulavit aedificationibus, libris, antemnis (ei maximo auxilio fuit socius cui nomen fuit Craxi), cautionum societatibus et aliis rebus. Ad melius protegenda negotia sua “descendit in agrum” (ita dixit sicuti qui in agrum descendunt ad pila ludendum), novam factionem suo sumptu creavit (Vis Italia). Multis criminibus contra rem publicam commissis (tributa non contulit, iudices corrupit, oratori anglico nomine Mills sescenta milia americanorum nummorum dedit ut in iudicio de corruptione mendacium adfirmaret et cetera…).
Appropinquantibus iudiciis, timens ne ad vincula damnaretur, novus Catilina (de eodem Silvio loquimur) imperavit servis suis: “ me defendite a iudicibus, etsi multa alia crimina abroganda erunt. Hoc mea non interest, negotia mea tantum mihi cara sunt ”.
Scito autem novus Catilina optimum Napolitanum, Iudices de Constitutione defendenda, omnes cives probos atque popularem causam defendentes omni modo eius insolentiae obiecturos esse. Pro certo habeo has novas leges pro Silvio contra Legem supremam esse et, quam ob rem, abrogandas.
…Et erunt penes amari (vulgo his temporibus aliquis dicat)!
Dominicus Gallipoli, qui in urbe Matheola vitam agit, has nugas scripsit
- 30/11/2009 16h43
lunedì 30 novembre 2009
Prendere la strada dell'estero
Ho riflettuto sulla decisione di quest'uomo, il quale non è uno qualunque, tutt'altro. Il mio primo commento è stato: le multinazionali killer stanno lasciando a casa migliaia di nostri lavoratori qualificati del comparto IT (leggere qui), il governo continua a dire che la crisi è passata ... e questo signore spinge il figlio a partire, a lasciar perdere ogni speranza ! Come si può favorire la fuga dei cervelli invece di contrastarla ? Inoltre: ma perchè il cattivo esempio deve giungere proprio da un appartenente alla élite intellettuale ?
Ma poi ho capito che se un padre vuole essere onesto coi figli deve dire loro soltanto la verità, fino in fondo: meglio parlar chiaro, non tacere o nascondere nulla, sennò si farebbe come il medico pietoso ecc. Dunque sono d'accordo con Pier Luigi Celli che dice: figlio mio, lascia questo Paese ! Del resto io stesso sostengo da tempo che, se avessi trent'anni di meno, me ne andrei via. Dunque posso solo convenire con Celli. Mi resta un dubbio però. Questi nostri ragazzi bravi e studiosi, preparati in ottime scuole, cresciuti in buone famiglie e con gli stimoli culturali giusti e così via, insomma, questa meglio gioventù ha comunque avuto e continuerà ad avere delle possibilità e delle chances che non sono alla portata di tutti. Questo è fuori discussione, credo. Ma gli altri, i milioni di ragazzi meno fortunati, che hanno "goduto" pienamente dello sfascio della scuola superiore e dell'università, oltre che del decadimento politico-sociale e del degrado morale che sono sotto gli occhi di tutti ? Mi chiedo: tutti questi ragazzi, che non sapranno mai cos'è un master e non faranno mai i ricercatori e così via, ma che comunque rappresentano il futuro del nostro Paese, tutti loro insomma che possibilità avranno per essere migliori di noi ? Abbiamo permesso che fossero tirati su con una vita troppo facile, senza ideali, senza regole e freni, a telefonini discoteche pasticche grandifratelli veline e così via e ce li ritroviamo oggi davanti quasi spenti e indifferenti di fronte al loro incerto futuro. Che dipende senz'altro dalla crisi mondiale, ma anche dai nostri errori. Bisogna ammetterlo, "senza troppe ragioni per rincuorarsi", ritengo.
Lupo.
venerdì 13 novembre 2009
Le solite bugie. Ma di chi ?
"Via al taglio dell'Irpef: meno tasse per le famiglie".
Bene. Questo titolo è una bufala. Spaccia, infatti, per taglio ciò che è semplicemente il differimento del 20 % dell'anticipo IRPEF (79 % anzichè 99 %) di qualche mese, a giugno prossimo. Altro che taglio ! E poi, dove sarebbe la diminuzione delle tasse per le famiglie ? Mi pare che qui non si tratti più di bugie, ma di spuderatezza vera e propria. Vergogna !
Lupo
giovedì 12 novembre 2009
All Black's Haka
giovedì 5 novembre 2009
Politica e nuove tecnologie
mercoledì 4 novembre 2009
Lévi-Strauss: la differenza e l'universalità
domenica 1 novembre 2009
Dies natalis
Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto
e l'estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molli ombre consoli.
Sol chi non lascia eredità d'affetti
poca gioia ha dell'urna;
.........................................
Il mio pensiero in questi giorni va al sasso che, finalmente, serba il tuo nome.
Lupo.
giovedì 8 ottobre 2009
venerdì 11 settembre 2009
Pensieri al fresco
Stamattina sul blog Inezie Essenziali la brava Marina esprime perplessità circa i funerali di Stato predisposti per Mike Bongiorno. In effetti tale decisione è abbastanza sorprendente, diciamo la verità, pur con tutto il rispetto e la considerazione per il buon Mike. Che certo rappresenta un pezzo di storia del nostro Paese. Chiaramente nessuno ce l'ha con lui, ci mancherebbe !
Io però resto sconcertato da altri fatti. Ne citerò solo due. Il primo è la festosa accoglienza riservata nel corso del Festival del cinema di Venezia ad alcuni personaggi che hanno riempito la cronaca sexual-politica ed il gossip degli ultimi mesi. Mi riferisco alla cosiddetta escort D'Addario ed alla aspirante attrice Noemi Letizia, la quale ha fatto passerella neanche fosse premio Oscar.
Il secondo è la sfuriata di Berlusconi alla Maddalena, in risposta alla domanda del giornalista di El Pais circa le note vicende extra-politiche del premier. Ebbene lo "statista" Berlusconi, sotto lo sguardo attonito di Zapatero, ha blaterato le solite accuse alla stampa comunista e bugiarda sul suo conto, fino alla divertente sparata finale che lui sarebbe il più grande primo ministro dall'unità d'Italia ! Da sbellicarsi dalle risate: quanto sarebbe stato bello vedere qualcuno fra i presenti alzarsi con un "vaffa ..." e abbandonare la sala. Ma nessuno s'è mosso, purtroppo, almeno così risulta.
Ecco. Non voglio fare il moralista, categoria che di questi tempi sembra godere di poca fortuna. Ma di fronte a questi episodi viene spontaneo chiedersi ancora una volta : dove siamo arrivati ? che paese è ormai il nostro ?
Lupo.
giovedì 3 settembre 2009
Grazie Luca Badoer (con l'accento sulla "e")
E' di oggi la notizia che la Ferrari ha deciso di affidare la macchina di Massa, fino al termine della stagione, al pilota Giancarlo Fisichella, dopo aver raggiunto un accordo con la sua scuderia.
domenica 23 agosto 2009
Titolo facile: zero tituli !
Ritengo che sia questo il principale motivo dell'attuale crisi. Non l'unico, però. Vanno considerati anche altri aspetti, ad es. il fatto che in Italia tutto gira intorno al calcio (soldi compresi) e ci si ricorda di certe discipline sportive (i cosiddetti sport minori) soltanto in occasione delle Olimpiadi, quando sono utili a rimpolpare l'esiguo medagliere: finiti i Giochi, chissenefrega della marcia, del pugilato, della ginnastica, del tiro con l'arco, della lotta greco-romana ecc. Ora, sia chiaro, l'atletica non è uno sport minore, tutt'altro ! Anzi, dovrebbe essere la regina degli sport, ma purtroppo oramai da tanti anni la stiamo trattando come una cenerentola, a tutti i livelli, dai vertici federali in giù. Ci mancano i dirigenti capaci ed i bravi tecnici, che una volta il mondo ci invidiava (penso a Calvesi ed a Vittori). Non solo, non sappiamo servirci della preziosa collaborazione di alcuni grandi ex-atleti (v. Mennea, Tilli, Panetta ...) e falliamo miseramente nella gestione di quei pochissimi talenti di cui disponiamo (vedi il caso del lunghista Howe).
Tutto ciò mentre si offre alla nostra gioventù, anche per nostre colpe, uno squallido panorama di tronisti e veline, che mal si concilia con lo spirito di sacrificio e la passione necessari per dedicarsi all'atletica. D'altra parte, se è vero che a livello amatoriale c'è una crescita costante di gente che corre, gioca a calcetto, va in mountain-bike, frequenta piscine, pratica gli sport invernali ecc. e dunque è attenta al benessere psico-fisico ed alla propria salute, è altrettanto vero che non si vedono in giro degli atleti "amatori". Infatti l'atletica è uno sport di base, preliminare e preparatorio alla disciplina che eventualmente il ragazzo in seguito sceglierà di praticare, perchè più gradita o adatta alle sue caratteristiche. Solo alcuni, pochi inevitabilmente, decideranno di dedicarsi all'atletica agonistica. Ma il punto è proprio questo. Se la base dei praticanti in età scolastica è sempre più ristretta, sempre di meno saranno poi gli atleti agonisti su cui contare. E di talenti veri ne nascono pochi: come si sa, qui da noi non si respira l'aria della Jamaica.
Lupo.
giovedì 6 agosto 2009
Pensieri al caldo
Nei pressi della mia abitazione è attivo (eccome !) un ambulatorio veterinario in cui sono praticate anche prestazioni non propriamente sanitarie, come ad es. toelettature, bagni, trattamenti per il mantenimento del mantello ecc.ecc. Insomma, tutto quanto attiene alla salute ed al benessere di cani e gatti (soprattutto).
mercoledì 22 luglio 2009
Non è giusto
Vorrei fare qualcosa per sostenere questi miei amici che stanno soffrendo, ma mi sento del tutto impotente e riesco solo ad urlare la mia rabbia contro tutto e tutti.
Lupo.
lunedì 6 luglio 2009
E' tempo di vacanze
lunedì 22 giugno 2009
Quella povera ragazza
Tutto è su questo video, drammaticamente in mostra per noi che siamo seduti davanti al monitor, in tutta comodità, come niente fosse.
Penso che nella mia vita ho già visto troppe scene come questa, e troppe volte sono rimasto inerte, ho accettato. Vorrei ribellarmi, ma cosa posso fare ? Cosa possiamo fare tutti noi, che crediamo di avere una coscienza e vogliamo un mondo in cui i diritti siano rispettati ?
In questo periodo, poi, mentre si succedono drammi del genere (vedi qs lettera di una giovane iraniana), noialtri italiani siamo in balia di omuncoli (d'ogni razza e colore, bisogna avere il coraggio di riconoscerlo) che ci stanno togliendo anche gli ultimi barlumi di dignità.
Oggi sto male.
Lupo.
domenica 14 giugno 2009
Un grandissimo Valentino Rossi
venerdì 12 giugno 2009
Magic Italy: che roba !
venerdì 5 giugno 2009
Ricordo di Enrico Berlinguer
Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.
Scelgo questa frase di Berlinguer per ricordarne la statura politica, a 25 anni dalla morte avvenuta a Padova. Egli si trovava in città per un comizio (si era alle battute conclusive della campagna elettorale per le elezioni europee) la sera del 7 giugno 1984 in Piazza dei Frutti. Verso la fine del discorso si sentì male, ebbe un ictus, fu trasportato in ospedale ed operato, ma il suo cervello era ormai devastato. Sarebbe morto pochi giorni dopo.
Tutti conoscono la vicenda, sanno del Presidente Pertini subito accorso, della generale partecipazione della gente in tutta Italia, della folla a San Giovanni per il funerale. Non serve parlare di queste cose, nè tantomeno rivedere su Youtube le immagini strazianti riprese sul palco di Padova e riascoltare le sue ultime parole, quando stava già morendo. Mi sembrerebbe di cattivo gusto.
Però una cosa la voglio ricordare, per farne partecipe chi non c'era e non ha visto. Mi riferisco alle migliaia di persone che, per tutte le lunghe ore dell'agonia di Berlinguer, sostarono in silenzio nel vecchio cortile dell'Ospedale Giustinianeo ed ai lati delle strade limitrofe. Non ho mai più visto in vita mia una così straordinaria partecipazione di popolo, di dignitoso dolore, di testimonianza. Uomini, donne, giovani, vecchi, tutti lì senza pronunciare parole ma semplicemente a testimoniare: sono qui, voglio far capire che anch'io prendo parte al dolore collettivo per la perdita di un uomo di valore, onesto, serio, pulito, magari ho altre idee in politica, la penso diversamente dai comunisti, ma voglio dare un segno, dimostrare la mia riconoscenza ad una persona che se lo merita.
E poi, durante il corteo funebre da Padova all'aeroporto di Venezia, chi se la scorda la folla assiepata ai lati della strada per 30 km. a tributare un silenzioso e riverente omaggio ? Se ci ripenso, ecco, mi viene spontaneo un confronto con l'emozione suscitata dal trasferimento in treno verso Roma del Milite Ignoto.
Dalla morte di Berlinguer sono passati 25 anni, soltanto pochi anni in fondo. Ma siamo così diversi oggi e sono cambiate così tanto le cose che ci pare di vivere in un'altra epoca, in un altro mondo. E non mi pare che sia migliore !
Lupo.
giovedì 4 giugno 2009
Un prete che parla forte e chiaro
domenica 31 maggio 2009
Giornata mondiale senza tabacco
mercoledì 6 maggio 2009
Siamo in tanti fuori dal coro
Buona giornata. Lupo.
FUORI DAL CORO
di Carlo Loccarini
Passo la giornata del 25 Aprile partecipando alla manifestazione di Porta San Paolo, che ricorda il primo atto della Resistenza romana, e rileggendo la raccolta delle lettere dei Partigiani condannati a morte. Lettere commoventi, anche strazianti, di donne ed uomini che stanno per affrontare i plotoni d’esecuzione fascisti e nazisti. Lo comunicano ai propri cari esprimendo sentimenti alti, con una fermezza, un rigore, una serenità che derivano dalla consapevolezza di aver compiuto l’unica scelta possibile “contro l’Italia falsificata dai fascisti” e per una “nuova Italia, più forte, degna e libera per le nuove generazioni” (Romolo).
Ti commuovi anche tu e leggi, ancora con grande emozione, i giornali del giorno dopo.
La novità più importante, quest’anno, è che, dopo 14 anni di dinieghi e rifiuti, Berlusconi ha partecipato alle celebrazioni con il fazzoletto da partigiano legato al collo e con belle parole (lo ha fatto nella città di Onna distrutta dal terremoto e dove, per rappresaglia per un cavallo che una ragazza non voleva farsi rubare dai nazisti, furono trucidate 17 persone!).
Io non riesco a partecipare al coro di chi esulta o di chi dice “meglio tardi che mai”, di chi, insomma, pone l’atto al di sopra delle reali motivazioni che lo hanno prodotto. La politica vive di scelte calcolate, opportunistiche e di questa politica il Nostro è il maggiore rappresentante. La conversione ha valore in sé? Io non riesco a non pensare ad una folgorazione sulla via del Quirinale.
Ragioniamo.
Fino a qualche giorno fa, il 25 Aprile era una festa comunista, e perciò da rifuggire, che Lui derideva dicendo che doveva lavorare, non aveva tempo da perdere. Ora non solo partecipa, ma riconosce pure il ruolo importante svolto dai comunisti nella Resistenza (sic!).
Dalla Resistenza è nata la nostra Carta Costituzionale. Ebbene, non si è ancora spenta l’eco della Sua famosa sentenza: la Costituzione è di stampo sovietico.
Se andiamo, poi, a spulciare tra le righe delle Sue odierne affermazioni, troviamo una perla significativa, anche senza scomodare Freud: “I repubblichini hanno combattuto per una causa persa”. Che sciocchi! Si combatte solo se si è sicuri di vincere, indipendentemente da quello per cui si combatte. (Lui è, anche, in grado di gridare “Viva la Resistenza” se Gli serve per vincere ancora, o no?).
Infine, vuol cambiare il nome di festa della Liberazione in festa della Libertà. Libertà è una parola che usa spesso (compare anche nel Suo nuovo partito) evidentemente solo per controbilanciare le tante censure comminate durante questo Suo regno.
E’ la lotta di Liberazione che ha riportato Libertà nella falsificata Italia dei fascisti, quindi limitarsi a dire “Libertà” significa cancellare la Resistenza e la lotta di Liberazione. Ben altro valore ha quella parola sulla bocca dei Partigiani condannati a morte.
Ha tolto l’equiparazione tra Partigiani e repubblichini? Nel contesto era inevitabile.
Sono proprio fuori dal coro!
giovedì 30 aprile 2009
Internet e democrazia
Oggi c'è una buona notizia al riguardo. Infatti l'emendamento D'Alia, il famigerato emendamento del senatore UDC, è stato tolto di mezzo da quello presentato dall'on. Cassinelli, finora uno dei pochissimi parlamentari che abbia dimostrato di capire qualcosa del problema Rete.
Oggi in certo senso si può festeggiare, perchè c'è stata una vittoria ! Per approfondimenti si possono leggere l'articolo dell'avv. Scorza ed anche le notizie riportate nel blog AppuntiDigitali.
Conviene sempre, comunque, continuare a vigilare per difendere la libertà d'informazione.
Buona giornata. Lupo.
mercoledì 29 aprile 2009
A proposito di Veronica e la "candida puellula"
Comunque sia, stante l'accusa di ciarpame senza pudore indirizzata dalla Signora Berlusconi alla "candidatura" di donne dello spettacolo da parte del PDL, forse due parole su veline e velinismo in politica non sono del tutto fuori luogo.
Vorrei precisare subito che non mi interessano i fatti personali e le liti in famiglia di mister B., nè tantomeno il gossip, che sembra peraltro essere emblematico della situazione italiana.
A questo proposito confesso di aver letto oggi molti commenti alla recentissima esternazione della Signora, anche su quotidiani filo-governativi tipo Il Giornale e Libero. Ne ho ricavato delle considerazioni di cui non mette conto, qui, riferire. Infatti sono più o meno le stesse ricavate in occasione della precedente esternazione della Signora, quella dopo la frase di mister B. sulla Carfagna: "me la sposerei, se non fossi già sposato", vi ricordate ? D'altra parte, chi è contro Berlusconi gode nel vederlo attaccato un'altra volta dalla moglie; al contrario, in coloro che parteggiano per LUI, l'ammirazione non viene scalfita minimamente da fatti che sono considerati sciocchezze, ovvero pretestuosa propaganda della solita sinistra (al riguardo, stavolta l'articolo di Feltri m'è sembrato una debole e poco intelligente difesa d'ufficio, non all'altezza della persona, di solito capace e indipendente).
Tornando a noi, non voglio pensare che tutta la politica italiana sia ridotta ormai allo stile Bagaglino ed alle "gnocche" più o meno televisive. Dunque ritengo giusto evidenziare che la Signora Berlusconi ha voluto fare un discorso un po' più alto e impegnativo rispetto alla mera e riduttiva constatazione che l'anziano consorte non riesce a stare, nemmeno in politica, "sine candida puellula", come diceva Orazio. Il quale era un poeta, perbacco ... mica il presidente del consiglio !
L'espressione "voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici" suona come un macigno, ma io ci vedo non soltanto irritazione ed amarezza, come dire, personali ed intime. Ci vedo qualcosa di più. A me pare che, criticando il comportamento a dir poco spregiudicato della politica circa le candidature ed il ruolo delle donne all'interno del PDL, le sue parole cerchino di scuotere la gente (gli elettori del PDL ?) dal letargo intellettuale in cui li ha gettati "l'imperatore". Cioè, insomma, non si tratta soltanto di una bega fra marito e moglie, che potrebbe e dovrebbe essere risolta all'interno della famiglia, senza fare piazzate: che è la tesi sostenuta, poi, dai fans di mister B., ai quali non par vero di far passare la Signora per una casalinga frustrata e rompicoglioni. Nella sua presa di posizione, invece, mi sembra di cogliere qualcosa di più importante e significativo, qualcosa che denota un certo spessore umano e culturale. Che, pur con i distinguo del caso, mi fa tornare alla mente il personaggio sfortunato di Elide del film C'eravamo tanto amati, ricordate ? Elide, la quale per amore del cinico e arrivista marito Gianni si impegna allo stremo per essere alla sua altezza, cerca di crescere culturalmente, si sforza di leggere e di "raffinarsi", alla fine diventando una persona migliore. Migliore di suo marito, senza dubbio.
Lupo.
domenica 19 aprile 2009
On est une femme tout simplement
Au soleil de mes 18 ans,
Je voguais sur des bateaux ivres
Et les Rimbaud de mes tourments
étaient des poésies à suivre
Je voyageais au gré du vent
Des bords de Loire aux Caraïbes
J'avais le coeur comme un volcan
Et j'aimais la fureur de vivre
Quelques années après pourtant
Ma vie ressemblait à un livre
Je tournais les pages d'un roman
Où tout me semblait trop facile
J'ai eu le succès et l'argent
Et j'ai connu le mal de vivre
J'ai dépensé beaucoup de temps
Avant de pouvoir vous le dire
Entre l'automne et le printemps
On est une femme à 40 ans
L'amour et l'amitié s'arrangent
Dans un bonheur qui se mélange
On est une femme à 40 ans
On est une femme tout simplement
On a la force et l'expérience
On sait tout pardonner d'avance
J'ouvre les yeux et maintenant
Le soleil a brûlé mes larmes
Je suis bien dans mes sentiments
Et la solitude a son charme
Je ne regrette rien vraiment
Autour de moi la mer est calme
Les Rimbaud de mes 18 ans
N'osent pas m'appeler Madame
Entre l'automne et le printemps
On est une femme à 40 ans
L'amour et l'amitié s'arrangent
Dans un bonheur qui se mélange
On est une femme à 40 ans
On est une femme tout simplement
On a la force et l'expérience
On sait tout pardonner d'avance
On est une femme à 40 ans
On est une femme tout simplement
mercoledì 15 aprile 2009
L' informazione: il coraggio e la libertà
Oggi mi va di dire qualcosa, non tanto sul sisma, quanto sull'informazione attorno all'evento che mai come in questi giorni è stata dilagante e pervasiva. A questo riguardo, senza farmi condizionare dalle recenti polemiche suscitate dalla trasmissione di Santoro ma rimanendo sulle generali, debbo confessare di avere la netta impressione che nel nostro paese, stante il regime che vi si è ormai instaurato, non esista più una vera libertà di informazione nè tantomeno di critica.
Infatti i media, tranne pochissime eccezioni, si sono omologati tutti sull'opportunità' di far passare il seguente messaggio: ottimismo, fiducia, quanto siamo bravi ed uniti nell'emergenza, il governo fa e farà tutto il possibile, va tutto bene, siamo capaci da soli a fronteggiare l'emergenza, la nostra protezione civile è la migliore del mondo, ecc. Ed il largo sorriso di mister B. che si spande all'intorno, messianico quanto e più di un pontefice. Ma siamo sicuri che le cose stiano veramente così, che la situazione sia questa, che non sia presente una certa disorganizzazione ? Si dice, ad es., che i soccorsi abbiano trascurato alcuni borghi lontani da l'Aquila, che tra il vestiario distribuito non manchi la robaccia, che i bravissimi vigili del fuoco siano poco coordinati in alcune incombenze (tipo le liste di accesso alle abitazioni per recuperare qualcosa), ed altro ancora. Qualcuno si è domandato che fine abbiano fatto i clandestini che, pare, dormivano negli scantinati del centro. Se questa cosa è vera, perchè nessuno ne ha parlato, magari per smentirla ?
Ma il punto, secondo me, è un altro: la stampa, le radio e le tv, le trasmissioni varie, insomma i mezzi di informazione, possono esporre i fatti in maniera obiettiva, mostrando anche le cose negative ? Oppure devono sempre e comunque fornire un'immagine positiva dell'italia, rassicurare la gente, nascondere le difficoltà ? Ormai, qui da noi, non appena uno s'azzarda ad esporre una critica, pur se documentata e basata su fatti incontrovertibili, viene tacciato d'essere "contro" per partito preso, bugiardo e comunista ! Persino i corrispondenti dei principali giornali stranieri sono stati "richiamati all'ordine": la Farnesina, infatti, li ha garbatamente invitati ad essere meno critici nei confronti del nostro paese (si veda a questo proposito l'articolo di ieri di B. Valli su Repubblica).
Sappiamo che questo atteggiamento risale a mesi fa, fin dal momento in cui mister B. ha deciso che bisognava tacere la gravità della crisi economica e spargere ottimismo a piene mani. Tuttavia, secondo il mio modesto parere, non è sufficiente il clima di acquiescenza e di servilismo che questo governo ha saputo diffondere (con la complicità di troppi concittadini, purtroppo) a spiegare il fatto che quasi tutti i professionisti dell'informazione si sono adattati a fare semplicemente i portavoce: bisogna proprio che si sia diffusa tra di loro una certa povertà culturale, civile, di coscienza, financo una mancanza di coraggio, se ci tocca di assistere (ripeto, tranne poche eccezioni) ad un tale appiattimento deprimente del giornalismo italiano. Forse il mio giudizio è troppo duro, e magari dipende dal fatto che sono incazzato per la mancanza di una vera opposizione a questo governo. O forse mi aspetto troppo dai giornalisti, proprio nel momento in cui la carta stampata è in crisi in molte parti.
Comunque sia, sono d'accordo con Clay Shirky del Guardian quando afferma "Society doesn't need newspapers. What we need is journalism." E non posso fare a meno di pensare al povero e coraggioso Giancarlo Siani, che giornalista voleva diventare per raccontare la verità, anche a costo della vita. Non pretendo il martirio, ma che almeno si raccontino i fatti come stanno, senza tacere le cose che potrebbero dispiacere ai potenti !
Lupo.
martedì 31 marzo 2009
Liberiamo i prigionieri birmani
sabato 28 marzo 2009
L'Ospite Inatteso
Così suona in italiano il film "The Visitor" del regista americano Tom McCarthy, che qui da noi è uscito alla fine dell'anno scorso. L'ho visto sere fa e m'è molto piaciuto. Si tratta di cinema minimale, sommesso, che racconta con leggerezza e sensibilità, senza retorica, la storia di un uomo grigio e solitario il quale si lascia vivere in una monotonia mortale, da quando cinque anni prima è scomparsa la moglie pianista. Walter Vale (interpretato da un grande Richard Jenkins, protagonista per la prima volta a 60 anni suonati !) è un professore di economia in una università del Connecticut, che non ama il suo lavoro, conosce poco i suoi studenti, da vent'anni tiene lo stesso corso: insomma, vive come imbalsamato nella banalità quotidiana. In sostanza appare come un uomo senza ambizioni, spento, nient'altro che spettatore della sua vita, quasi un perdente che nonostante l'età non più verde va ancora cercando la propria identità. C'è un particolare nel film che rende bene la personalità di quest'uomo. Il professore da tempo si sforza di imparare a suonare il pianoforte, ma i risultati sono deludenti, quindi fallisce anche in quello che sembra essere l'estremo tentativo per mantenere un rapporto con la moglie, oltre la morte.
Fino a questo punto, dunque, il regista costruisce una vicenda fatta di piccoli gesti, di niente (si potrebbe dire), praticamente senza azione. Ma di colpo succede qualcosa nel monotono fluire della vita di Walter, quando come da un turbine improvviso la sua non-vita, il suo non-agire vengono stravolti da un incontro davvero "inatteso". Tutto dipende dall'episodio fortuito e assolutamente inaspettato che tocca al professore quando si reca, suo malgrado, a New York per prendere parte ad un convegno dove tra l'altro si presenta un libro alla cui stesura egli ha collaborato. Entrato nell'appartamento che possiede in città, ma non abita da tempo, vi trova installata a sua insaputa una coppia di immigrati, un giovane siriano e la sua compagna senegalese, cui l'appartamento è stato affittato con l'inganno. Passato il primo momento di paura e di tensione, quasi di scontro, il professore decide di ospitare per un po' i ragazzi, finchè essi non troveranno una diversa soluzione abitativa.
Tra loro tre comincia a svilupparsi un rapporto quasi amichevole, che si consolida via via, specialmente fra Walter e Tarek, mentre la ragazza senegalese resta un po' diffidente e tesa. Il giovane Tarek per campare suona il tamburo africano, e la sua passione per la musica primordiale è tanto coinvolgente da spingere anche Walter a suonarlo: e qui il professore dimostra quel talento musicale vanamente ricercato nello studio del pianoforte. A me è parso che sia stata proprio la musica, al di là delle differenze fra i due (età, cultura, ecc.), a rafforzare il loro legame di amicizia. Il professore si risveglia piano piano alla vita, recuperando in certo senso la capacità di comunicare e provare emozioni, sì che non appare più come l'uomo spento, senza interessi, monotono e grigio delle scene iniziali del film. Questa nuova convivenza sembra fluire tranquilla, ed è bello osservare i due, Tarek e Walter, che in una sorta di scorribanda multietnica vanno a suonare insieme il djembé al Central Park !
Tutto bene, dunque, fino al momento in cui, per un banale equivoco, il giovane siriano viene fermato dalla polizia in metropolitana e da qui in poi si scatena tutta una serie di conseguenze drammatiche. Infatti si scopre che la posizione dei due ragazzi era irregolare, essendo essi clandestini. Tarek finisce internato in un centro di detenzione.
Qui comincia la parte del film che mi ha toccato più profondamente. Entra in scena l'azione. Walter si impegna con tutte le sue forze per far uscire il giovane siriano, assume un avvocato per contrastare la prevedibile espulsione, anche con l'aiuto di Mouna (la madre di Tarek, anch'essa vedova, giunta a New York poco dopo l'arresto del figlio). L'entrata in scena del quarto personaggio, secondo me, anzichè complicare la trama o far prendere al film la comoda strada della conclusione consolatoria (sembra nascere dell'affetto fra i due vedovi), dà modo al regista di rimarcare, in un alternarsi di commozione e sorrisi, la denuncia di cos'è diventata l'America dopo l'11 settembre, se è vero come è vero che la paura diffusa pare aver fatto rinnegare all'intero Paese i suoi stessi principi fondativi. E' una denuncia senza retorica, anche perchè bastano poche parole per far comprendere l'aria che tira negli States, dove dominano il sospetto e la diffidenza, uniti alla paura, essendo le ferite dell'attentato alle Torri Gemelle ancora aperte. Gli eventi precipitano e l'espulsione di Tarek si fa più vicina, nonostante gli sforzi di Walter per salvarlo. Il ragazzo urla la sua rabbia: "non sono un terrorista, io ! i terroristi non stanno rinchiusi qui dentro, hanno soldi, appoggi ... ". Tradotto: a pagare le conseguenze di una politica che pare aver stravolto i veri valori dell'America, e cioè una nuova opportunità fornita a tutti ed una democrazia nella quale gli immigrati da sempre rappresentano la linfa vitale, sono in genere i poveracci che tentano di vivere onestamente nella speranza di costruirsi un futuro decente. E' contro i deboli e gli indifesi che si scatena l'azione cieca ed inflessibile di scelte legislative e istituzionali dettate dalla paura. Non succede così anche qui da noi, in Italia ?
Ad un certo punto, con dolente frustrazione, la vedova Mouna afferma: "E' come in Siria", ricordando che là ha perduto il marito giornalista, oppositore del regime. Lei, che fino a pochi giorni prima era vissuta nella convinzione di aver ritrovato negli USA una nuova vita di pace, vede crollare tutte le sue speranze: l'ingiustizia continua, non v'è differenza.
Più sopra ho detto che il regista si esprime senza retorica e con toni di sommesso lirismo. Ma non si creda che la riflessione sul tema dell'integrazione e dell'America post-11 settembre sia meno forte e coinvolgente per questo, tutt'altro ! Non servono toni roboanti per denunciare, ma è sufficiente che la storia ci tocchi intimamente perchè resti scolpita dentro di noi.
L'ingiustizia, si diceva, continua se dominano la paura e l'odio per l'altro. Pare proprio che ci sia tanta strada da fare ancora, perchè si realizzi la piena integrazione. La conclusione del film non è per niente consolatoria, anzi evita accuratamente l'happy-end: infatti questo nuovo nucleo familiare è costretto a disgregarsi, e per un essere umano che si è ritrovato ed è tornato alla vita (il professore Walter Vale) ce ne sono altri che stanno perdendo tutto. Altro che "sogno americano" ! Il film termina mentre Walter scarica la sua rabbia impotente suonando il tamburo africano, come faceva Tarek, quasi a volerne prendere il testimone.
Per me tutto molto bello e toccante. Ve lo consiglio di cuore. Lupo.
martedì 24 marzo 2009
Finalmente ... c'est le printemps !
Y a la nature qu'est tout en sueur
Dans les hectares y a du bonheur
C'est l'printemps
Y a des lilas qu'ont même plus l'temps
De s'faire tout mauves ou bien tout blancs
C'est l'printemps
Y a du blé qui s'fait du mouron
Les oiseaux eux ils disent pas non
C'est l'printemps
y a nos chagrins qu'ont des couleurs
Y a même du printemps chez l'malheur
Y a la mer qui s'prend pour Monet
Ou pour Gauguin ou pour Manet
C'est l'printemps
Y a des nuages qui n'ont plus d'quoi
On dirait d'la barbe à papa
C'est l'printemps
Y a l'vent du nord qu'a pris l'accent
Avec Mistral il passe son temps
C'est l'printemps
Y a la pluie qu'est passée chez Dior
Pour s'payer l'modèle Soleil d'Or
Y a la route qui s'fait nationale
Et des fourmis qui s'font la malle
C'est l'printemps
Y a d'la luzerne au fond des lits
Et puis l'faucheur qui lui sourit
C'est l'printemps
Y a des souris qui s'font les dents
Sur les matous par conséquent
C'est l'printemps
Y a des voix d'or dans un seul cri
C'est la Sixtine qui sort la nuit
Y a la nature qui s'tape un bol
A la santé du rossignol
C'est l'printemps
Y a l'beaujolais qui la ramène
Et Mimi qui s'prend pour Carmen
C'est l'printemps
Y a l'île Saint-Louis qui rentre en Seine
Et puis Paris qui s'y promène
C'est l'printemps
Y a l'été qui s'pointe dans la rue
Et des ballots qui n'ont pas vu
Qu'c'était l'printemps
mercoledì 18 marzo 2009
Internet e libertà
Giunti a questo punto, dunque, vedo che molti internauti e blogger preferirebbero il silenzio, magari per stanchezza o convinti che tacere sullo squallida stupidità delle presenti iniziative di legge sia forse la cosa migliore. Io però penso che una veloce sintesi di tutta la storia possa essere utile a quei due o tre che non ne conoscono i dettagli.
Dunque mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione il pezzo dell'avv. Guido Scorza su Punto Informatico, che mi sembra un utile riepilogo dello stato dell'arte, con alcuni appropriati e simpatici rimandi.
Buona lettura. Lupo.
domenica 15 marzo 2009
Nord e Sud: dove sta la differenza ?
lunedì 9 marzo 2009
Federica Pellegrini record mondiale
Proprio quando si celebra la Giornata della Donna, l'8 marzo, ai campionati assoluti primaverili di nuoto a Riccione la bravissima Federica Pellegrini, già primatista mondiale e campionessa olimpica, abbassa il "suo" record del mondo dei 200 sl a 1.54.47.
Due considerazioni. Anzitutto, l'eccezionale prestazione viene fornita dopo un momento di crisi (forse stress) manifestato poco tempo prima con la rinuncia a scendere in acqua per disputare i 400 sl: crisi evidentemente superata alla grande ! E poi, questo record è il primo mondiale nella storia dei tricolori, oltretutto realizzato nell'ultimo giorno di gara.
Ragazzi .... questa è una gran donna e, pur essendosi prestata ad alcuni servizi fotografici cui sembra impossibile resistere oggidì, non è una sciacquetta qualsiasi del genere veline, buone solo a spogliarsi in TV e sui calendari. Qui siamo in presenza di una sportiva d'altissimo livello, che da 4 anni fa onore all'Italia e (perchè no ?) al genere femminile. Con i fatti, voglio dire, non con l'esibizione di più o meno meritevoli grazie, come si diceva una volta, e/o con la mercificazione del proprio corpo.
Brava Federica ! Lupo.